Il cameriere che ci posava sul tavolo le pizze che avevamo ordinato grondava un sudore che mi sparava dritto davanti all’effige della sindone e se non tenevo attiva fortemente attiva la valvola di blocco reazione sull’indifferenza borghese nel nome della serata tranquilla sarei scattato in piedi e sarei andato alla cassa e avrei chiesto di parlare col padrone non col principale col padrone di tutti quei malcapitati che da quel momento in poi ho cominciato a osservare mentre correvano come dannati in mezzo a tavoli popolati da paciosi e affamati e indifferenti bovini dediti solo all’ingozzo e una volta che fossi giunto al cospetto del padrone lo avrei informato di quanto lui fosse una merda a non aumentare il personale di sabato e domenica perché se il servizio era impeccabile e la gente tornava non era merito suo ma di quei poveri dannati che si contorcevano in quella bolgia dall’apparenza legale e la mia valvola ha tenuto e nel nome della serata tranquilla con gli amici non ho reagito ma non potevo non vedere la bolgia e gli unici dannati in quella mangiatoia popolare e così non parlavo non dicevo niente non proferivo parola e mi hanno chiesto cosa avessi e ho risposto caldo ma quanto male si deve stare a lavorare in quel modo e chi e quando mai darà a tutti i bastardi come quel padrone quello che meritano che dire loro non serve a niente niente niente e credo occorra dare e dare e dare. Pesantemente dare.
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