Triora Halloween 2010

Alcuni post fa vi ho parlato della Halloween Gothic Fest, organizzata da Autunno Nero, che trasformerà la cittadina di Dolceacqua nell’Ade, il regno dei morti.

Se preferite invece trascorrere il 31 di ottobre in modo più tradizionale, strizzando un occhio al passato, vi consiglio il Triora Halloween 2010, altra manifestazione di spicco di una delle ricorrenze più antiche d’Europa.

Per questa prima edizione gli eventi saranno molti e di vario tipo. Aprirà le danze sabato 30 il classico mercatino tematico, seguito dal concerto per arpa celtica Alchymia Musicae, che proporrà brani tradizionali e classici, e dal live dei Running Birds, gruppo rock di Ventimiglia tra anni ‘70 e progressive.

Protagonisti indiscussi della notte di Halloween saranno invece i tre falò propiziatori che illumineranno per l’occasione il centro storico di Triora: per chiunque voglia poi partecipare a suggestive pratiche magiche intorno al fuoco o semplicemente trascorrere una serata in allegria, l’organizzazione ha ideato danze e coreografie speciali che saranno per l’occasione accompagnate da musica tipica occitana.

Tra le tante iniziative interessanti e particolari non possiamo inoltre non citare il corteo selvatico delle streghe, con la partecipazione dei Masche Parpaje, gruppo che spazia dalle canzoni popolari locali fino alle sonorità bretoni, e il concerto dei Lou Seriol, band che esegue musica in lingua d’oc.

Infine il Comune di Triora garantisce la partecipazione anonima di streghe e stregoni che si uniranno alla folla per assicurarvi un Halloween ancora più indimenticabile.

La cittadina di Triora (IM) è facilmente raggiungibile in treno (fermandosi alla stazione di San Remo o Arma di Taggia e proseguendo con l’autobus) o in auto (uscendo dalla Genova-Ventimiglia ad Arma di Taggia). Per l’occasione sarà disponibile anche un servizio navette speciale.

Per orari e altre info vi rimando al sito del Triora Halloween 2010. http://www.triorahalloween.it/

Vi troverete tra le altre cose anche il programma dettagliato degli eventi e consigli utili su dove alloggiare e mangiare.

Posted in Lifestyle | Tagged , , , , | Leave a comment

Festival della letteratura del crimine 2010

Dal 25 al 27 novembre si svolgerà a Palazzo Stella a Genova la sesta edizione del Festival della letteratura del crimine, organizzato dall’Associazione Culturale Satura.

Interverranno alla manifestazione trenta scrittori nazionali e internazionali, venti case editrici grandi e piccole e duecento giovani promesse selezionate dal concorso Il giallo in classe.

Quest’anno sono molti i titoli in uscita o di recente pubblicazione di cui si parlerà. Ogni romanzo verrà presentato per circa un’ora, durante la quale sarà possibile fare domande e aprire dibattiti a tema. Parteciperanno inoltre alle discussioni di volta in volta anche medici legali, sociologi, psicologi ed esperti del settore.

Per tutti i giornalisti o anche solo per i curiosi, gli autori saranno disponibili per ulteriori chiarimenti mezz’ora prima del loro intervento.

Non mancheranno, infine, come nelle precedenti edizioni, la rassegna d’arte Probabili Indizi, una mostra fotografica di “nera” e un accompagnamento musicale a tema a sottolineare le diverse fasi di questa tre giorni all’insegna del giallo.

L’entrata è libera.

Per ulteriori info vi rimando al sito dell’Associazione http://www.satura.it/

Palazzo Stella si trova in piazza Stella 5, non distante da Palazzo Ducale e dall’Acquario.

Posted in Lifestyle | Tagged , , , | Leave a comment

Lucca Comics and Games 2010

Quattro giorni di pace, arte e giochi animeranno quest’anno la cittadina toscana di Lucca in occasione della rassegna del fumetto più famosa d’Italia: il Lucca Comics.

