Dopo anni di latitanza, l’orrore, quello viscerale, sanguinario, ma anche ironico, la «vecchia scuola» insomma, è tornato in edicola. Il colpevole? Paolo Di Orazio, che molti ricorderanno al lavoro sulla storica rivista Splatter, che conobbe il suo splendore tra gli ultimi sussulti degli anni Ottanta e i primi singhiozzi degli anni Novanta dello scorso secolo. Complice del misfatto, l’editore Kawama.
Lo strillo nel primo numero della copertina promette «fumetti, racconti, cultura necroromantica del terzo millennio», ma per saperne di più ho incontrato Paolo Di Orazio in persona (carne e sangue, come si conviene in questi casi) per quattro chiacchiere sulla sua nuova creatura.
Ciao Paolo, grazie per aver accettato il mio invito “barbarico”. La prima domanda che ti vorrei porre è: come ti è venuta l’idea di proporre una rivista horror in edicola che rievocasse i fasti del passato?
Come hai avuto modo tu stessa di vedere, una persona (beh, una sola) sul web mi ha catalogato come “vecchio”, dopo aver affrontato la lettura di Shinigami. Sulle prime ci sono rimasto male, ma poi ho riflettuto: in parte c’è del vero. Nel senso che 20 anni fa, quando il mio libro Primi delitti e le riviste Splatter e Mostri stavano consolidando quelle che erano, in parte, il mio linguaggio espressivo, quel risultato non era che un inizio basato sull’istinto. Il personale successo di allora mi ha solo focalizzato un canale chiaro per approfondire la mia cultura e cercare il meglio di me stesso attraverso successive prove d’autore. Non sempre mi è andata bene, ma in tutti questi anni sono rimasto lo stesso, cioè un promotore, uno sperimentatore della cultura horror e delle nuove idee. Quindi, sin da allora ho sempre cercato un editore che avesse fiducia in un simile progetto. Mi ci sono voluti 20 anni, lo so, ma è un’idea che non ho mai abbandonato, a prescindere dalle mode. La spinta propulsiva è arrivata dalle continue richieste online. Il pubblico “voleva” una rivista horror. Così, ho accelerato le mie insistenze.
In effetti vent’anni sono un po’ di tempo, ma direi che l’attesa è stata ampiamente ripagata. Cosa ne pensi dell’attuale scena “horror” in Italia?
Fortunatamente l’horror non è una moda ed è come il rock e il rock non ha mai un inizio e una fine, o periodi di coma. Gli appassionati dell’horror ci sono sempre, come i talenti d’autore che riescono a trovare la formula giusta per farsi strada e diffondere belle idee. Ho sempre seguito i progressi degli autori nostrani, e devo dire che – dalla narrativa al fumetto – di strada se ne è fatta molta. Certamente, per un’educazione di massa all’horror radicale (mostri, metamorfosi, streghe, voodoo, teriantropia, cannibalismo, spettri, il tutto triturato in un’accordatura moderna), il pubblico italiano credo sia pronto a tutto: ma vorrei che noi autori specializzati – tutti assieme – imponessimo agli editori anche romanzi e raccolte di racconti di horror anarchico basato su anti-cliché, come hanno fatto Clive Barker o Bierce nel passato remoto. Mi spiego meglio: anche a me è venuta voglia di mettere un commissario al centro dei miei futuri progetti.
Un commissario, eh? Sono certa che avrebbe caratteristiche non comuni… Ma dimmi, quali sorprese ci dobbiamo aspettare per i prossimi numeri di Shinigami?
Allacciandomi alla risposta precedente in direttissima, voglio continuare a portare su Shinigami le maschere dell’horror classico riviste e corrette, nonché maschere mascherate (Il Dentista Yimou del n.1 è praticamente Cappuccetto Rosso). Sono in arrivo fumetti tratti da Poe e HPL, una storia altamente grottesca, violentissima, basata su un serial killer di fumettisti, su personaggi realmente esistiti, nonché viaggi allucinanti nell’orrore psichico che – a detta di alcuni – sarebbero piaciuti a Bunuel. E addirittura, nel n.2 in uscita il 13 aprile, un noto santo che psicanalizza la mia eroina Shinigami.
Per chi volesse saperne di più, non mi resta che invitarvi a cercare Shinigami in edicola. Anche perché, tra le pagine, ci sono finita pure io, con la storia «Come disfarsi di un morto vivente», da cui è tratta questa vignetta disegnata da Armin Barducci:
“E addirittura, nel n.2 in uscita il 13 aprile”
Più che una rivista dell’orrore, direi di viaggi temporali…il 13 Aprile è passato da quasi un mese e voi fate uscire il secondo numero il mese scorso??? Ah ah ah…
Va be’… il 13 maggio…
ottima segnalazione!!!
È uscito il numero 2!!!
Una rivista horror in edicola… bellissimo, sembra di tornare indietro nel tempo. Fantastico!
Concordo in pieno!