Ma ve lo ricordate Craig R. Baxley? Il mitico regista-stuntman che dopo “A-Team” ha iniziato gli anni Novanta con film d’azione come “Action Jackson”, “Arma non convenzionale” e “Forza d’urto”? Va be’, parliamo di un altro tempo e un altro pianeta.
Oggi Baxley è un nome di spicco della TV americana (ha curato anche alcuni prodotti scritti da Stephen King) e quando gli affidano un western televisivo la domanda sembra essere stata una sola: «Lo volete brutto o da schifo?»
Andiamo, che Zinefilo ingiusto che sono. “Giustizia a Oak Hill” (Aces ‘N’ Eights, 2008) – di cui non esiste prova di uscita in DVD italiana, quindi l’unica sua traccia è un passaggio televisivo su SKY il 26 giugno 2011 – vanta la presenza di un gran numero di attori caratteristi, che pure loro devono mangiare, e Baxley non può essere sempre ispirato: ogni tanto un po’ di western di serie Z scappa a tutti.
Il super-cattivissimo Tate (interpretato dal celeberrimo Jeff Kober, cattivo d’eccezione sin dagli anni Ottanta) imperversa per Oak Hill frustando, mutilando e poi uccidendo gli onesti contadini del posto. (Con sequenze, va specificato, censuratissime e castissime: è un western da parrocchia!) L’obiettivo di Tate è il più banale possibile: far sloggiare i contadini perché di lì passerà la ferrovia e il solito politico affarista del paese vuole comprare la terra a due soldi perché sa che poi varrà cento volte di più.
Ma quante altre volte sarà stata usata questa trama? Un secolo di western, da cinema a fumetti, l’ha usata fino alla nausea… va be’, ma quante altre trame western esistono, in fondo?
Uno della banda si è stufato della situazione (e della trama abusata), appende le colt al chiodo e si butta nel rutilante mondo dell’agricoltura: questi è Luke Rivers, interpretato dalla leggenda del cinema di serie Z, Casper Van Dien. Dovunque passi lui, la Z diventa più Z!
Arriverà il momento in cui l’ormai onesto Luke dovrà confrontarsi con i suoi ex compagni, e per farlo dovrà riprendere in mano la pistola. L’ex assassino che cerca di cambiare vita e invece gli tocca tornare a uccidere… accidenti quanta freschezza di sceneggiatura!
Per fortuna a rendere interessante il duello finale c’è l’arma segreta di Casper Van Dien, qualcosa di letale e disumano: la sua barba! Cerca di fare il duro e gli mettono pure addosso il poncho di Clint Eastwood, ma proprio non ci siamo.
Che questo film sia null’altro che banalità lo rivela il titolo originale, che cita quegli “Assi e Otto” che si ritrovò in mano Wild Bill Hickok prima di venir ammazzato, diventando poi celebri come la mano del morto. Uno stereotipo del western sicuramente abusato, che però impallidisce davanti alla barba di Van Dien! Solo quella merita una visione…
Però il tocco del maestro alla fin fine si sente: negli ultimi 6 minuti del film esplode la creatività e il guizzo visivo, alla fin fine riscattando tutto il film.
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