Paolo Roversi intervistato dai lettori di Pescemangiacane

Il Gruppo lettura online di Pescemangiacane, il recente noir di Paolo Roversi (Ed. Ambiente) è stato un successo: dopo la lettura in solitaria i partecipanti si confrontano per condividere le impressioni di lettura, emozioni in noir e risonanze dei passi salienti.  L’Autore in persona ci segue tra le righe per rispondere ai dubbi, domande e/o critiche!

A Voi la parola Amici di Pescemangiacane!

This entry was posted in attualità, cultura, emozioni, gruppo di lettura and tagged , , , , , , , , , , , . Bookmark the permalink.

22 Responses to Paolo Roversi intervistato dai lettori di Pescemangiacane

  1. emozioni says:

    Ciao Amici di Lettura in noir di Pescemangiacane, i primi commenti sono postati su “Il gruppo di lettura si confronta su Pescemangiacane di Paolo Roversi” che precede questo post.
    Vi aspetto appassionati e numerosi,
    LuciaCucciolotti

  2. Laura Taramelli says:

    Ciao a tutti.
    Finito il libro in un soffio. Mi è piaciuto moltissimo, tanto che vorrei approfondire la conoscenza di quest’autore.
    Bello il giallo; alla fine siamo in qualche modo dalla parte dell’assassino – quello che fa è sbagliato, ma in fondo …
    Le due caratteristiche che ho apprezzato di più del romanzo sono uno questo spostare l’attenzione dai vari protagonisti – al principio non capivo chi fosse la voce in prima persona! – l’altro il fare del fiume un personaggio, direi il protagonista quasi, di tutto lo scritto. Noi che viviamo vicino al Tevere ormai lo guardiamo solo da lontano, non ci arrischiamo più ad avvicinarci per quanto è inquinato. Che spreco ….

    • Paolo Roversi says:

      Ciao Laura,
      hai ragione il Tevere è un fiume “morto” almeno quanto il Po. Sono felice che il mio romanzo ti sia piaciuto 😉

  3. emozioni says:

    Barbara, giornalista e lettrice, scrive:

    caro Paolo,
    grazie a te per condividere con noi questo momento di lettura, torno di nuovo on line con altri commenti dopo il primo a caldo, mi son presa qualche giorno anche per far sedimentare le emozioni provocate dalla lettura, confermo le prime impressioni rispetto alla scrittura e mi chiedevo se hai preso spunto dalla cronaca e da lì è poi nata la narrazione, o se invece l’ispirazione è partita dal “fiume” e poi ci hai costruito attorno la storia farcita anche di cronaca.
    Due note sui i personaggi principali: Barillà e Della Lovere mi sono sembrati un po’ troppo stereotipati, funzionano con il ritmo del testo e dell’intreccio, ma qualcosa mi stonava fra le righe… lui guardia gay emigrata dal presunto sud arretrato al nord emancipato e lei brava e integerrima che non può non “innamorarsi” di lui… e questa sensazione si lega anche ad una altra questione, che è una mia fissazione anche professionale, e cioè la mancanza di un linguaggio sessuato. Perché il magistrato Della Lovere e non la magistrata Della Rovere? La seconda domanda è infatti questa: ti sei mai posto nelle tue narrazioni la questione di un linguaggio non neutro?
    per ora passo e chiudo, grazie e buona serata a tutti
    barbara

    • Paolo Roversi says:

      Ciao Barbara,
      metti un sacco di carne al fuoco. Cercherò di rispondere qui di seguito.
      L’idea del romanzo è nata dall’amore per il fiume: volevo raccontare il Po com’era e com’è. La storia, e i personaggi, erano finalizzati a questo: la (ri)scoperta del grande fiume.
      Quanto a Barillà e Della Lovere sono due personaggi diversi dai miei soliti, forse anche con alcune caratteristiche “classiche” ma entrambi nella narrazione subiscono uno scarto, cambiano… E questo mi interessava raccontare.
      Infine sul “neutro”: ritengo che il narratore debba essere quanto più esterno possibile, poco invasivo. Devono essere i personaggi e le situazioni a “far venir fuori la storia” e quindi il punto di vista lo si legge fra le righe.
      A presto
      Paolo

      • barbara says:

        scusa/te leggo con molto ritardo, son stata travolta dal rientro lavorativo, grazie per le risposte e gli interventi…sul neutro magari ci ritorniamo con calma 🙂 credo che non sya tanto questione di invasività, mi riferivo piuttosto al non riconoscimento di una società sessuata che infatti viene cancellata da un finto linguaggio neutro, x farla breve e come avrebbero detto negli anni settanta, è il maschile che sussume il femminile, anche quando, come nel caso della nostra lingua, c’è la possibilità di non farlo… grazie ancora e alla prossima
        barbara

  4. emozioni says:

    I partecipanti al gruppo lettura sembrano davvero entusiasti di Pescemangiacane!
    Ringrazio Laura Taramelli e Barbara per i loro interventi e
    grazie a Laura che condivide le Sue impressioni di lettura e rigira una bella domanda a Roversi:
    “Rodrigo Barillà ti somiglia? o senti più vicino alle tue convinzioni il Matteo vendicatore per giusta causa????”

