“Hunt for Kill” è un film cucito addosso all’ex wrestler Steve Austin, attingendo abbondantemente alla sceneggiatura di “Cliffhanger” ma in generale pizzicando tutte le corde del genere thriller montanaro, non da ultimo “Un tranquillo week-end di paura”.
Jim è un ex forestale che ora vive ritirato in montagna con la figlia (“Commando”, dove sei?). Una banda di spietati malviventi sono sulle tracce di un loro compagno traditore che è scappatto col malloppo, ma per seguirlo sugli impervi pendii hanno bisogno di una guida: rapiscono la figlia di Jim (anche se non sanno il loro rapporto familiare) e lo costringono a guidarli fra boschi e ruscelli.
La situazione ovviamente degenera, e Jim si trasforma nello Schwarzy di “Predator”, costruisce armi con legni e foglie d’erba e mette in atto la vendetta meno violenta mai vista sullo schermo!
Il principale problema con il film, infatti, è che al momento del going berserk, della furia finale in cui il buono ammazza i cattivoni in ogni modo possibile, il film si trasforma in un prodotto per famiglie: vedere una montagna umana come Steve Austin comportarsi come un agnellino non è molto… “cinematografico”!
Va bene, lui è un padre che non vuole insegnare alla figlia che è giusto massacrare i cattivi, bensì assicurarli alla giustizia… ma non è mica il film di Barbie, un po’ di sana cattiveria potevano mettercela!
Malgrado tutto “Hunt for Kill” è un film godibile, e ne parlo principalmente perché fra i cattivoni c’è il mitico Gary Daniels!
Già l’ho citato, in questo blog, ma non mi stancherò mai di lodare il buon britannico che, dopo aver calcato veri ring, dagli inizi degli anni Novanta è stato interprete di ottimi film marziali ma soprattutto di spettacolari combattimenti.
Gary ha delle gambe formidabili e il senso della marzialità al cinema: riesce a trovare un ottimo equilibrio tra la tecnica reale e quella esagerata ma che sullo schermo rende bene.
In “Hunt for Kill” il momento migliore di tutto il film è proprio quando Jim si scontra contro il cattivo interpretato da Gary Daniels.
Voglio sottolineare che tutti gli attori marziali che hanno iniziato insieme a Daniels oggi sono zombie che non si muovono neanche per scherzo: il nostro Gary incredibilmente sfoggia un’abilità nel combattimento che impressiona! Ovviamente non si lancia più nelle tecniche acrobatiche degli anni Novanta (la sua ginocchiata volante in “Quadrato di sangue” è ancora fra le più belle e cattive tecniche viste al cinema!), ma insieme ad Austin tira fuori un combattimento godurioso che apre il cuore ai fan: c’è ancora speranza di gustarsi dell’ottima marzialità, anche in un film non di genere…