Alcune doverose informazioni circa il mio nuovo romanzo horror, La porta sbagliata, da oggi disponibile per l’acquisto presso i rivenditori online. Innanzitutto fa parte di una serie, “Le sette case”, pubblicata da Editrice GDS, i cui sette volumi sono leggibili indipendentemente l’uno dall’altro. Il filo comune è costituito dall’ambientarsi o dal prendere spunto da sette differenti case del paese di Verulengo, in provincia di Verona. Ricordate? Pantheon retico, Commento d’autore, scrittore fantasy assassino… sì, proprio quel paese. Le brutalità del luogo non si sono consumate con quel primo romanzo e nemmeno con il racconto Notte senza uscita, pubblicato di recente da MilanoNera in formato ebook, ma proseguono in altre storie, tra le quali per l’appunto quelle che sono comprese ne Le sette case.
Di cosa tratta il romanzo? Preciso che è un romanzo breve, ma infinitamente lunga sembra la sventura del suo protagonista, Enrico Bertazzi. Cosa succede quando un amico molto ricco, Gianfranco, gli chiede di tenergli per una settimana la villa di campagna, quella dove alcuni anni prima si è consumata una bruttissima disgrazia? Enrico, che di mestiere fa il guardiano, di certo non si tira indietro e si mostra disponibile per questo favore verso Gianfranco, il quale si deve recare in Austria per sistemare alcuni affari. Però… poco ma sicuro che le cose non vadano mai come previsto, quando le si programmano, no? E tutte le paure nascoste nell’ombra dell’uomo sono pronte a tornare in superficie.
Permettetemi di approfondire un concetto. Vado particolarmente fiero di questo scritto, perché, assieme al racconto Notte senza uscita, è il mio modo per parlare della crisi economica e di ciò che essa mette in luce dei rapporti personali. Senza timore di svelare troppo, è evidente che il ricco proprietario della villa, Gianfranco, chiede al suo amico Enrico di guardargliela in sua assenza soprattutto perché lo avvicina e lo considera in quanto “guardiano”. Per il mestiere che fa e non per ciò che è come persona. Da lì tutto l’horror che ne consegue. Anche Notte senza uscita prende spunto – forse in modo ancora più profondo e acuto – dagli orrori provocati dalla crisi economica: nel racconto pubblicato da MilanoNera, la crisi finanziaria di una famiglia di ricchezza medio-bassa è addirittura il punto di partenza per lo sviluppo dell’orrore quotidiano, sebbene lì si trovi declinato in maniera leggermente diversa da La porta sbagliata.
Ora basta, altrimenti vi svelo troppo. Solo un’ultima delucidazione, sperando di non inquietarvi con questa mia rivelazione tanto da impedirvi di leggere il libro. La porta sbagliata prende spunto da un fatto che ho vissuto personalmente nell’ormai lontano 2009. Cercavo casa e nell’afosa estate di quell’anno andai ad abitare per due o tre settimane a casa di un’amica, mentre lei era assente. Non riuscii a resistere per più di quindici giorni: fuggii letteralmente in preda alla paura, scacciato in malo modo da un appartamento che non mi voleva. Il resto dell’orrore è contenuto nel romanzo. Buona lettura!
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