L’edizione del 2010, dal 29 ottobre al 1 novembre, sarà infatti all’insegna della “beat generation”, come traspare anche dal manifesto, disegnato per l’occasione da Massimiliano Frezzato, illustratore torinese di talento, che unisce ironia e surrealismo ad ambientazioni fantastiche. Protagonista del poster pubblicitario è la favola di Cappuccetto Rosso, rivisitata in stile 60′s/70’s: il lupo è un chitarrista, la nonna è una simpatica vecchietta con tanto di bandana a fiori e il cacciatore sembra un reduce del Vietnam.

Oltre alla solita mostra mercato, circa 22.000 metri quadri di stand, aperta dalle 9 alle 19, quest’anno la manifestazione ospiterà cinque personali, allestite nei palazzi storici della città: tra queste ricordiamo le tavole dello stesso Frezzato, l’esposizione di Gary Frank, disegnatore per Marvel e per DC Comics e una collezione di comic book, giornali e manifesti della scena underground americana, a cavallo tra anni Sessanta e Settanta.

Per quanto riguarda la sezione games, invece, interverrà alla kermesse, come ospite speciale, lo scrittore Terry Brooks, famosissimo e premiatissimo autore de Il ciclo di Shannara, vera e propria (gradita) sorpresa del “festival” insieme alla mostra dedicata agli artwork digitali di Assassin’s Creed – Behind the Brotherhood, in uscita a novembre per Xbox 360 e PS3.

Ma le novità non finiscono qui: avremo anche tra gli altri James Gurney (autore di Dinotopia), la gara di cosplay, quest’anno in collaborazione con il Japan Expo di Parigi e il gioco di ruolo dal vivo, in stile Dungeons and Dragons, ambientato fin nei sotterranei della città.

Inoltre, per sottolineare ancora di più il carattere musicale della manifestazione, quest’anno parteciperanno al Lucca Comics numerose cover band dei cartoni animati, tra cui La mente di Tetsuya e ci sarà anche un concerto speciale dei Tre allegri ragazzi morti dal titolo R.A.R. – Risate Anti Razziste, a sottolineare il potere mediatico che hanno fumetti e musica nella lotta contro l’intolleranza e la discriminazione.

La citta di Lucca è facilmente raggiungibile in auto oppure in treno. Per l’occasione Trenitalia aggiungerà alcuni treni speciali.

I biglietti si possono acquistare dai punti vendita autorizzati, online, oppure direttamente a Lucca: per un giorno il costo è di 14 euro.

Per info più specifiche vi rimando al sito ufficiale, esauriente e ben costruito.

http://www.luccacomicsandgames.com/

N.B. Il post di questa settimana non è a carattere strettamente dark ma mi sembrava doveroso (e interessante) parlare del Lucca Comics di quest’anno, soprattutto per lo strano connubio di musica e fumetti che sarà.

Posted in Libri, Lifestyle, Videogames | Tagged , , , , | Leave a comment

Lovecraft ispira Del Toro

Guillermo Del Toro torna a parlare della realizzazione cinematografica di Alle montagne della follia, di Howard P. Lovecraft.

Dopo 13 anni di notizie contradditorie, sembra che il regista de Il labirinto del fauno abbia finalmente trovato un produttore d’eccezione in James Cameron: “La partnership con James è grandiosa, siamo amici da 20 anni e lui è sempre stato un mio sostenitore”, racconta Guillermo.

Secondo alcune indiscrezioni il film sarà girato in 3D stereoscopico, a partire dal maggio 2011, con un budget di circa 130 milioni di dollari e vanta la partecipazione tra gli altri di Dennis Muren della Industrial Light & Magic (presente in film del calibro di Star Wars, E.T. e Jurassic Park), già all’opera nella creazione dei mostri di Lovecraft.

“Sarà un horror epico in larga scala, non si è mai visto niente di simile da molto tempo – direi dai tempi di Aliens. Il lavoro di Lovecraft lascia molto spazio  all’immaginazione, è riuscito a creare un senso di orrore senza essere esplicito”, dichiara James Cameron.

In realtà la sceneggiatura per il romanzo del Solitario di Providence, pubblicato a episodi nel 1936 sulla rivista Astounding Stories, era già pronta da tempo. Del Toro, però, da vero appassionato, desiderava rimanere fedele alla trama originale, senza proporre cambiamenti di epoca, ambientazione o storia per rendere il titolo più commerciale: “Se non verremo supportati in maniera adeguata, non farò il film. E’ un film che voglio fare da 30 anni. Ci penso da quando ero un bambino, da quando sono diventato fan. E’ uno di quei romanzi che ti formano”.

