Nunchaku al cinema 4 – Il fantasma di Lee

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Siamo nel 1977 (anche se alcune fonti riportano 1975) e la situazione per il cinema di Hong Kong è tragica: da una parte gli unici quattro film con Bruce Lee si vendono a secchiate e dall’altra… be’, dall’altra Bruce è morto! Come si fa a sfruttare un filone quando l’anima del filone non c’è più? La risposta è tanto semplice quanto incredibile: si prendono dei sosia!
Specifichiamo, però: malgrado in Italia tanta, troppa gente era convinta che fossero davvero film con Bruce Lee («tanto i cinesi so’ tutti uguali!»), in patria non cercavano di fare i furbi. Gli spettatori di Hong Kong (e spero di gran parte del resto del mondo) sapevano benissimo che si cercava di “resuscitare”, omaggiandolo, il loro idolo.

All’interno del filone “sosia di Bruce Lee” si fecero notare molti ottimi atleti-attori, il migliore dei quali rimane Ho Chung Tao, meglio noto come Bruce Li. Nel 1977 venne chiamato per un’operazione particolare: Yung chun ta hsiung, il cui titolo italiano è “Good Bye Bruce Lee!” (Attenti alla grafia, perché c’è un altro titolo simile.)
Il fatto è che nel ’73 il buon Bruce è morto lasciando incompiuto il suo ambizioso progetto Game of Death: ha girato alcune scene, preso appunti, scritto parte della sceneggiatura e fatto disegni… ma è tutto inutilizzabile per qualcosa di finito. Che fare con questo tesoro in un periodo in cui basta citare il nome del Maestro per vendere? Anche qui la risposta è semplice: rimaneggiare.
Attenzione: siamo ancora lontani da quel cestino della spazzatura chiamato “L’ultimo combattimento di Chen”, operazione truffaldina e disonesta fatta con lo zampino degli americani. “Good Bye Bruce Lee!” è un film onestissimo e, sebbene di pessima fattura, comunque un prodotto gradevole.

La trama vede Bruce Li come atleta. Piace a dei produttori che gli propongono un film (anche se non specificato, il film in questione è proprio Game of Death!), durante la lavorazione del quale la mafia cinese e criminali vari daranno al protagonista modo di mettere in pratica le conoscenze marziali di cui gode.
La scena che a noi più interessa è quella dove il buon Li esegue un “assolo di nunchaku” proprio come fa Lee nel suo Game of Death. Be’, non è che lo faccia uguale, né con la stessa bravura, ma di sicuro – non vi scandalizzate! – con più inventiva e fantasia del Maestro ;-)

Come si può vedere, malgrado i nunchaku siano bianchi e non gialli, la scena ricalca fedelmente il girato inedito (all’epoca) di Bruce.
Quasi quattro anni dopo la stessa operazione di rimaneggiamento venne trattata in modo pessimo dalla Golden Harvest, proprietaria dei film di Lee che certo non aveva gradito che la odiata concorrente Shaw Bras avesse praticamente spiattellato il contenuto di Game of Death: un sosia non dichiarato, sagome di cartone, foto attaccate agli specchi e altri mezzucci dozzinali furono impiegati per far finta che Lee fosse il vero protagonista dell’orribile “L’ultimo combattimento di Chen” di Robert Clouse.
Si salva solo una scelta del film: chiamare alle coreografie il geniale Sammo Hung. Visto che lui nel ’73 si fa prendere a sberle da Lee nell’incipit de “I 3 dell’Operazione Drago”, quale migliore omaggio per Sammo farsi prendere sberle da Robert Wall, che nel precedente film faceva Oharra?

Come si può vedere in questa immagine, Sammo non era nuovo alle citazioni Leeane. Nel 1978 scrive, dirige e interpreta un capolavoro assoluto e senza tempo: Enter the Fat Dragon, titolo-parodia di Lee in cui rielabora comicamente tutti i temi trattati dal Maestro nei suoi film. (E non manca un delizioso siparietto sulla produzione di un film con sosia di Lee!)
Sammo è un campagnolo che va in città e si imbatte nella solita malavita, da sbaragliare a colpi di kung fu. Parodie, situazioni comiche, geniali trovate di sceneggiatura fanno sì che questo film… rimarrà per sempre inedito in Italia!
Non manca una formidabile scena di nunchaku: ancora una volta tocca riconoscere che gli “allievi” di Bruce sono molto più bravi di lui :-P

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One Response to Nunchaku al cinema 4 – Il fantasma di Lee

  1. Roberto Moretta says:

    Sollecitato dal tuo articolo mi sono recuperato “Enter the fat dragon”. Vedere il buon Sammo che fa il verso a Bruce Lee è impagabile ! Geniale poi il siparietto relativo ad un film con un Bruce Lee tarocco !

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