Tutto di troppo Troppo di tutto

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Un giorno qualunque ti trovi a rispondere ad un annuncio di lavoro sul TrovaLavoro della tua citta’: poche righe formali di nota azienda nazionale  a richiedere posti di rilievo in area amministrativa, risorse umane e marketing clienti, per prossima apertura  di  due, dico due nuovi uffici  nella zona.

 E ci credi. Forse e’ il momento di spendere quella laurea in filosofia tanto agognata non per diventare prof- Precaria ma  scelta per passione e  soddisfazione personale.  Fremente e ansiosa prima del fatidico colloquio, rispolveri il completo buono di quando lavoravi in un ufficio: il tuo primo incarico fino alla pensione – diceva il capo della societa’ di consulenza, per poi darti il ben servito l’anno dopo licenziando tutti!

Un nuovo lavoro-pensi acconciando i capelli dalla piega smontata- dopo lunghi anni a crescere la figlia da sola e il trauma della separazione ancora da digerire! Ed eccoti giunta a destinazione in perfetto anticipo di 5 minuti. Salve buonasera, piacere Lucia!

 La breve e accaldata seduta del colloquio con curriculum aggiornato nei minimi particolari sul tavolo non lascia spazio alla chiarezza, anzi alimenta la confusione e ti prende addirittura in contropiede:  il nuovo capo non legge nemmeno il nome su quel pezzo di carta, figuriamoci la lunga lista delle esperienze lavorative e di formazione. Bla Bla Bla strategico e alla velocita’ della luce per disorientare e illudere che e’ il momento giusto e l’indomani ti chiede di presentarti in orario -meglio se in anticipo- e, mi raccomando Signora,  scarpe comode, dando un’occhiata al sandalo tacco alto rosso preso con i saldi!

Rientri di corsa, hai sacrificato il pomeriggio dedicato alla festa di compleanno del tuo nuovo compagno. Ma ci credi. Vedrai e’ il momento buono. Dai che ci riesci – dice lui con occhi dolci scartando il regalo! Sistemi la figlia per la notte altrove.

Ti alzi presto, il mal di stomaco bussa alla porta. Calcoli la migliore strada, c’e’ traffico e non sei abituata. Un pensiero alla figlia, chissa’ se ha dormito bene a casa dei nonni, il distacco non da’ pace ai sensi di colpa!

 Arrivi in anticipo, l’acqua una benedizione al bruciore che annebbia la vista. Suoni il citofono e ti accoglie una coscialunga in super tacchi e musica da disconight. Le quattro sedie dei candidati si riempiono. Ad uno ad uno veniamo chiamati dal grande capo, super pompato nella nuova giornata di selezione.

 Ma qualcosa non va, non tornano i conti. Vieni affiancata al migliore consulente e lo seguirai dal cliente in esterna: bocca chiusa e cellulari spenti. Usciamo presto in strada, il giovane sbarbato ti racconta la storia dell’azienda che nessuno ti aveva ancora detto, grossi clienti del passato, nomi importanti perfino una squadra di calcio di Serie A, e anche l’happy meal di quell’azienda e’ idea Nostra. Bla Bla Bla e’ ancora presto, prendiamo un caffè’ con doppia sigaretta per profumare l’aria del bar. Arrivano altri due colleghi con la nuova biondina che proprio ieri ha superato la giornata di prova della selezione. Dai che ci riesci.

E’ quasi ora. Ancora non e’ chiaro dove e’ il cliente da incontrare in esterna, sono gia’ le 9,30: vogliamo andare? Si parte in 5. Si raggiunge il parcheggio, si va oltre, un piazzale, un palazzo. Il citofono digitale indica i 12 piani, un’occhiata veloce alle targhe: forse e’ un pezzo grosso anche questo cliente. Il mio tutore si aggiusta la giacca e la cravatta, respira profondamente e si passa una mano fra i capelli. Si, dai che ce la fai! Seleziona un numero dell’interno, silenzio. Lui e’ solo davanti al videocitofono. Silenzio e sguardi nervosi, cartelle ben strette al petto. Una donna risponde dal nulla chiedendo referenze: ed ecco svelato l’arcano. E lui, con voce ferma e sicura, come un conferenziere alla sede della cattedra annuncia: servizio elettrico e gas mi apre il portone? Questo e’ troppo incredibile!

E via nell’ascensore tutta la squadra: il palazzo e’ preso d’assalto come una squadra di nox in incognito. Il porta a porta non da’ tregua. Scale, portoni, porte sprangate e abbai di un cane. No grazie.  Riesco a dire all’unisono con la gente importunata e rubata alla privacy della propria casa!

Torno sui miei passi e uno sguardo svelto accarezza le scarpe da ginnastica: scarpe comode! Disse il balordo profittatore, gonfio nella maschera da grande capo! No grazie: questo e’ troppo.

Ho un impegno da onorare: passare il resto della giornata insieme a mia figlia… Tanto domani esce il nuovo numero del CercoeTrovo!

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