La Universal, casa finanziatrice del progetto, avrebbe infatti proposto varie modifiche, tra cui l’aggiunta di un personaggio femminile tra i ghiacci dell’Antartide, non presente nel romanzo, come risulta dalle dichiarazioni di Del Toro: “Mi hanno suggerito di inserire una storia d’amore, ma io non la metterò. Secondo Lovecraft non era appropriata, e neanche secondo me”.

Ad interpretare uno degli esploratori protagonisti del romanzo potrebbe essere Tom Cruise, a lungo corteggiato da Del Toro, oppure James McAvoy, preferito da Universal.

Per quanto mi riguarda, vista la qualità dei precedenti film ispirati ai racconti di Lovecraft, e mi riferisco in particolare a Dagon (2001) e Cthulhu Mansion (1990), attendo con ansia la realizzazione di un titolo che dia definitivamente lustro ad uno degli scrittori che preferisco.

Infine, oltre al film, è in cantiere anche un videogioco ispirato a Lovecraft, sempre creato da Del Toro e prodotto da THQ: “Non sarà un vero e proprio survival horror, piuttosto uno strano mix di generi e sensazioni. Un horror Lovecraftiano, diciamo così”. La produzione sarà lunga, vista l’ampiezza del progetto, “nel migliore dei casi arriverà non prima del 2013”.

Posted in Cinema, Libri, Videogames | Tagged , , , , | Leave a comment

La leggenda di Tanabata

Al liceo mi è capitato di leggere Kitchen (di Banana Yoshimoto), uno di quei libri che ti strappa una lacrima in più ma ti lascia dentro quel briciolo di maturità e consapevolezza che a quell’età fanno la differenza. Ricordo il momento. Sotto le coperte, emozionata da Moonlight Shadow, l’ultimo racconto del volume: all’epoca mi era sembrato di una delicatezza disarmante, il finale ancora di più. Strano, perché lo percepivo come uno di quei racconti che ti cambiano la vita, invece il giorno dopo ero la solita, mi ero già ripresa. Buffo animale l’essere umano, così fragile ma così bravo a sopravvivere.

Ma torniamo a noi. Grazie a questo racconto ho conosciuto Tanabata, un misto di romanticismo e spiritualità che forse solo il mondo orientale può comprendere fino in fondo.

Per potervi spiegare meglio di cosa si tratta dobbiamo però fare un passo indietro alle origini di questa parola.

Secondo un’antica leggenda cinese, molti e molti secoli fa, due giovani innamorati, una bellissima principessa e un giovane pastore, passavano troppo tempo insieme e trascuravano i propri doveri: lei non tesseva più abiti per gli dei e lui non pascolava il gregge. Proprio per questo il padre della ragazza decise che si sarebbero visti un solo giorno all’anno, il settimo del settimo mese. E da allora succede sempre così: il 7 luglio infatti il Mandriano, la stella Altair della Costellazione dell’Aquila, e la Tessitrice, la stella Vega della Costellazione della Lira, si incrociano nel cielo e sono entrambe più luminose.

Il 7 luglio è inoltre un giorno pieno di speranza: si dice infatti che un desiderio espresso durante la notte di Tanabata si realizzi entro tre anni. Per questo i Giapponesi scrivono richieste in forma di poesia e le appendono a canne di bambù, che per l’occasione decorano le loro città.

Nel tempo Tanabata è stato poi considerato più generalmente come il giorno in cui gli innamorati divisi si possono finalmente incontrare e anche quello in cui si ricorda l’amore per qualcuno che purtroppo non c’è più.

Se i pensieri di chi è morto e la sofferenza di chi ha perduto una persona cara sono in corrispondenza, si dice sia possibile vedere lo spirito del defunto e finalmente congedarsi dal dolore, come succede alla protagonista di Moonlight Shadow. Non è però così semplice: il fenomeno Tanabata accade almeno una volta ogni cento anni, più facilmente vicino ai grandi corsi d’acqua, in questo caso metafora della Via Lattea, il fiume celeste.

