le lucertole

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Ci incontriamo al campetto dietro le scuole perché là se fumi una sigaretta non ti vede nessuno e qualsiasi cosa tu faccia non ti vede nessuno. Sarebbe il luogo ideale per commettere un omicidio. Non ci sono case intorno e non è un luogo di passaggio, per andarci devi infilarti dove il vecchio muro è crollato, ma che ci vai a fare? Non c’è l’erba, non ci sono panchine, non ci sono alberi e non ci sono fontane. Ci sono solo dei blocchi di pietra abbandonati e noi ci sediamo là sopra e ora che è estate sotto al sole è un delirio, ma ci possiamo fare gli affari nostri indisturbate e i ragazzi sanno che ci possono trovare là. Ci chiamano le lucertole per questo, e siamo abbronzatissime e vorrebbero stanarci e portarci altrove ma noi da lì non ci schiodiamo. Siamo in quattro. Io sono Annamaria, Petra è di origine slava, Giulia è nera come il carbone e mia sorella Clara è mongoloide. Si dice down, lo so, ma sticazzi, io preferisco mongoloide perché è multietnico. Un’italiana, una slava, una nera e una mongoloide. Per me è molto più politicamente corretto di down che pare la caduta di Lucifero agli inferi, una specie di colpa insomma. I mongoli sono cavalieri abilissimi e mia sorella è molto agile, mongola e agile, più di me sicuramente. I miei hanno cominciato a mandarla con me per il controllo. Lei è una chiacchierona e le piace fare la spia ma al suo ultimo compleanno le ho fatto un discorso e le ho detto Clara tu vieni con me e stiamo assieme e ci possiamo divertire davvero se poi tu non racconti tutto a mamma e papà. Lei mi ha guardata perplessa perché non capiva bene di cosa stessi parlando e allora dato che la catechesi le ha abbastanza rovinato la visione del mondo le ho spiegato che ci sono un sacco di peccati divertenti come fumare o baciare i ragazzi o bere birra e che se si voleva divertire doveva smettere di raccontare tutto a casa. Lei è rimasta muta per qualche istante e poi mi ha chiesto se poi si doveva confessare e io le ho detto di no, che il curato chiacchiera più di lei. Allora mi ha detto che le faceva paura perché sarebbe finita all’inferno e io le ho risposto di stare tranquilla perché ci saremmo andate tutte e quattro all’inferno e se ce ne fosse stato bisogno noi l’avremmo difesa. Altro silenzio e poi un ok che mi ha fatta felice. Dal giorno che ha compiuto dodici anni abbiamo cominciato a divertirci davvero noi lucertole là al campetto. Era chiaro che quel che facevamo noi lo avrebbe fatto pure lei e quindi il primo bacio con la lingua è stato il suo. Tra me e lei perché con Piero era curiosa ma aveva anche paura che le facesse schifo. Allora le ho detto Clara vieni qua e bacia me, se non ti piace smetto, ma le piaceva eccome tanto che mi sono sentita io a disagio per l’effetto che stava cominciando a farmi la sua lingua attorcigliata alla mia. E poi la sua domanda: ma se ai ragazzi piace e vengono qua per questo non possiamo dirgli di portare qualcosa? Qualcosa come? Tipo da bere, dei dolci, dei fumetti, musica da mettere sull’mp3. Io, Petra e Giulia. Sei occhi si sono dilatati molto a quelle parole e poi sei palpebre sono scese a mezz’asta. Mica scema la mongola e inizio dell’età dell’oro per le lucertole. I ragazzi poi, dapprima sdegnosi di lei per il fatto che le sue fattezze sono meno canoniche delle nostre, si sono presto resi conto che la sua passione superava la nostra e che i suoi premi erano proprio meritati. Insomma Clara da passaporto obbligatorio per arrivare alle nostre grazie è diventata oggetto di desiderio ambito perché pare che con la bocca sia un’esperienza quadrimensionale. Escono tutti spettinati da dietro il blocco di marmo più grosso e siamo tutte certe che Clara non ha assolutamente toccato le loro chiome. Le lucertole insomma sono tutte e quattro molto felici di come sta passando questa estate e Clara pare tra tutte la più contenta. Una sera mentre tornavamo a casa chiacchierando Petra mi ha preso per un braccio e mi ha tirata da parte senti una cosa. Cosa? Ma te non hai paura che tua sorella si innamori di qualcuno? E per quale motivo? Pensaci, dice. Ci sto pensando, dico, ma non capisco. Potrebbe avere una grossa delusione e rimanerci molto male. Ho guardato Petra un attimo per trovare le parole esatte e poi le ho detto. Perché invece io te e Giulia siamo in garanzia?

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