La vacanza che non ti aspetti è quella trascorsa nel territorio della Strada del vino Soave, nella Pedemontana dell’Est Veronese. Non bastassero le verdi colline coltivate a vite, olivi e ciliegi, che invitano alla gita – a piedi, in bici o a cavallo – per scoprire cantine, frantoi, borghi, pievi di campagna, ville, castelli e musei, nell’arco di poco più di mezz’ora si può essere in Lessinia, la montagna dei veronesi, meta ideale per chi cerca un contatto con la natura e le tradizioni antiche delle genti di montagna. Che qui, in alcune località, parlano ancora Cimbro.
Rievocazioni, musiche e spettacoli di fuoco rinnovano i riti ancestrali dei Cimbri. E’ il caso, ad esempio, di Giazza (758 m), in cimbro Ljetzan, uno dei tredici comuni della Lessinia veronese in cui, nel Medioevo, si era insediata una comunità di Cimbri provenienti dalla Baviera e dal Tirolo, probabilmente per disboscare e creare pascoli. Ancor oggi, Giazza ama ricordare le tradizioni cimbre, come ad esempio succede con la Festa del Fuoco, celebrata nel periodo del Solstizio d’Estate, il 23 giugno, nella notte di San Giovanni. Che, nell’antica cultura agreste, è sempre stata una notte magica, in cui, per scacciare gli influssi maligni, si accendevano falò sulle sommità di colline e monti in attesa della luce dell’alba.
In scena, l’eterna lotta tra il bene e il male. La Festa del Fuoco “Waur Ljetzan”, organizzata dalla Pro-Loco Ljetzan di Giazza (cell. 349 4632515 email: [email protected]), si tiene nella piazza del paese (piazza San Domenico) a partire dalle 21. La festa inizierà con il suggestivo spettacolo “Ignis Inesorabilis” messo in scena con fuoco e trampoli dalla compagnia “Teatro del Ramino” di Ascoli Piceno. Al termine dello spettacolo, entreranno in scena personaggi delle leggende popolari della Lessinia, le Sèalagan Laute, in lotta tra loro per il possesso del fuoco. Il momento clou della serata si avrà con l’accensione dei 13 bracieri simbolo delle antiche comunità cimbre, che, con la loro luce, allontaneranno definitivamente il male. Essendoci pochi parcheggi a Giazza, la Pro Loco mette a disposizione per tutta la serata due bus navetta gratuiti in partenza dal comune di Selva di Progno a partire dalle ore 19. Curiosità, la “Carbonara” secondo il metodo cimbro: non è un primo piatto, ma un metodo per produrre carbone, che prevede l’impiego di 50 quintali di legna verde (faggio, carpino, frassino), accatastata seguendo una modalità precisa e fatta bruciare ininterrottamente per tre giorni e tre notti sotto la stretta sorveglianza di Nello e Giorgio Boschi, ultimi carbonai – per passione – di Giazza e titolari dell’Osteria che si affaccia nella piazza del paese (tel. 045-7847026), la cui specialità è la trota ai ferri cotta con il “carbone Cimbro”, che dà alla pietanza sapori del tutto particolari.
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