Tra moglie e marito…

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CBiLFidWgAA-CYdPuoi mettere il libro. Questa storpiatura del celebre proverbio, sta diventando un vero tormentone a casa. A mio marito, non piace particolarmente, quindi, mi assumo io la responsabilità di questa scelta. Solo che noi di libri ne abbiamo pubblicati cinque in pochi mesi, tra il suo dittico de “La città rossa” -“Milano Criminale” e “Solo il tempo di morire” editi da Marsilio- e la mia trilogia dei tacchi per Mondadori-
Così, quando per gioco, ho proposto all’amico Carlo Vischi di organizzare un evento dedicato alle nostre saghe, date che le milleseicento pagine che abbiamo in comune sono MaduninaCentriche, lui ha tirato fuori dal cappello un’idea geniale: “Lo facciamo al Manin, l’hotel degli scrittori a Milano.”
E così è stato. Coordinati da Rossana Morrone, validissimo ufficio stampa dell’hotel, mercoledì primo Aprile è andato in scena “Pinkenero”, un incontro con la stampa ma soprattutto una festa per poter parlare con gli ospiti invitati dei nostri libri. Il parterre si è subito riempito. Più di cento presenze e foto e commenti caricati su tutti i social.

L’accoglienza nella splendida cornice che, per l’occasione ha aperto il giardino mostrando le sue antiche vestigia romane, è stata ottima e sapere di sedere sullo stesso sgabello dove la Kinsella ha incontrato la stampa, o riposare un attimo in una poltrona in cui probabilmente i Lars Kepler hanno degustato un Martini, ha avuto il suo fascino. Sotto lo sguardo della statua di Montanelli, che aveva una sua stanza dedicata nell’hotel, gli ospiti hanno cominciato ad affluire. I partecipanti ritemprati dai vini scelti per l’occasione dal Movimento Turismo del vino lombardo, non hanno mancato di far tintinnare i calici gustando i piatti preparati da Ufoody, sponsor della serata.

La serata cominciata con un selfie dal terrazzo della suite 706, affacciata sui giardini di porta Palestro, è finita verso le dieci.
Da buona Cenerentola ho dismesso il tacco di Caovilla e ho indossato un paio di tronchetti dorati. Nessuna zucca trasformata in carrozza ad aspettarmi all’uscita, così a braccetto del mio principe, ribassata di dodici centimetri, mi sono incamminata verso palazzo Ranieri, portando nei ricordi quella notte da favola.

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