Una pallottola per Reacher

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Ho cominciato a leggere Lee Child sin dalla sua prima avventura, nel periodo in cui mi occupavo di narrativa  thriller in Longanesi ho seguito i suoi romanzi e l’ho anche conosciuto. Da un paio d’anni compravo senza leggere i  suoi libri, più che altro per questione di tempo. Invogliato dalla cover azzeccata(una volta tanto!) e dall’inizio al calor bianco, ho cominciato a leggerlo. Prima di tutto va detta una cosa. Reacher, il protagonista, è forse uno dei personaggi meglio azzeccati dell’action moderna. Ex ufficiale della Polizia militare in congedo viene sempre coinvolto in avventure che spaziano dall’hard boiled allo spionistico con un’ampia possibilità di movimento. E’ un duro classico, con un risvolto romantico ma un cinismo che rimanda a eroi d’altri tempi. Da solo quindi regge le storie che, a volte, si dilungano inutilmente mentre sarebbero più efficaci con un centinaio di pagine in meno. E’ un po’ l’impressione che si ha dopo l’inizio veramente esaltante di questo  I dodici segni. Attenzione però perchè dopo una fase un po’ addormentata la storia riprende fiato ed energia e cavalca in crescendo sino al finale. Tra l’altro va a merito di  Child aver saputo trovare un finale assolutamente ‘politically incorrect’ rispetto alle tendenze abituali. Non vi dico in che modo per non togliervi il gusto della lettura. Di certo l’ho trovato uno dei thriller più avvincenti dell’ultimo periodo. Ottima la descrizione dei duelli con il coltello, ma queste sono finezze per esperti. Il succo sta nell’abilità narrativa.

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12 Responses to Una pallottola per Reacher

  1. AgenteD says:

    Ecco, questo commento mi mette proprio la voglia di leggere il libro! Solo che il protagonista “coinvolto in avventure che spaziano dall’hard boiled allo spionistico con un’ampia possibilità di movimento” (solo questa frase per me sarebbe sufficiente ad invogliarmi…) compare solo in questo romanzo o anche in altri?

    • ilprofessionista says:

      Jack Reacher è protagonista di tutta la serie dei romanzi di lee Child. Un particolare che forse ti incuriosirà. Come accade per il Professionista anche le avventure di Jack reacher sono narrate in alcuni casi in prima persona e in altre in terza. Dipende dalla struttura della storia e anche dal taglio ‘ emotivo’ che l’autore vuole inserire nella vicenda :-)

  2. corrado artale says:

    Una delle poche volte in cui la dicitura “A Stephen King piace ‘sto romanzo” ha un suo perché, insomma. :)

    • ilprofessionista says:

      ecco qui non lo so..siamo di fronte a tematiche del tutto differenti. ora, probabilmente King preferisce leggere storie non horror ma non vorrei che lo slogan inducesse in errore i lettori di King..anzi sospetto che l’astutissimo marketing della casa editrice che ci ha abituato alle fascette tipo:un autore da un milione di copie’(ma vendono tutti un milione di copie..ma se non legge nessuno?) o ‘un autore primo in classifica in cento paesi’ avesse gicoatoproprio su questo equivoco.

    • Hot says:

      Ma in fondo a me cosa me ne cale se a King piace?
      Per conto mio il parere del Prof. è più attendibile :)

  3. Cristiano says:

    Anch’io ho letto tutti i libri che hanno per protagonista Jack Reacher (che bella coppia formerebbe insieme a Chance!) e pur non avendo ancora letto quest’ultima fatica di Lee Child mi sento di condividere quanto hai scritto. Magari ogni tanto si dilunga troppo nelle descrizioni di azioni banali o poco interessanti (per es. quanti caffè beve Jack in ogni libro?), ma le storie sono sempre avvincenti.

    • ilprofessionista says:

      sì hai perfettamente ragione, il problema di Child è proprio il brodo allungato a volte assolutamente inutile. Ricordo un romanzo in cui visionavano sei ore di nastri di sorveglianza ..sembrava proprio che trascorressero sei ore di tempo a guardare filmati senza importanza. In media però le storie sono interessanti e quando scatta l’azione è ben raccontata

      • Cristiano says:

        E’ vero, ricordo anch’io la scena della visione dei nastri di sorveglianza e soprattutto la lentezza del ritmo in quel punto del romanzo. Come ho scritto su Fb, ho letto da poco “Niente da perdere” e rispetto agli altri mi ha un po’ deluso, forse proprio perchè il brodo risulta notevolmente allungato (le soste per caffè, docce e ristoranti si sprecano), ma leggendo la trama del nuovo libro credo e spero che sarà più avvincente

  4. Hot says:

    Anche questo tradotto, come quasi tutti gli altri della serie, dal nostro amico K?

    • ilprofessionista says:

      No Child nonè tradotto da K ma da questa Adria Tissoni che traduce un saccodi cose e a volte piglia anche qualche svarione come qui in cui traduce Ghost-writer come ‘ scrittore -fantasma’…

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