Potete crederci o meno ma resta comunque una leggenda affascinante.

Posted in Libri, Lifestyle | Tagged , , , , | Leave a comment

Il figlio del cimitero, di Neil Gaiman

Riflessioni sulla vita e la morte, atmosfere gotiche e tanta ironia sono gli ingredienti principali di The Graveyard Book (in Italiano Il figlio del cimitero), la nuova favola dark di Neil Gaiman, già autore di Stardust e Coraline e fumettista di successo.

“Mio figlio Michael mi ha dato l’ispirazione per questo libro. Aveva solo due anni, era estate e girava con il suo triciclo tra le lapidi, quando ho sentito che avevo in mente un libro. Poi ci ho messo solo una ventina d’anni a scriverlo”, ci svela Gaiman nei ringraziamenti finali.

Scritto in giro per il mondo (Florida, Cornovaglia e New Orleans) e vincitore della Newbery Medal e dello Hugo Award 2009, The Graveyard Book racconta la toccante storia di Nobody Owens, bimbo sfuggito all’omicidio della sua famiglia e cresciuto come un novello Mowgli tra i fantasmi di un cimitero di campagna.

Il personaggio di Bod (diminutivo di Nobody), già presente nella raccolta Il cimitero senza lapidi e altre storie nere, è qui però descritto più precisamente: Bod è un ragazzino normale, che cresce, fa nuove esperienze e gioca con amici un po’ particolari, tra cui la strega Liza (sarebbe bello ritrovarla in un’avventura monografica) e il mentore Silas (nasconde un segreto, ma non vi dirò di più), personaggi perfettamente caratterizzati, che “bucano” la pagina.

I morti e i fantasmi sono per Nobody un passato da conoscere e non qualcosa da temere, proprio perché donano verità assolute che si possono imparare solo da chi ha vissuto prima e più a lungo.

Il cimitero diventa quindi un posto di pace dove nessuno può farci del male: è proprio il cimitero infatti il luogo dove Bod si rifugia all’inizio e dove verrà protetto per tutto il romanzo dal coltello dell’assassino. Nasce qui, secondo me, una forte contrapposizione tra i vivi, pericolosi, mentitori e spesso malvagi e i morti, sinceri e generosi, che non hanno ormai più nulla da perdere.

Anche in questo libro, come in Coraline, non mancano quindi le tematiche adulte, le domande eterne che fanno riflettere e la speranza finale di poter imparare a convivere con un mondo crudele. Gaiman viene infatti definito da Clive Barker un vero e proprio genio “che cucina le sue storie come un cuoco pazzo preparerebbe una torta nuziale: strato su strato, amalgamando nella stessa miscela ingredienti dolci e amari”.

N.B. E’ attualmente in lavorazione anche un film basato sulla storia di Bod, per la regia di Neil Jordan, vincitore di un premio Oscar.

Posted in Libri | Tagged , , , , | Leave a comment

The Dark Side Of The Moon

Questa volta vi propongo un esperimento: posto una recensione di The Dark Side Of The Moon scritta in stile Pink Floyd. Vuole essere un omaggio ad uno dei miei gruppi preferiti e la traduzione poetica di tutte le emozioni che hanno saputo regalarmi.

Universi filosofici rarefatti, tappeti sonori sospesi nel tempo e un prisma psichedelico in copertina danno vita, nel 1973, ad un capolavoro eterno al di là dei confini di genere: The Dark Side of the Moon.

L’ottava e innovativa opera dei Pink Floyd, 45 milioni di copie vendute e una permanenza in classifica da capogiro, costituisce una vera e propria esperienza musicale da vivere completamente, utilizzando tutti i sensi a nostra disposizione.

Con questo concept album, lo space rock della band inglese tocca finalmente il suolo terrestre e si destreggia con problemi più umani. I testi di Roger Waters descrivono infatti il lungo e difficile cammino dell’uomo, sempre in equilibrio precario, nel tentativo disperato di andare al di là di una semplice esistenza, con negli occhi un desiderio irrealizzabile di infinito. Ed ecco allora che si parla di ansie, ossessioni, paure e tutto il lato oscuro della vita quotidiana.

