ANITA MUI:voglio una vita come le star

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 A capodanno del 2003 ero a HongKong. Vidi improvvisamente riempirsi le edicole di giornali che riportavano il viso di  Anita Mui ,una delle attrici dello stardom  orientale che più ho amato, forse perchè  somigliava a una mia fidanzata di molti anni prima.  Anita ci aveva lasciati. Un grandissimo dolore,non solo per me, ma per migliaia di fan in tutta la ex colonia britannica. ancora oggi mi pare giusto ricordarla.  Ho scoperto Anita Mui all’inizio degli anni ’90 vedendo A Better Tomorrow III diretto da Tsui Hark, produttore e figura carismatica del cinema locale come abbiamo già avuto modo di affermare. Lo strappo tra Hark e Woo avvenne proprio a causa della Mui, ma per motivi professionali. Hark e Woo hanno condiviso diverse visioni artistiche ma hanno anche personalità molto differenti. Woo è sempre stato più duttile e questo forse gli ha permesso di far carriera in America. Hark invece ha una personalità più dispotica, forse addirittura più geniale, eccessiva. Mentre il cinema di Woo è misogino nella tradizione di quello del suo maestro Chang Cheh, Hark ha sempre amato le storie di donne. A Better Tomorrow III: Love and Death in Saigon introduceva nel prequel dei due precedenti film la figura di Kim, una donna-bandito che diventava la “maestra” e l’interesse sentimentale di Mark-Gor, il personaggio interpretato da Chow Yun Fat, diventato poi l’eroe dei due principali episodi. La centralità del personaggio di Kim portò Woo ad abbandonare il progetto e Hark a dirigerlo, devo dire, con buon occhio. Anita Mui, piccola, con occhi grandi e magnetici, labbra piene e sguardo torbido, si rivelò oltre a un’ottima attrice anche una perfetta interprete di ruoli d’azione. Per me vederla in quel film, sentirla cantare la sua versione della canzone A Better Tomorrow eseguita precedentemente da Lesile Cheung, fu ispirazione per alcuni dei miei personaggi letterari più riusciti.Chi segue le avventure del Professionista non può ignorare che il personaggio di Shaibat visto per la prima volta in  ‘Morire a Kowloon’ è modellato su di lei e anche Laura in L’ombra del Corvo è indiscutibilmente Anita.  Anita Mui, nata nel 1963 e morta di cancro a 40 anni nel 2003- proprio  intorno a capodanno, quando mi trovavo nella città e vidi le edicole invase dai tabloid che le tributavano l’ultimo saluto -è stato un personaggio centrale dello stardom di Hong Kong.Spregiudicata nella vita sentimentale ( tra gli altri è stata amante anche di Jackie Chan), cantante trasgressiva al punto di strapparsi il costume di dosso e allacciarsi con i ballerini in torride coreografie, si era guadagnata il soprannome di “Madonna di Hong Kong” con riferimento alla più famosa collega americana.roveniente dai palcoscenici dei night club, Anita si era costruita una solida carriera come pop singer esordì quindi nel film Rouge di Stanley Kwan, una delicata storia psicologica di fantasmi ma  rivelò tutto il suo talento per la commedia e il film d’azione apparendo in film di Johnnie To e altri autori di fama.Nel 1992 fu protagonista di quello che venne poi definito in tutti i giornali di pettegolezzi L’Incidente, avvenuto in un night-karaoke di Kowloon.Anita, già nota per il comportamento trasgressivo, gli amori discussi, i ritardi sul set e le frequentazioni non sempre raccomandabili, stava festeggiando il compleanno in un night di Kowloon forse non troppo onesto. I night in Asia sono abbastanza diversi rispetto a quelli cui siamo abituati. Di solito sono divisi in sale separate affittate da gruppi di amici e isolati dal resto della clientela. È un particolare che noterete facilmente in quasi tutti i film di gangster dove ci siano scene nei night. Disgraziatamente quella sera, nello stesso club ma in un’altra sala, era presente un certo Wong Long-wai, noto gangster dei 14K, personaggio da non sottovalutarsi assolutamente in quanto capo della famigerata Triade affiliata, chiamata Hunan gang.La specialità della Hunan gang erano i furti in villa, una variante delle rapine nelle case dei ricchi che avvengono anche nel nostro paese, che poteva protrarsi anche per dieci, dodici ore durante le quali una squadra di picchiatori teneva sotto sequestro intere famiglie, violentando le donne, rubando tutto ciò che poteva, facendo uso di droghe, fracassando ogni cosa e, non di rado, uccidendo scomodi testimoni. Wong era anche padrone di una società di produzione e, saputo della presenza di Anita, la invitò a bere un bicchiere nella sua sala privata, probabilmente con la speranza di innescare quel meccanismo, misto di gossip e intimidazione, per poterla avere in un film della sua società.Anita Mui, che aveva intuito il suo gioco, rifiutò l’offerta ma – secondo il suo stile – in maniera estremamente eclatante, rispondendogli in inglese. Per un Capo della Collina di una Triade tradizionale era una doppia offesa.Irritato, Wong le intimò di rispondergli in cantonese perché altrimenti lui non capiva.Con ammirabile controllo di sé Anita mantenne la calma e replicò con un “so what?”