Joe R. Lansdale: Cielo di Sabbia

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Questa recensione del romanzo Cielo di Sabbia, di Joe R. Lansdale, è stata pubblicata sul numero di agosto di “Milano Nera Mag”. La ripropongo qui per chi non fosse riuscito a mettere le mani sul cartaceo.

Sullo sfondo dell’America rurale degli anni ’30 -quella della grande depressione e delle “dust-bowls” cantate da Woody Guthrie- i tre orfani Jack, Jane e Tony lasciano l’Oklahoma ormai deserto in favore del Texas, in cerca di qualche lontano parente, o, più probabilmente, di un nuovo inizio.
Tra un furto d’auto, un inseguimento al treno e una breve marcia a piedi, s’imbatteranno in un carosello di personaggi assolutamente imprevedibili. A dare un senso al viaggio sarà proprio uno degli incontri fatti lungo la strada: quello con la banda del temibile Bad Tiger, una sorta di Dillinger irrimediabilmente malvagio (un personaggio ben lontano dal vero Dillinger, temuto dalle autorità quanto amato dalla povera gente e da buona parte dell’opinione pubblica) e vagamente pedofilo. Ma, si sa, non tutto il male viene per nuocere, e proprio lo scontro con i gangster fornirà ai ragazzi l’occasione di maturare e crearsi un’identità “da adulti”.
Lansdale torna a occuparsi dell’adolescenza in un romanzo che concilia lo Steinbeck di Furore con l’Elmore Leonard di Hot kid, e lo fa con l’abituale ottimismo all’americana, motivato -questo bisogna concederglielo- più da un anacronistico idealismo che da vera e propria ingenuità.
Sarà forse per via della bellezza dell’ambientazione (ormai quasi mitica), della leggerezza del linguaggio (ben reso, in italiano, dal solito Luca Conti), della fortunata ironia di dialoghi e descrizioni, o forse perché, diciamocelo, quando si cimenta nel romanzo di formazione Lansdale è l’unico autore nell’intero panorama della letteratura di genere a poter rivaleggiare con il miglior Stephen King (quello del racconto “L’autunno dell’innocenza – il corpo” della raccolta Stagioni diverse, tanto per fare l’esempio più banale), fatto sta che, anche se la formula narrativa non è del tutto nuova (questo Cielo di sabbia ricorda, per tematiche, stile e ambientazione, il piccolo capolavoro L’ultima caccia), il romanzo convince, e come…

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