Registrato nei famosi studi di Abbey Road con la supervisione di Alan Parsons, vede la partecipazione di tutti i membri del gruppo e l’utilizzo di tecniche di registrazione innovative e sperimentali per l’epoca. E’ infatti un sintetizzatore a far impazzire la frequenza delle note nel brano On The Run. Ci troviamo qui di fronte a suoni impalpabili e a volte incomprensibili, tutto il caos del mondo che prende vita nel battito di un cuore o in una risata.

 

Tra i marchi di fabbrica di questo album, spiccano sicuramente il suono della chitarra di David Gilmour, aperto e cristallino che si allunga e si deforma, i vocalizzi di The Great Gig In The Sky e i silenzi e le pause di Us And Them, struggenti e comunicativi. Questa è la magia dei Pink Floyd che ci porta al lato oscuro della luna dove la forza di gravità e le connotazioni temporali non esistono.

 

Ascoltando quest’opera visionaria tocchiamo infatti tutte le emozioni del creato, fino ad arrivare all’elogio della follia di Brain Damage e alla condizione umana dell’Amleto di Shakespeare, quella “quiet desperation” di Time, che fa scorrere dentro di noi ansie e nevrosi, senza però privarci della volontà di espressione.

 

http://www.youtube.com/watch?v=MYiahoYfPGk

Posted in Musica | Tagged , , , , | Leave a comment

Autunno Nero 2010

Anche quest’anno al via la nuova edizione del Festival Internazionale di Folklore e Cultura Horror Autunno Nero. Sul programma completo per ora non posso darvi notizie più dettagliate, ma ho alcune interessanti anticipazioni su quello che sarà la Halloween Gothic Fest 2010, manifestazione di spicco della kermesse.

Tra il 30 e il 31 ottobre a Dolceacqua, paesino medievale dell’entroterra imperiese, andrà in scena l‘Ade, il regno dei morti: questo è infatti il tema scelto dagli organizzatori. Le strade e le zone della città saranno ribattezzate per l’occasione con nomi infernali: avrete quindi la possibilità di varcare l’Acheronte, specchiarvi nell’abisso del Tartaro, visitare il castello di Ade e Persefone e passeggiare lungo i Campi Elisi. Ad accompagnarvi in questo oscuro discendere dantesco, ci saranno le classiche zucche di Halloween, che illumineranno il vostro cammino e ne segneranno il percorso per tutta la manifestazione.

Nel pomeriggio, inoltre, allo spettrale Castello dei Doria (che domina la città col suo ponte maestoso), ci saranno alcuni incontri sul femminile tenebroso: si parlerà di streghe, di Ecate (dea misteriosa e magica), di strane presenze e di fantasmi.

Ad animare le serate non mancheranno spettacoli di giocoleria e rappresentazioni teatrali, degustazione di vini e di cioccolato per tutti i golosi e due concerti di musica rock: interverranno infatti i Klimt 1918 (gruppo italiano alternative) e gli Epica (band symphonic metal olandese).

Per quanto riguarda l’ambito fumetto, che viene ogni anno sviluppato con cura, verrà festeggiato il decimo compleanno di Dampyr, della Bonelli Editore: per l’occasione ai presenti verrà consegnato un albo speciale di 16 pagine, ambientato a Dolceacqua.

Il prezzo dei biglietti singoli è di 15 euro per un giorno (più i diritti di prevendita), e di 25 euro per due, acquistabili su http://www.ticketone.it/.

Oltre alla provincia di Imperia, Autunno Nero toccherà come ogni anno anche Genova: il 13 e il 14 novembre al Castello D’Albertis (zona Castelletto) si svolgerà infatti la seconda edizione del Convegno di Studi sul Folklore e il Fantastico, quest’anno con il titolo Metamorphosis. Miti, Ibridi e Mostri. L’entrata sarà gratuita.

Per ulteriori informazioni vi rimando al sito http://www.autunnonero.com/.

Se poi volete comprendere meglio l’atmosfera generale del festival vi lascio un mio articolo sull’edizione di Autunno Nero 2009.

http://milanonera.hotmag.me/?p=4868

N.B. Dolceacqua è facilmente raggiungibile in auto o in treno fermandosi a Ventimiglia e proseguendo con l’autobus.