(e allora?), beccandosi un ceffone dal malavitoso.Il problema era il “presunto” boyfriend del momento di Anita. Si trattava di Andely Chan, corridore automobilistico ma anche Palo Rosso di un’altra Triade e noto come la Tigre.Pochi giorni dopo, uscendo da un ristorante Wong fu avvicinato da Andely Chan e si beccò una pugnalata. Ricoverato in ospedale, fu assassinato da un sicario introdottosi nell’edificio.Anita Mui, per prudenza, partì immediatamente da Hong Kong per una tourné in Giappone dalla quale sarebbe tornata solo diversi anni dopo. Nel frattempo Andely Chan, vincitore del gran premio di Macao nella sua categoria, fu ucciso a pistolettate…Ultima nota di colore riguardante Anita Mui e L’Incidente.Anita, nel 1996, tornò a Hong Kong per riprendere la sua carriera di cantante e attrice. Durante le prove del suo primo spettacolo si ruppe un’impalcatura e la diva si fratturò una gamba… Qualche anno dopo Anita si trovò coinvolta nella produzione del film My Father Is A Hero con Jet Li, considerato anche in occidente il vero erede di Bruce Lee nel cinema marziale. Originario della Cina popolare, Li passò i suoi guai soprattutto a causa di un procuratore della Madrepatria come lui, tale Choi, già produttore di un film uscito anche in Italia, Shanghai 1920, con John Lone.Choi era un personaggio poco pulito, con diversi legami sia con le Triadi di Hong Kong che con la malavita della Madrepatria. Riuscì a far liberare Jet Li da un contratto capestro ma anche lui fece una brutta fine.Non è forse un caso se Li e Anita Mui si ritrovarono a lavorare nello stesso film, soprattutto perché My Father Is A Hero fu prodotto dalla Win’s Group, la società di Charles Heung di cui abbiamo appena parlato e di suo fratello Heung Chin Ho, sospettato di essere un capo della Collina della Triade Son Yee Oh.E così tra avventure, pettegolezzi, morti tragiche come quella di Alexander Fu Sheng, avvenuta nei primi anni 80 in un incidente d’auto sulle strade del Peak e il suicidio apparentemente inspiegabile del cantante attore Leslie Cheung in qualche modo prefigurato nel suo penultimo film, Double Tap, (che con un po’ di fortuna si può reperire anche in DVD in italiano), il cinema di Hong Kong ha avuto la sua fetta di ambigua celebrità intrecciando le sue vicende con quelle dei gangster che l’hanno frequentato.A conclusione di tutto ciò non si può comunque scordare il viso di Anita Mui che, tra tanti eroi dannati e violenti, è stata una vera diva nel senso hollywoodiano del termine.Anita si è spenta il 30 dicembre 2003, ma rimane un mito capace di commuovere ancora oggi con le note di una canzone o uno dei suoi sguardi tristi immortalati nelle foto di scena, che si possono acquistare nei negozi di memorabilia e al Planet Hollywood, locale a Victoria di proprietà di Jackie Chan.

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7 Responses to ANITA MUI:voglio una vita come le star

  1. Hot says:

    La divina Anita dalla vita complessa e affascinante, pretesto per un interessantissimo excursus sul cinema di HK.
    Anita-Shaibat è uno dei più bei personaggi della saga di Chance… indimenticabile!
    Tanti auguri per il 2011, Prof.

  2. Hot says:

    Anche se i più accorti sanno che le date per i cinesi non corrispondono, questa foto di Victoria Harbour è perfetta per questo post.

  3. Hot says:

    Ho dimenticato il link:
    http://www.ijackphone.com/wordpress/wp-content/uploads/2009/12/happy-new-year.jpg

  4. Lucius Etruscus says:

    Omaggio bellissimo e sentito: una minisera di informazioni e di collegamenti, come ogni tuo scritto ;-)

  5. ilprofessionista says:

    ho rielaborato alcuni pezzi scirtti per ‘E nel cielo nuvole come draghi’. Diverse le fonti, principalmente Hong Kong babylon che dovresti avere…Voci magligne parlano anche di una relazione con jackie ai tempi di Drunken MasterII…

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