È tutta una questione di luci.
Nel tripudio delle luminarie di Natale, si accendono e si spengono lanterne. L’ago e il filo di piazza Cadorna vengono spenti, e per protesta tacciono per un’ora anche le illuminazioni dei designer del Led Festival. Ma le notti della città hanno un nuovo cuore luminoso: l’antica cattedrale.
La ragazza aveva dimenticato quanto freddo può fare a Milano la sera, ma la piazza è un tripudio di gente con gli occhi appesi al cielo: la loro presenza, la loro attesa, il loro fiato riscalda la notte.
Trascorso l’eco delle celebrazioni ufficiali, dissipati i formalismi delle inaugurazioni, ogni sera è ancora la stessa festa, e in tanti si raccolgono ad attendere l’attimo in cui tutte le vetrate si accendono. C’è un qualcosa di sacro nel voler restituire alla piazza e alla chiesa la loro antica funzione medievale di incontro e racconto. Illuminate nel buio, le grandi vetrate riconquistano la loro reale missione, il loro scopo: quello di narrare storie antiche e senza tempo. Cos’è questa ossessione che Milano sembra avere ultimamente per la luce? Forse un’urgenza di nuovo illuminismo? La ragazza si chiede che cosa pensino di noi gli spiriti dei lumi milanesi, quei nobili e ormai vetusti signori dei Verri e del Beccaria… se li immagina, in un canto, con un sorriso ironico a commentare che ben altre luci, e metaforiche, dovrebbero nuovamente rischiarare questi tempi ancora bui.
Illuminare, rischiarare, irradiare, accendere, far luce…
Il sonno della ragione, si sa, genera mostri.