Sinceramente mi aspettavo un’altra cosa e già il fatto che il pagamento fosse all’uscita mi era parso strano. In ogni caso sono entrato e ho scelto la tipa che mi piaceva di più. Una bionda, alta e magra. Mi andava lei tra tutte. E lei ho indicato. Ti dico che mi sembrava strano perché in questi casi normalmente si paga prima. Così, comunque vada, loro i soldi li hanno presi anche se non sei rimasto completamente soddisfatto. Soprattutto nel caso che non hai concluso nulla, cosa che in tali frangenti può sempre capitare. La bionda mi fa strada e mi porta in una stanza dove ci sono due poltrone. Una ha delle cinghie per legare chi si siede e l’altra invece è normale. La bionda mi fa sedere su quella delle cinghie e mi chiede se voglio essere legato. Io la guardo stranito e lei mi dice. Come Ulisse. Come Ulisse? Le chiedo. E lei. Come Ulisse con le sirene. Ma se mi prometti che stai fermo non ti lego. Io prometto, chiedendomi contemporaneamente cosa cavolo sto promettendo, e lo faccio solo perché non mi leghi e lei si siede e mi chiede di sedermi. Ha una bella voce e comincia a parlare. Inizia subito a fare discorsi piuttosto espliciti. E io allora mi alzo per avvicinarmi a lei. Mi hai detto che rimanevi fermo. Ti devo legare? Voce seccata. Un cambio di tono degno della regina di Vega. E così mi siedo. Lei continua a parlare e io la ascolto. Parla di quello che mi farebbe. Dice quello che mi fa. Ma non fa niente. Parla soltanto capito? Parla e ha veramente una bella voce. Così, com’è e come non è, io comincio a eccitarmi e le chiedo se mi posso spogliare. Lei mi concede soltanto di abbassare la lampo dei jeans e di farlo uscire. A patto ovviamente che me ne stia seduto composto. La mia erezione è evidente e lei la degna di uno sguardo minimo. Sì perché lei mi guarda negli occhi e parla. E rimane vestita. Completamente vestita. Una bella ragazza. Bionda, alta e magra. Rimane vestita e parla e mi dice cosa mi farebbe. Mi dice cosa mi fa. Nei minimi particolari. E poi mi dice cosa porta sotto. E che effetto le faccio. E mi guarda e mi dice che le sta piacendo da morire. Lo so che detto così pare da ridere, ma ti assicuro che a ridere non ci pensavo minimamente. La cosa era terribilmente seria e coinvolgente. Così, visto che pare che non posso fare altro, me lo prendo in mano e comincio a niente perché lei mi blocca subito e mi invita a riportare immediatamente le mani sui braccioli. Che la devo solo ascoltare. Ascoltare attentamente. Zitto e fermo immobile. E in effetti la cosa è sia strana che piacevole. Stranamente piacevole. Lei mi guarda e sussurra e socchiude gli occhi. E poi alza il tono della voce e mi dice che le sta piacendo tanto. Davvero tanto. Si va avanti così con lei che è veramente brava. Cioè oltre alla bella voce ha anche un modo suadente di usarla. No. Non ti mettere a ridere. Ti assicuro che non sono un tipo facilmente suggestionabile. In quell’incidente che ti dicevo tempo fa ho raccolto quel braccio mozzato come fosse un ramo secco. Ti ricordi no? E quindi ora è una situazione da non credere perché io sono eccitato da matti e lei continua e io comincio a sentire che mi sta succedendo qualcosa. Sì. Sento proprio che mi sta succedendo quello. E lei pare che lo sappia perché ammorbidisce il tono della voce e comincia a chiedermi se mi piace e vuole che le risponda, adesso posso parlare, e allora io le dico di sì che mi piace tanto e le chiedo se mi posso toccare ma lei dice di no. Irremovibile. E il bello è che io obbedisco. E sto letteralmente esplodendo quando lei da una tasca dietro la sua poltrona tira fuori una rivista di giardinaggio e comincia a leggermi un articolo sui tulipani. I bulbi, come si piantano, come si conservano e tutto il resto. E io non riesco a crederci a quello che mi sta succedendo perché adesso non sta più parlando di sesso ed è completamente vestita e non mi guarda nemmeno in faccia. Adesso mi ha abbandonato su quella poltrona, abbandonato alla mia erezione. E guarda la rivista. E rallenta e sussurra e poi come se mi leggesse nella mente alza gli occhi e mi fa. Allora? E io giuro ti giuro che ho schizzato fuori tutto quello che avevo dentro con un getto e un urlo che non lo so fino a dove mi hanno sentito. Mi sono contorto come la coda mozzata di una lucertola, come un verme tagliato in due. Ho fatto fatica a non cadere dalla poltrona. Non riuscivo a trattenermi, a smettere, a controllarmi. Non lo so cosa mi abbia fatto. E non avevo bevuto nulla. Non mi hanno servito niente prima che andassi con quella ragazza. Incredibile. Sì, sì, ridi. È stato incredibile. Ecco io. Io semplicemente non me lo aspettavo che con orale intendessero la voce. Io pensavo la bocca. E invece ha usato solo la voce. Come? Sì, certo che ci voglio tornare.
-
Cerca
-
Ultimi post
-
Ultimi commenti
- laura on Un saluto e molte grazie
- francesco on il bicchiere
- laura on il bicchiere
- francesco on amore orale
- laura on amore orale
-
Archivi
-
Categorie
-
Visite/Letture
- miss Italia - 25,716 views
- Ula - 1,703 views
- Trenta - 1,093 views
- Manichini - 904 views
- festivaletteratura Mantova 2010 - 685 views
- doccia - 684 views
- l’anniversario - 667 views
- croce - 581 views
- cedimento strutturale (racconto lungo e natalizio) - 526 views
- Bio - 479 views
de – li – zio – so (sadicamente)
gra – zie