Lacrime di uno sguardo di cartone: intervista a Dario Tonani

La copertina di Infected files (Delos books)

Tra i migliori scrittori di fantastico in circolazione in Italia (nonché uno dei più premiati), Dario Tonani è autore di storie che scavano in profondità il confine tra umanità e tecnologia, automatismo e coscienza. Secondo classificato al premio Urania nel 2007 con «Infect@» (il seguito, «Toxic@», è previsto per l’autunno 2011), numero uno della classifica Bookrepublic dell’ultima settimana di maggio con la novella «Cardanica» (40k books) davanti a Wilbur Smith e alla coppia Camilleri&Lucarelli, Dario ha recentemente dato alle stampe «Infected files» per l’editore Delos books, una raccolta di dodici racconti che sono un assaggio del suo mondo fantastico, sempre vicino al margine del caos. L’ho incontrato in occasione dei Delos days, e ne ho approfittato per una breve chiacchierata.

Ciao Dario, benvenuto nel blog Scritture barbariche. La mia prima curiosità è: da dove nasce il tuo amore per la fantascienza?

Dall’essere sempre stato un sognatore, visto che da bambino – per giunta, figlio unico – preferivo arrangiarmi con l’immaginazione per trovarmi un compagno di giochi. Il passo successivo sono stati i buoni vecchi classici di fantascienza al cinema o alla tv, perché se volevi toccare con mano il futuro dovevi andarlo a cercare sul grande o sul piccolo schermo, tra i fondali di cartapesta e i modellini in scala delle astronavi, e quindi a stretto giro di posta la lettura, soprattutto di storie brevi. Divoravo antologie su antologie, ero un tossico di racconti e raccontini. Per molti anni la forma breve è stata la mia referente sia come lettore sia come scrittore. E oggi rimpiango un po’ quella passione compulsiva; mi ha fatto arrivare alla lunghezza del romanzo con molto ritardo…

Infect@

Racconti la tecnologia come un essere auto cosciente: è questa la tua idea del futuro?

Nonostante non mi separi mai dai miei iPhone e iPod, vivo la tecnologia come un animale non completamente domestico, un esotico lucertolone da compagnia. C’è fascinazione, ma anche sospetto e diffidenza. In realtà, quello che m’intriga di più della tecnologia è proprio il suo carattere meno… addomesticabile. E’ un approccio molto irrazionale, ne sono consapevole, ma anche molto più produttivo in termini di spunti creativi. Il mio futuro è un campo di battaglia in cui macchine ed essere umani si guardano reciprocamente in cagnesco: non in guerra, ma neppure in pacifica armonia, direi piuttosto sempre in attesa di un passo falso della controparte che legittimi un atto ostile o una suprema affermazione di sopravvivenza a scapito dell’altro. Come si dice, mors tua

Penso che per un autore del fantastico non possa mancare la domanda: quali sono le tue fonti di ispirazione?

E’ presto detto: cinema e tv esercitano un ruolo fondamentale come patrimonio immaginifico da elaborare nelle mie storie. “Vedere” per me è essenziale; dà colore alle idee e ritmo alla narrazione. La nostra generazione di autori è figlia della fiction, almeno quanto quelle precedenti lo sono state dei libri stampati. Certo, per me la lettura è fondamentale, ma il modo in cui nella mia testa un testo viene “visualizzato” e in ultima analisi “assimilato” è molto più cinematografico che letterario. E questo finisce per influenzare, di rimando, anche la mia scrittura. Quanto alle fonti specifiche, riconosco debiti anche nei confronti dei videoclip musicali, dai cartoni animati e dei videogames. E più in generale di tutto quanto mixa e centrifuga contaminazioni diverse: fantascienza, noir, thriller, horror, weird…

Foto ricordo dal Delos Day

Prima di congedarci, vuoi svelarci i tuoi progetti letterari per il futuro prossimo?

A settembre, su Urania, uscirà “Toxic@”, sequel di “Infect@”, il mio romanzo più conosciuto, del quale sono stati opzionati i diritti cinematografici. E’ un ciclo al quale tengo molto, che con questo secondo capitolo rimanda a una Milano ancora più lisergica e stralunata del primo. Per l’autunno conto di concludere, con la quarta parte, la mia mini saga steampunk della Robredo, pubblicata in formato digitale per 40k Books e che tanta soddisfazione mi sta dando in termini di lettori e di riscontri. Prima di Natale usciranno anche parecchi racconti sparsi: su Urania, Robot, in diverse antologie e anche in Russia. Nel frattempo, tra una storia breve e l’altra, sto lavorando a un romanzo ai confini del noir e del thriller. Ma non ho mai smesso di scrivere racconti, che sono – ahimé – distrazioni bestiali… Grazie della chiacchierata Barbara, stay tuned. Anzi, stay toon!

Grazie a te, Dario, per il tempo che mi hai dedicato! Per saperne di più: Sito ufficiale di Dario Tonani

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2 Responses to Lacrime di uno sguardo di cartone: intervista a Dario Tonani

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