I bambini oggi sono sempre più esigenti. Non è facile colpire la loro immaginazione e provocare in loro il senso di meraviglia, quello più puro. Penso che lo scopo del progetto Midendhil, di Davide Simon Mazzoli, sia proprio questo: creare meraviglia, stupore. Ho parlato di progetto e non di romanzo, con cognizione di causa. La missione dell’ultimo custode è il primo capitolo della saga Le terre magiche di Midendhil (Sperling & Kupfer). Si tratta di un ciclo di romanzi fantasy che sarà alla base di un grande parco di divertimenti a Orlando in Florida ma anche, in futuro, di una serie di parchi a tema in Italia. Non basta, perché il progetto si svilupperà in modo multimediale con la creazione di un’app e di un format tv.
L’immaginario fantasy di Midendhil comprende fate e gnomi ma anche zombie, sirene e mostri degni del miglior videogame. Le classiche tematiche adolescenziali, come l’accettazione del sé e l’amore non corrisposto, si uniscono a una grande avventura in un luogo dominato dalla magia. E il fantastico è percorso da uno spiritualismo di fondo, in cui Midendhil diventa il cuore pulsante della terra e il posto da dove nascono le leggende.
Ma ora lasciamo la parola all’autore. Ciao Davide e benvenuto su Scritture Barbariche. Com’è stato il salto da un thriller oscuro come Lo specchio del male al romanzo per ragazzi? Con quale dei due generi ti sei trovato più a tuo agio?
Diciamo che scrivere Midendhil è stato un ritorno alle origini: anche se come autore e lettore amo inventare e leggere storie cupe e oscure come Lo specchio del male, non posso fingere che la mia natura creativa non derivi dal mondo della fantasia più pura, dai fantasy e dalle storie di magia. Sono una persona dai gusti piuttosto gotici, neri al punto giusto, ma sono cresciuto con un padre che ama Topolino e che mi ha dato un fratello goffo di nome Drago Prezzemolo. Mi diverte pensare che se ci fosse una linea di confine che delimita la letteratura dark da quella più “luminosa”, io sarei quello scarabocchio confuso che saltella da una parte all’altra, mischiando un po’ tutti i colori.
Quali sono stati i riferimenti letterari e cinematografici che ti hanno ispirato nella costruzione del mondo fantasy di Midendhil?
Amo le opere di Tolkien, Lewis, Feist, Gaiman e Rowling: ognuno, a suo modo, ha saputo ispirarmi e indicarmi la via anche nei momenti in cui non la trovavo. Sì, perché la parte più difficile della stesura di un fantasy non è tanto inventare il mondo in cui è ambientato, ma riuscire a rispettarne le regole che tu stesso gli hai dato. Meravigliosamente assurdo, vero? Midendhil è così: io l’ho creato, ma lui ora funziona da solo e io ormai non faccio altro che raccontare ciò che succede quasi fossi uno spettatore. Grande ispirazione l’ho tratta anche dall’universo del cinema: i film di Spielberg, che mi hanno mostrato la leggerezza con la quale si può raccontare una storia profonda e significativa, e di Peter Jackson che, con la sua visione tolkieniana, mi ha insegnato il ritmo.
So che tuo figlio Leonardo si chiama come il protagonista della storia. Si tratta del grande omaggio di un padre nei confronti del figlio?
Sì, la nascita di mio figlio ha cambiato radicalmente il mio modo di vedere e concepire la vita. Midendhil è la sintesi di tutto quello che sono, del mio passato, delle mie passioni, delle sfide che ho perso, ma soprattutto delle battaglie che ho vinto. È stata una lunga e insidiosa scalata che può trovare senso solo se consacrata alla persona che amo di più. Mio figlio Leonardo.
Parchi dei divertimenti e un format tv: vuoi parlarci del progetto crossmediale che coinvolgerà Midendhil?
Midendhil è nato dal mio grande desiderio di dare una scossa al mondo dell’entertainment. Sono stato pioniere in svariati settori (basti pensare a Psyco, delitti per gioco, il mio format investigativo realizzato con Mediaset, oppure Lo specchio del male, il thriller claustrofobico che ho pubblicato con GeMS), ma non ho mai fatto nulla di ambizioso e colossale quanto questo. Midendhil non è nato come romanzo, ma come progetto globale: mentre scrivevo, pensavo agli sviluppi dei parchi, creavo i prodotti di merchandising, i pretesti per la produzione di show televisivi, videogiochi e, ovviamente, il film. È stato un grande sforzo perché spesso, preso dal processo creativo della scrittura, soffrivo per i paletti che mi stavo imponendo, ma al contempo sapevo che ogni mia fatica sarebbe stata ricompensata dal risultato finale. E oggi, dopo anni di studi, mesi di scrittura, di riunioni e telefonate, posso dire che il mio sogno si sta realizzando. Oggi Midendhil, oltre che il primo romanzo della nuova saga della Sperling&Kupfer, è anche un sito multimediale Endemol, partner della WFP (l’agenzia umanitaria della Nazioni Unite) un futuro centro di intrattenimento a Orlando, in Florida, tre mini parchi in Italia, una nuova giostra della ditta Zamperla e… sst, il resto è ancora un segreto…
La tua famiglia si occupa da generazioni della realizzazione di parchi a tema ed effetti speciali. Pensi che nascere in un ambiente così ricco di fantasia sia terreno fertile per allenare la creatività?
Certamente. Sono nato e cresciuto nell’azienda di mio padre: mostri, draghi, mummie e maghi sono sempre stati all’ordine del giorno. Ma c’è da dire che la nascita di Midendhil ha una particolarità tutta sua, che si allontana un po’ da quello che potrebbe essere la mia esperienza personale. Lo so, è strano, ma io Midendhil l’ho sognato nel 2004. Ricordo ancora perfettamente tutto e questo, a volte, mi fa pensare che fosse proprio nel mio destino raccontare di questo mondo. Un mondo che forse esiste davvero.
E per finire: tre canzoni che sceglieresti come colonna sonora per accompagnare il lettore tra le terre di Midendhil.
Riporterei le tre canzoni che ho citato anche nel romanzo: le canzoni che, a mio parere, descrivono pienamente le sensazioni che ho provato nel magico periodo in cui ho vissuto a Midendhil. La prima è Somewhere over the rainbow ma attenzione, non la versione di Israel “IZ” Kamakawiwo’ole, ma l’originale, quella di Judi Garland.
La seconda è Every teardrop is a waterfall dei Coldplay, perché in lei ritrovo la spensieratezza delle estati di quando ero ragazzino: i primi amori e i primi sogni per il futuro. La terza invece è Dream on degli Aerosmith. L’ho scelta perché in questa canzone viene urlato il mio motto di vita: bisogna sempre credere, sognare e non mollare mai. D’accordo, sono controcorrente, ma io amo sostenere che tutto sia a portata di mano di tutti: basta trovare il coraggio, allungare la mano e afferrare i propri sogni; se tu per primo non credi che tutto questo sia possibile, chi mai lo farà?
Voglio ricordare che il romanzo supporta il programma alimentare mondiale (WFP) per sostenere progetti di aiuto nei paesi più poveri del mondo.
Per maggiori informazioni il sito ufficiale di Midendhil é: http://www.midendhil.com/
La copertina del romanzo è firmata Paolo Barbieri.
La prima presentazione ufficiale di Midendhil sarà alla Mondadori Duomo di Milano sabato 16 novembre alle ore 17, dove farò da relatrice all’evento insieme al giornalista Severino Colombo.
Questo libro lo devo ancora prendere, son curiosa!
A parte il fatto che “questo” Mazzoli è il cuginetto del più celebre Marco Mazzoli, dj di punta di radio 105 e conduce lo “Zoo di 105”, appunto.
Mi piace il modo in cui scrive.
Saluti