E la nostra scrittura, da dove nasce?
Da una vita che si è fatta fatica e confronto forzato con sé e il mondo e che la pelle non è più capace di contenere, oppure da uno schema che si segue per esprimere un prodotto vendibile? Legittimo anche quest’ultimo metodo, senza dubbio, e oggi molto diffuso, in particolare nella narrativa fantastica, ma indubbiamente quasi sempre più basso dell’altro.
C’è snobismo in questa affermazione? Qualcuno potrebbe dirlo, ma sono convinto che il vero snobismo sia in chi scrive per uno schema, sia quello della narrativa per ragazzi o quello del dimostrare di essere qualcuno.
Passo per un saluto, Fabrizio.
Ti è stato proposto di partecipare a un’antologia di recente? Ieri sera ti ho sognato, e dovevi dirigere un lavoro editoriale o scrivere un racconto per qualcosa…
Complimenti, anche tu stai sviluppando doti. E non scherzo. Sì, devo mettermi a scriverlo e proprio ieri sera ho scritto l’incipit. Mi fai ufficialmente paura!
A cosa ti riferisci, quali doti?
Comunque è assurdo, perché di solito non ricordo un sogno manco se mi ammazzano. In questo c’eri tu e presentavi un (credo un’antologia) e dicevi che il primo editore si era rivelato una fregatura… e poi mi ricordo la frase esatta “Ma grazie all’intervento di Edizioni Milano, tutto si è risolto nel migliore dei modi’.
Boh… xD Ora dimmi chi sono ‘ste edizioni Milano xD
Eh eh, no, Edizioni Milano non le conosco, però si tratta di un racconto che potrebbe entrare a far parte di un’antologia pubblicata da un grande editore. Vedremo…