    • Paolo Roversi says:

      ehehe, forse entrambi. Anche perché entrambi hanno a cuore il fiume seppur “combattendo” su fronti diversi

  5. Alfonso76 says:

    Oltre ai complimenti per Pescemangiacane, che saranno scontati ma sono davvero sentiti, una domanda più generale sul tuo rapporto con il web: resisti alla tentazione di leggere recensioni e commenti sui tuoi scritti, o googli ricercandoli?

    Ancora grazie per le belle emozioni del tuo romanzo,
    Alfonso

    • Paolo Roversi says:

      Ciao Alfonso,
      devo confessare: non resisto. Ho un google alert che mi segnala quando si parla dei miei romanzi (ho letto le tue recensioni infatti 😉 C’è sempre da imparare dai pareri dei lettori.
      grazie dei complimenti
      Paolo

  6. Laura Taramelli says:

    Volevo chiedere a Roversi come mai il “detective” di questa storia è così fuori dagli schemi. Non tanto per il fatto che sia omossessuale, quanto proprio nell’atteggiamento così provocatorio: occhiali a specchio, bullo da quattro soldi, passato da travestito… Poi scopre delle profondità inaspettate; allora perchè queste caratteristiche cosi ” a cotè”?

    • Paolo Roversi says:

      Ciao Laura,
      in effetti con Barillà ho voluto giocare coi cliché. Me lo sono immaginato come uno dei Village People ma poi gli ho dato un’anima e una sensibilità ben diverse… Questo per dimostrare come non ci si debba fermare alle apparenze. Specialemnte con questo personaggio che forse (ma ancora devo decidere) farò rivivere in altre storie. Voi che ne dite?
      A presto
      Paolo

  7. emozioni says:

    grazie Alfonso e Laura per i Vostri acuti interventi,
    passo a Roversi la parola!

  8. emozioni says:

    Ebbene eccomi a fare qualche osservazione:
    Pescemangiacane e’ un noir piacevolmente leggibile, ben si presenta con il suo titolo inquietante e una copertina che lascia impronte di morte, altresi racchiude in se’macigni grossi difficili da digerire! Pagina dopo pagina saliva in me la nausea per il puzzo terribile e nauseabondo di quella “fogna a cielo aperto” che risputava cadaveri inghiottiti nella sabbia e allo stesso tempo non vedevo l’ora di sedermi al tavolo della buona vecchia Romagna per gustare tortelli e assaporando dell’ottimo vino.
    Dunque chiedo a Roversi il perche’ di questo tuffo nell’attualita’ destando l’attenzione e risvegliando le coscienze sul puzzolente riciclo di rifiuti?

    • Paolo Roversi says:

      Credo che per lasciare il segno nella mente del lettore a volte bisogna essere un po’ crudi anche se non racconto mai di scene troppo cruente. Per quel che riguarda invece l’inquinamento, putroppo, non ho inventato nulla. E’ tutto vero e questa è la denuncia che sta alla base del romanzo: salviamo il fiume prima che muioa…

  9. etty says:

    Sto leggendolo, la descrizione dell’ambiente fluviale è bellissima, compreso gli aneddoti , devi proprio avercelo sulla pelle per scriverne così, c’è la descrizione del vino della polvere che solo quello merita la lettura del libro, mi sembra che tu stia migliorando velocissimamente anche come scrittura e ritmo. ho qualche dubbio sulle figure femminili, forse le sottovaluti? poi l’intreccio racconto dei luoghi e il filo del giallo, molto ben congegnato. Mi era piaciuto tanto Niente baci…. un po’ più incasinato La mano sinistra… ma come ti sono venute in mente le trasfusioni di siluro è pazzesco!!!!!
    Sono una tua sostenitrice !!

    • emozioni says:

      Grazie Etty per il tuo intervento, continua a seguirci su Hotmag, che presto l’Autore ti rispondera’!

    • Paolo Roversi says:

      Ciao Etty,
      grazie per i complimenti e per la “fedeltà” come lettrice. La pagina sul vino della polvere è una a cui tengo moltissimo: ho cercato in quelle righe di riassumere lo spirito della gente del fiume e infatti la faccio sempre leggere durante le presentazioni. Quanto ai personaggi femminili è vero, a volte faccio fatica, ma nel nuovo romanzo in uscita (16 febbraio), mi dicono, ho finalmente superato anche questo piccolo handicap 😉
      Infine per il siluro: non sai quante telefonate ho fatto ad amici medici per chieder loro se era possibile “ammazzare” qualcuno in quel modo…
      A presto e auguri
      Paolo

      • etty says:

        Importante anche la riflessione sui disastri ecologici e la diretta sul fatto del Lambro, fiction e realtà ben messe insieme, bravo il prossimo è quello su Milano?
        Sto leggendo Blue Tango!

        • Paolo Roversi says:

          Ormai hai letto tutto ma tieni un posticino 😉 Il prossimo è Milano Criminale ed esce il 16 febbraio… Hai il tempo di finire Radeschi e d’immergerti nella Milano dei 60 e 70…

  10. emozioni says:

    Una bella anticipazione… il nuovo romanzo di Paolo Roversi in uscita il 16 febbraio: una data da segnare nel mio Blackberry…. e nei vostri calendari personali!

  11. Pingback: L’ira funesta di Paolo Roversi: dal 4 febbraio è sul gdl online. | Emozioni… in corso

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *