Romeo deve morire: fight interruptus!

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Oggi, 8 febbraio, su Rai2 alle 23.10 circa trasmettono “Romeo deve morire”: il debutto statunitense di Jet Li protagonista. Vi beccate quindi il mio ricordo personale dell’uscita italiana del film ^_^

Era a metà dell’estate del 2000 quando, di ritorno da un viaggio di lavoro, mi fiondai nel cinema sotto casa pronto a gustarmi finalmente questa nuova star marziale proveniente dall’Asia. Malgrado Jet Li fosse attivo da vent’anni, in Occidente (e men che meno in Italia) non era conosciuto, se non in rari casi. Come molti altri suoi colleghi, Jet Li era arrivato a quel punto della sua carriera in cui era il momento di tentare il colpaccio: la fama e il successo di Hong Kong e dell’Asia non bastavano più, e una bella secchiata di dollaroni americani non era una brutta prospettiva!
Il trailer era spettacolare: non era né il primo né l’ultimo che utilizzava il celebre brano musicale “Escape”, scritto da Craig Armstrong per la colonna sonora di “Plunkett & MacLeane” e diventato fra le più celebri musiche da trailer della storia. Era intrigante e prometteva marzialità: non serviva altro!

Inizia il film e arriva Russell Wong: erano anni che non lo vedevo più, e non l’avrei più rivisto fino a quest’estate, quando me lo sono visto spuntare come villain cinese nel film thailandese “The Sanctuary”.
Wong è bravo, sia come attore che come atleta: alla prima scena d’azione, però, lo fanno muovere in aria come fosse Batman… Va be’, mi sono detto: sono americani, amano la gente che vola! (Però se a volare sono i cinesi nei wuxiapian, tutti storcono il naso…)
Continua il film e Jet Li si lancia nelle più implausibili e incredibili scene d’azione, volando di qua e di là, rimanendo fermo a mezz’aria e facendo altre cose da supereroe. In realtà nei film di Hong Kong fa cose ben peggiori, ma lì è normale: è quello il loro stile! Avevo da poco visto in inglese “The Enforcer” (o “My Father is a Hero”), dove Jet combatte lanciando una corda con attaccato un ragazzino addosso ai nemici… Però, ripeto, all’interno del film sembrava molto meno assurdo di vedere un gangsta’ movie (perché “Romeo deve morire” non è altro!) dove, fra pistole e mafia nera, Jet svolazza qua e là… Non so, mi è sembrato del tutto fuori luogo!
Il film arriva alla fine e rimane solo un senso di… fight interruptus!
Se la memoria non mi tradisce, ci sono 8 sequenze di combattimento nel film, numero che – in alcune interviste – venne salutato con entusiasmo dallo staff cinese: a loro detta un numero così “elevato” di sequenze marziali era ormai impossibile ad Hong Kong!
In tutte queste scene la tensione sale, il ritmo monta: ecco che Jet esplode, ecco che ora parte, ecco che li fa tutti neri… Ma sono già neri! 😀
Tutto finisce, e Jet ha lottato in realtà pochissimi secondi usando tecniche assurde e manovrato totalmente dagli effetti speciali che permeano tutto.

In conclusione, non posso dire che “Romeo deve morire” sia un brutto film: non lo è, è un prodotto di ottima fattura e godibilissimo. Non posso però neanche dire che mi sia piaciuto: Jet Li in realtà si muove talmente poco che è davvero difficile definire questo film “marziale”. Anche in “The Defender” (o “The Bodyguard from Beijing”, remake di Hong Kong del più celebre “Bodyguard”) Li combatte solo nel finale… ma vale tutto il film!
Romeo deve morire” è un gangsta’ movie che parla di una guerra di bande fra neri e cinesi, con un ottimo Russell Wong e alcuni caratteristi di entrambe le etnie (fra cui Isaiah Washington, che in seguito diverrà famoso per il suo ruolo del dottor Burke in “Gray’s Anatomy”). Il fatto che ogni tanto si intraveda una tecnica marziale è puramente casuale…

Un’ultimissima parola va spesa per Aalyah, cantante attrice talentuosa che è morta prima di raggiungere davvero il successo. La sua dipartita è passata quasi del tutto inosservata, per un semplice motivo: il suo aereo è caduto dieci giorni prima dell’attentato alle Torri Gemelle…

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2 Responses to Romeo deve morire: fight interruptus!

  1. Hot says:

    Il tuo giudizio è un po’ severo…
    “Romeo deve morire” non sarà un capolavoro, ma va considerato che Andrzej Bartkowiak ci riprovò un paio di anni dopo con un altro gangsta movie che era davvero una boiata pazzesca, dal titolo “Amici per la morte” in cui Jet Li venne affiancato dal rapper DMX. Il film sembrava un pretesto per fare conoscere DMX, che Bartkowiak aveva già tentato di lanciare in un altro film teribbbile con Seagal.
    Va anche ricordato che la protagonista femminile era Kelly Hu, famosa come Kaori in una pubblicità di un famoso formaggio dal nome di una città americana, che non regge il confronto con la povera Aaliyah, a cui il titolo del film portò una sfiga pazzesca. Infine in “Romeo” oltre a Russel Wong (rivisto recentemenete in un episodio della nuova serie di Nikita) appare Delroy Lindo, uno dei caratteristi di colore che preferisco.
    A proposito delle scene marziali, ne ricordo una in cui Jet Li, per colpire una donna, usa Aaliyah come un nunchaku 🙂 turandola di qua e di là.
    Questo la dice lunga sui film a cui Jet Li si è dovuto prestare per tentare di emergere in occidente… 😀

    • Lucius Etruscus says:

      Perdona il ritardo nell’accettare il tuo commento, ma ormai il blog non mi manda più avvisi per mail e mi scordo di andare ogni volta a controllare le “pendenze” 😛
      In effetti in confronto agli altri lavori del regista, “Romeo” risulta il miglior film: ma nel panorama del cinema marziale… be’, in effetti a malapena ci entra in questo panorama 😛
      DMX piaceva proprio alla produzione, visto che poi nello stesso periodo gli hanno fatto fare un film da protagonista, inutile come tutti quelli che citi!
      Kelly Hu in realtà non è male come action girl: nel telefilm “Martial Law” (ribattezzato purtroppo in Italia “Più forte ragazzi”) era un’ottima spalla di Sammo Hung, e nel recente e inedito “The Tournament” se la cava alla grande. Certo, se le affidano ruoli stupidi, fa la figura della stupida…
      Jet negli USA fa solo buchi nell’acqua, diciamocelo: finché a chiamarlo è la Francia, che in quanto a film marziali spacca di brutto, va bene, ma per il resto è meglio che se ne resti ad Hong Kong! 😉

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