Opera di fiction che trae le sue basi dalla oscura situazione politica dell’Italia appena uscita dagli anni ’80 (ma ancora vittima dei ’70), Catrame ha per modello teorico i romanzi dell’Ellroy “politico” (due su tutti: American Tabloid(1) e Sei pezzi da mille) ma se ne allontana nelle scelte stilistiche: mentre le pagine dell’autore di L.A. Confidential sono segnate da un quasi-beat che ha il suo fondamento nei romanzi di Hubert Selby Jr., l’opera di Genna è costruita su una lingua apprezzabilmente “ristretta”, ma rifinita e strutturata.
In Catrame, al di là dell’indubbio valore estetico e dell’innegabile potenziale d’intrattenimento della trama poliziesca dagli snodi “classici”, si fa strada quello svelamento delle dinamiche sommerse(2) che per decenni hanno turbato la storia d’Italia, che si è in seguito affermato come aspetto centrale nella definizione della nuova letteratura nazionale. Se è fittizio l’intreccio, non lo è la lettura dei rapporti politici che lo regge e lo rende possibile: il romanzo svolge allora anche un ruolo pedagogico, in quanto si fa promotore di una visione del mondo che, imponendo di ricercare le trame oscure del potere dietro ai “semplici” fatti storici, segue il lettore fuori dall’universo diegetico e dentro al “mondo reale”.
Il romanzo Catrame di Giuseppe Genna è edito da Mondadori.
(1) Sull’argomento “Crime Fiction e svelamento” con particolare riferimento a James Ellroy, si veda l’articolo Crime: un bilancio, apparso su Il Manifesto, il 17.2.2009. (Ora ripubblicato su Carmillaonline e leggibile qui).
(2)Pensiamo, in particolare, agli invisibili sincretismi tra potere politico, servizi segreti e finanza.
meraviglioso