Posted in Lifestyle | Tagged , , , , | Leave a comment

La leggenda di Buddy Holly

Il 3 febbraio del 1959, in un incidente aereo nel piccolo stato dello Iowa, perdeva la vita uno dei primi cantautori della storia del rock: Buddy Holly. Vero e proprio pioniere della registrazione moderna, ci ha lasciato così tanto materiale da continuare a pubblicare e vendere per anni come un artista attivo. Insieme a lui su quel volo, oltre al pilota, morivano anche le altre due stelle del Winter Dance Party Tour di quell’anno: il californiano di origine messicana Ritchie Valens e il dj texano “The Big Bopper” Richardson. Da allora su questa tragedia sono state scritte molte cose e il volo del piccolo Beechcraft Bonanza è diventato leggenda. Ma fu davvero un semplice incidente?

Il caso fu archiviato quasi subito. Secondo la polizia locale l’aereo era precipitato per le pessime condizioni meteo e l’inesperienza del pilota, solo 21enne. E in effetti quella sera nevicava e il vento soffiava come non mai.

Il proprietario del servizio noleggio Dwyer Flying Service, però, non la pensava così: “E’ successo sicuramente qualcosa durante il volo. Il mio pilota conosceva bene quel tragitto e sarebbe stato in grado di atterrare ovunque”, dichiarò più avanti al figlio di The Big Bopper.

E qui entra in gioco una biografia a tratti scioccante, scritta da un certo Ellis Amburn, giornalista ed editore, che si era già occupato della vita di Roy Orbison. Secondo Amburn, Buddy Holly e il pilota avevano litigato e in qualche modo era partito un colpo dalla pistola che Buddy portava sempre con sé. “La polizia locale aveva riscontrato segni di colluttazione a bordo dell’aereo”, racconta Amburn nella biografia. Tutto questo però non venne mai menzionato nel report ufficiale delle indagini, così come non venne nemmeno nominata la pistola, dalla quale mancava appunto un colpo. Come mai?

La spiegazione è molto più semplice del previsto: la pistola fu trovata solo due mesi dopo in un campo e probabilmente fu sparato un colpo per capire se ancora funzionava.

Ma tornando alla colluttazione a bordo, che fine aveva fatto il proiettile? Secondo alcuni aveva colpito l’intelaiatura dell’aereo e aveva in qualche modo modificato l’assetto del velivolo, secondo altri è ancora conficcato nel sedile del pilota. In realtà nulla è mai stato effettivamente provato.

Recentemente un nuovo tassello si è aggiunto al mosaico di teorie e leggende, a tratti anche fantascientifiche, che ruotano intorno al giorno in cui è morta la musica.

Perché i corpi di Buddy e Ritchie sono stati trovati nei pressi dell’aereo, mentre quello del dj texano più distante nei campi?

Secondo il figlio di The Big Bopper, Jay Richardson, le indagini all’epoca furono troppo veloci: “Erano solamente dei rocker. Non c’era alcun motivo di scoprire cosa fosse successo realmente. L’importante era mettere tutto a tacere”.

Jay, che ripercorre le orme del padre in un tribute show con il nome di The Big Bopper Jr., ancora oggi ha dei dubbi su come siano andate effettivamente le cose quel 3 febbraio. Così, per smentire tutte le voci e saperne finalmente di più sulla morte del padre, Richardson decide di far riesumare il corpo e sottoporre i resti alle analisi del famoso antropologo forense William Bass, in pieno stile CSI.

Il referto chiude finalmente una delle leggende metropolitane nate in seguito all’incidente. The Big Bopper è infatti morto sul colpo per le pesanti fratture subite nell’impatto e non mentre cercava aiuto o colpito da un misterioso proiettile vagante.

Illuminante è una delle dichiarazioni del figlio: “Mio padre ha fatto molte cose in pochissimo tempo ma spesso sembra essere ricordato solo per l’incidente aereo”. L’immortalità sta infatti in quello che ci hanno lasciato questi grandi personaggi, non nel modo in cui sono morti.

