Con grande sorpresa ho scoperto questo film d’annata, del filone “robot prima buoni poi assassini” che ha direttamente ispirato un film moderno che ho molto amato. Ma andiamo con ordine.
Per la Trimark Pictures, casa specializzata in piccoli film per lo più pensati per l’home video, Mark Rosman scrive e dirige questo fantascientifico “Evolver”, che ha lasciato davvero poche tracce dietro di sé. Probabilmente è del 1994, ma di sicuro la sceneggiatura di Rosman è una rielaborazione di quella del 1993 dal titolo “The Trouble with Toys”, i cui diritti erano di Neal Shusterman (sceneggiatore che proprio dalla metà degli anni Novanta inizia a lavorare a prodotti televisivi per l’infanzia).
La Medusa Video lo porta in Italia in VHS quasi subito e il 20 maggio 1996 va in onda in prima serata su Italia1 con il titolo “Evolver. Un amico pericoloso”: non sembrano esistere altre notizie su questo film.
Kyle Baxter (Ethan Embry) è il tipico ragazzo anni Ottanta convinto che smanettando coi videogiochi si possa dominare la realtà. Come dite? Il film è degli anni Novanta? Ma dai, il personaggio è praticamente un plagio del Matthew Labyorteaux che faceva “I ragazzi del computer” (1983) e “Dovevi essere morta” (1986), che già a sua volta scopiazzava il Matthew Broderick di “Wargame” (1983). L’unica differenza rispetto a questi esempi è la realtà virtuale, che dopo “Il tagliaerbe” (1992) è diventata simbolo degli anni Novanta.
Baxter insomma ha vinto una gara di gioco in realtà virtuale e il premio è davvero curioso: un robottone di un quintale verrà a sfagliargli casa senza impegno, giorno e notte. Creato dallo scienziato Russell Bennett (interpretato da John de Lancie, l’odioso e insopportabile Q di “Star Trek Next Generation”), il robottone Evolver vuole solo giocare, ma in realtà nasconde un segreto così segreto che è banale oltre il banale: dietro la maschera del gioco è una macchina creata per scopi militari, e più impara più saprà uccidere meglio i nemici.
Il resto è scontatissimo. Il gioco si trasforma ben presto in tragedia, Evolver ci va in puzza quando lo trattano da robot, sviluppa tratti umani (non si sa per quale assurdo motivo!), medita vendetta e comincia a far fuori i giocatori finché non riescono a farlo fuori… a bastonate! Ma come, nel mondo dei computer e della realtà virtuale, esistono ancora le bastonate?
Visto con gli occhi dei mitici anni Ottanta, inizio-Novanta, “Evolver” è un gradevole piccolo film, scontato quanto basta, con poca ispirazione ma onesto nel suo svolgimento.
Quello che invece va sottolineato è che il robottone – disegnato dal giovane Jim Salvati che si è poi subito allontanato dal mondo cinematografico – verrà abbondantemente plagiato dall’ottimo film “Red Planet. Pianeta rosso” (2000) di Antony Hoffman. Al di là dei problemi di rimanere “appiedati” sul pianeta rosso, uno dei problemi basilari della pellicola è l’impazzimento del robot della spedizione, che da semplice inserviente diventa nemico acerrimo: visto che è stato istruito sulle tecniche di guerriglia di tutti i popoli terrestri, sarà un bell’avversario da affrontare.
Come se già non bastassero le storie da cui questo film scopiazzata – da un episodio di “Ai confini della realtà” a uno di “Star Trek Voyager” – ora scopro che il robot del film ha più di un forte debito con questo Evolver, ricreando molte scene uguali in modo sorprendente. “Red Planet” rimane comunque uno dei miei film preferiti su Marte: a copiare sono capaci tutti, è farlo bene quello che conta.
ACQUISTA SU TRAILER