Un colpo di vento

Ferdinand Von Schirach

Edizioni Longanesi

Recensione di Ivo Ginevra

La frase : La posizione del giudice per le indagini preliminari è forse la più interessante della giustizia penale. Ha una breve panoramica su ogni cosa, non deve sopportare lunghi dibattimenti e non deve ascoltare nessuno. Ma questa è solo una faccia della medaglia. L’altra è la solitudine. Il giudice per le indagini preliminari decide da solo. Tutto dipende da lui, chiude le persone in prigione, o le lascia libere. Esistono mestieri più semplici (pag. 154).
Il libro è composto da 11 racconti, tratti dalla diretta esperienza che l’autore, avvocato penalista tedesco, ha raccolto durante la sua carriera.
Quello che colpisce il lettore in questo romanzo è l’incedere lento, disilluso e assolutamente senza emozioni del narratore, che tratta tutti i casi giudiziari dei racconti, con il distacco professionale dell’avvocato penalista, al quale non interessa se il suo cliente è colpevole o innocente, perché il suo compito è solo difenderlo.
Il fascino del libro sta tutto qua, proprio nel tono distaccato di questa narrazione che in maniera del tutto asettica entra nella psiche del delinquente difeso anche con la consapevolezza che può aver commesso il crimine, pertanto la conseguente analisi del reo e di quanto lo ha portato a commettere il delitto, è diretta, semplice, senza aforismi, supposizioni, suggestioni o altre imperlature scientifiche, critiche, letterarie.
L’autore procede per tutto il libro nella descrizione inesorabile dei casi giudiziari secondo una geometria che attinge i suoi spunti cardini dalla certezza del processo e consequenziale pena, contrapposta alla motivazione socioculturale che ha generato il crimine.
In tutte le 237 pagine del libro non c’è alcun appagamento professionale nella trattazione del singolo caso giudiziario. Non c’è soltanto una cruda descrizione del fatto di cronaca. Non c’è la ricerca spasmodica della verità. C’è solo la descrizione dell’uomo con la sua ineluttabile miseria spirituale.
Ogni racconto ha qualcosa d’inoppugnabile.

Ivo Ginevra

P.S.
“Il caso letterario dell’anno” mi sembra eccessivo e poco credibile

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