In particolare Buddy Holly ha rappresentato e ancora rappresenta l’America bianca degli anni ‘50 e la speranza dei giovani americani che già si ribellavano: non sapevano ancora perché, ma avevano capito che c’era qualcosa che non andava.

La morte di un personaggio famoso lascia spesso un vuoto difficile da colmare. La gente, dal canto suo, ha ancora bisogno di credere ai propri eroi e per questo ci saranno sempre mille teorie di complotti e città dove vivono star non-morte, come nel racconto di Stephen King E hanno una band dell’altro mondo: tra i personaggi non mancano infatti Janis Joplin, Jimi Hendrix, Buddy Holly e il mitico sindaco Elvis Presley.

L’eredità musicale di Buddy è vastissima, nonostante i soli tre anni di carriera: dal pop dei Beatles ai cori dei Beach Boys fino ad arrivare ad Elvis Costello. Quella spirituale, invece, vive in una canzone, che solo alcuni hanno avuto la fortuna di ascoltare nelle sere fresche e chiare dello Iowa. Secondo una leggenda, infatti, quando il vento soffia e tutto tace, si sente l’ultima hit di Buddy Holly, scritta a bordo dell’aereo. Non è una ballata romantica ma una canzone in stile Rave On, aggressiva e veloce, che contiene in sé lo spirito della ribellione di tutta una generazione. E chi non l’ha mai provata mente.

Posted in Musica | Tagged , , , , | Leave a comment

Lizzie Siddal

 

Elizabeth Siddal. Forse questo nome vi giunge nuovo, ma la conoscete sicuramente “di vista”: moglie di Dante Gabriel Rossetti e modella preferita dei Preraffaelliti, ha posato per John Millais ed è stata la sua Ophelia (1852), personaggio con cui, come vedrete, ha molte affinità. Proprio per realizzare questo quadro, si dice che il pittore costrinse Lizzie a restare in posa per ore in una vasca piena di acqua fredda, che le causò una forte polmonite.

La sua bellezza eterea incarna tutti gli ideali dell’arte preraffaellita, che unisce uno stile decadente e simbolista a temi tra il mistico e il sociale.

Elizabeth Siddal è inoltre considerata una delle prime modelle vere e proprie e ha in comune con le sue future colleghe i problemi e i vizi di chi ispira l’arte e la tocca con mano senza però esserne artefice: anoressia, una vena di follia, abuso di droghe. Il rapporto di amore e odio con il marito, i continui tradimenti di Rossetti, il tentativo di esprimere il suo universo tormentato in poesia e in pittura fanno di lei quasi un’eroina romantica.

Oltre a questo, è stata anche protagonista di una storia con risvolti che definirei gotici: alla sua morte, avvenuta per un’overdose di laudano, il marito la seppellì con alcune poesie a lei dedicate. Lizzie riposò in pace sette anni, fino al giorno in cui Rossetti decise di dissotterrare il manoscritto per poterlo pubblicare. Di notte, al cimitero di Highgate, la bara fu aperta e una leggenda racconta che Lizzie fosse ancora perfettamente conservata: i capelli rossi in lunghe trecce non avevano smesso di crescere e riempivano tutta la cassa. Purtroppo questa non è una favola, e nessuno svegliò con un bacio la giovane e bella Biancaneve che sembrava dormire tranquilla ed eterna come l’Ophelia di Shakespeare.

Lizzie era stata anche un’artista di talento, pittrice e poetessa: purtroppo solo nel 1906 il fratello di Rossetti decise di pubblicare le sue poesie.

Nel 2006 è uscita in Italia la prima traduzione dei versi di Elizabeth, con il titolo Il vero amore non ci è concesso, edizioni Panda.

Se vi piace l’argomento vi consiglio anche questa biografia: Lizzie Siddal: face of the Pre-Raphaelites di Lucinda Hawksley e questo romanzo liberamente ispirato alla vicenda: La bambina che amava la morte di Fiona Mountain.

All changes pass me like a dream,
I neither sing nor pray;
And thou art like the poisonous tree
That stole my life away.

(Love and Hate, Elizabeth Siddal)

Posted in Arte | Tagged , , , , | Leave a comment