Tornano le mignottine spaziali a tormentare i sogni dei giovani mentecatti collegiali. Se pensate che il primo film faceva schifo, scoprirete che questo lo batte!
Nomi illustri come la Columbia TriStar e Sony Pictures fanno a botte per distribuire nel mondo questa defecata spaziale dal titolo “Decoys 2: Alien Seduction” prodotta al volo da case canadesi improvvisate e fatto uscire, nel marzo 2007, mentre ancora gli ormoni giovanili ribollono per il primo episodio. Si sa che i collegiali ingrifati non eccellono per buon gusto…
Quando si parla di dozzinale mediocrità, l’Italia non vuol farsi certo cogliere impreparata, così la Sony Pictures porta in Italia il DVD del film il 10 luglio 2007 a noleggio, e in vendita il 28 agosto.
Ci spostiamo dall’Ottawa del primo film ma rimaniamo sempre in Canada, nel college della città di Edmonton dove le mignottine bionde dello spazio continuano a cercare maschi ardimentosi e focosi per soddisfare la loro necessità di gravidanza inter-specie. Se appartenessero ad una civiltà superiore, come affermano, userebbero un minimo di intelligenza e cercherebbero dei maschi adulti, invece si dedicano ad adolescenti brufolosi e vogliosi e poi si lamentano se… la cosa dura poco!
Intanto Luke (Corey Sevier), reduce dal primo film, è ossessionato dalle donne aliene e passa le notti a disegnarle, conquistandosi non solo lo stupore del suo professore (interpretato da Tobin Bell, indimenticato Saw della saga omonima, che fa giusto una inutilissima comparsata) ma anche l’interesse clinico della dottoressa Geisner (Dina Meyer), che però è troppo impegnata a strizzare gli occhi e arricciare le labbra a favore di camera per analizzare sul serio quanto gli racconta il ragazzo confuso.
In tutto questo, poteva mancare la solita gara collegiale a chi rimorchia più donne? Potevano mancare le squallide imprese di giovani decerebrati, che costano poco ai produttori e piacciono tanto al pubblico?
Mentre diafane e inespressive ragazzine giocano a fare le sexy senza alcun tratto femminile riscontrabile (non basta una gonnellina a fare una donna, servirebbero anche delle curve!), i ragazzi ancora non hanno capito che qualcuno li sta falcidiando e continuano a cadere nel trappolone delle geniali mignottine bionde dallo spazio, che parlano come se fossero in un film porno.
Non aiuta il tema musicale di Steve London, particolarmente fastidioso oltre a non c’entrare una mazza con il film.
Il giudizio del Zinefilo è: ma se mandassimo nello spazio quegli idioti dei college americani? Non ci guadagneremmo tutti?
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