Il Manin: l’hotel degli scrittori

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Cosa c’entrano i tacchi più blasonati al mondo con un dittico di bulli e pupe che comincia negli anni cinquanta? Quali sono le connessioni tra la moda del quadrilatero meneghino, la vita glamour nel segno del rosa, e le rapine più efferate sotto lo sguardo della Madunina? Ma soprattutto, cosa hanno a che vedere il pink così intenso da sembrare un evidenziatore con il nero più cupo che si possa immaginare?
Apparentemente nulla se a scriverli non fossero stati marito e moglie. Sono due, Bea Buozzi e Paolo Roversi, sono sposati ma, tendenzialmente ognuno si dedica alle proprie passioni. Bea al mondo del rosa e delle donne, Paolo a quello del nero, sebbene ciò che li accomuni sia la capacità di cogliere il lato ironico in ogni storia che raccontano.
Bea Buozzi, con la sua trilogia dei tacchi, dedicata alle tre più amate griffe del settore (“Matta per Manolo”, “Tutte Choo per terra”, “La vita è una Loubou meravigliosa”, editi da Mondadori) e Paolo Roversi con il suo dittico “La città rossa” (costituito da “Milano Criminale” e “Solo il tempo di morire” entrambi editi da Marsilio Editore).
Ad entrambi Milano ha portato fortuna ed è per questo che, nel rispetto del genere che li contraddistingue, entrambi, hanno voluto ambientare qui i loro romanzi.
Bea Buozzi nella trilogia “Il club dei tacchi a spillo” racconta, in chiave chick-lit, le vicende di tre Cenerentole metropolitane, alle prese con problemi di cuore, di lavoro…e di tacchi! Intorno a loro un corollario di personaggi felicemente eccentrici, anima i pianerottoli di Palazzo Ranieri, nome altisonante del condominio affacciato sull’arteria commerciale di Corso Buenos Aires, in cui le tre protagoniste vivono. Signorine dall’ingombrante pomo d’Adamo dispensatrici di consigli, porcellini d’India che si comportano come cani, portinai curiosi e perfino un ascensore che è diventato un personaggio! Tre commedie romantiche ed esilaranti, in cui i lettori si sono ritrovati e divertiti.
Nel dittico della “Città Rossa”, non manca nulla: ci sono le sparatorie per le strade, c’è l’amore per le donne spesso fatali proprio come un colpo di pistola, c’è l’eroina che arriva e la cocaina che spopola, ci sono le bische che spuntano ovunque, anche all’aperto. In Milano Criminale si racconta la ligera, la malativa romantica di Milano e con la formazione criminale di uno dei banditi. In  Solo il tempo di morire si racconta la grande rivalità tra tre banditi ispirati rispettivamente a Francis Turatello, Renato Vallanzasca ed Angelo Epaminonda, che si fronteggiano senza esclusione di colpi per conquistare Milano nei suoi punti cardine: il controllo
della droga, delle bische e della prostituzione.
Impensabile trovare una cornice migliore dell’Hotel Manin, per un aperilibro che si è tenuto lo scorso primo Aprile. D’altronde, da sempre la struttura, si conferma il ritrovo ideale degli scrittori di tutto il mondo intervenuti per le loro presentazioni a Milano. L’Hotel Manin è situato nel cuore di Milano e vanta una splendida vista su uno dei più bei parchi della città, i Giardini Indro Montanelli a Porta Venezia.
A deliziare il palato degli intervenuti un menu pensato ad hoc per la serata con i prodotti scelti da Ufoody, rinomato supermercato online, dove trovare solo il meglio delle più grandi eccellenze agroalimentari. Mentre i vini, selezionati per l’occasione, saranno scelti dal Movimento Turismo del Vino, associazione regionale che riunisce cantine accuratamente selezionate.

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