L- Victor Gischler: La gabbia delle scimmie

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“Spari. Vetri rotti. Il parabrezza del Suburban sembrava un urlo in braille. Lou rialzò la testa. Impugnava una delle mie automatiche, mirò alto, svuotò un caricatore su una fila di asciugatrici. I poliziotti si sdraiarono a terra.” (Victor Gischler, La gabbia delle scimmie, Meridiano Zero, Padova 2008, p. 126.)

Orlando, Florida. Charlie “sarto” Swift, è uno degli uomini di punta della banda di Stan, anziano ma incontrastato boss locale. Quando il capo gli chiede di andare allo strip club “toppers” e recuperare, per conto del temibile gangster Beggar Johnson, in visita da Miami, una valigetta in pelle marchiata “AA”, il killer affronta la faccenda come un qualunque lavoro di routine: arriva sul posto, si libera delle guardie armate, mette sotto torchio il gestore e, ottenuto ciò che vuole, lo uccide. Quando però, già pronto per tornarsene alla “gabbia delle scimmie”, quartier generale della banda, scopre di aver ucciso quattro agenti del dipartimento di polizia, Charlie si rende conto di essere nei guai. D’accordo con Stan, apre allora la valigetta, e scopre di essere entrato in possesso di alcuni libri contabili pieni di dati relativi alle attività illegali di Johnson. Intanto, gli uomini della sua banda vengono sterminati, e il capo scompare.

Fedele al vecchio boss, pronto a tutto per ritrovarlo ed impedire che la città di Orlando finisca in mano a qualche gangster venuto da fuori, Swift getta il necessario in una sacca da ginnastica e, tallonato da una serie di agenti FBI decisi a mettere le mani sui registri oltre che da Johnson e scagnozzi, si lancia in una fuga disperata…

Il modello stilistico di La gabbia delle scimmie è chiaramente Miami blues di Charles Willeford e, più in generale, tutto il ciclo delle avventure di Hoke Mosley, ma sono soprattutto le influenze cinematografiche, dall’action-thriller degli anni ’80, al nuovo gangster movie americano, a farsi sentire nel romanzo di Gischler.

L’intreccio è abbastanza ben strutturato e lineare da risultare credibile (resistenza fisica del protagonista a parte, ma questo, si sa, è uno dei tratti distintivi del genere action nel quale La gabbia delle scimmie rientra a pieno titolo), ma il ritmo della narrazione è tanto frenetico da non lasciare spazio alla benché minima domanda: così anche le conseguenze naturali di azioni necessarie stupiscono, spiazzano e sorprendono il lettore.

Lo stile di Gischler, frutto di un lungo, impagabile lavoro di artigianato (l’autore è stato per anni docente di scrittura creativa, e la confidenza, la sicurezza nell’uso delle parole che permeano ogni sua pagina sono degne di un vero veterano della letteratura), è un riuscito mix di moderno minimalismo all’americana e humour nero, escursioni nel macabro, nel grottesco (nel “pulp”, per servirsi di una parola tanto inflazionata da suonare vuota e fastidiosa…), dialoghi all’insegna della più classica spacconeria neo-noir e metafore, perfette e durissime, usate con senso del tempo e moderazione.

Il romanzo La gabbia delle scimmie di Victor Gischler è edito in Italia da Meridiano Zero.

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One Response to L- Victor Gischler: La gabbia delle scimmie

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