Di Isabella Pesarini
“Nascere con la valigia” porta ad avere amici sparpagliati un po’ ovunque, gli amici più cari sono i più vicini, solo a 200 chilometri di distanza da casa! Un matrimonio in provincia di Vicenza, tal Sovizzo, e alle undici di sera mi ritrovo sul materasso di un B&B in pieno centro a Padova, non lontano dalla rinomata Università. Andrebbe tutto bene, se solo avessi previsto di dormire una notte in più in Veneto! Complici lo sciopero dei treni e la tarda ora fattasi in agriturismo, mi ritrovo in abito da cerimonia senza pigiama. La comodità mi aveva fatto portare in borsa un paio di jeans e una maglietta, pigiati sottovuoto, ma i tacchi alti e la giacca bianca in perfetto stile matrimonio rimangono fedeli ad aspettarmi sulla spalliera di una sedia per il risveglio all’alba. Fortuna vuole che nelle situazioni più disperate ci siano sempre le amiche pronte a trovarti una soluzione all’ultimo minuto. Già la buona compagnia scioglie la tensione in una grossa risata!
Nove del mattino. Domenica in provincia veneta! Usciamo dal B&B senza traccia della proprietaria. Io e il gruppo di amici lasciamo i soldi per la notte e le chiavi della camera in una busta sul tavolo del soggiorno, i mille santini appesi alle pareti sorveglieranno.
È una bella giornata di sole, cielo senza nuvole, temperatura piacevole di maggio.
Si inizia con una chiesa imponente, risalente all’dodicesimo secolo, siamo davanti alla chiesa più antica di Padova: Santa Sofia. Scopriamo che si erge dal sito di un tempio di culto pagano, sembra quello di adorazione del dio Mitra, consacrata alla religione cristiana in epoca paleocristiana.
Arriviamo in piazza del Duomo, dove il leone alato veneziano sorveglia dall’alto di una colonna corinzia il cuore storico della città. A Padova tutto è potenza e magnificenza! La fierezza è l’anima della città.
Piazza del Duomo è piena di tavolini imbanditi per il pranzo, ogni bar si sviluppa principalmente all’esterno. In fondo alla piazza la Basilica Cattedrale di Santa Maria Assunta stupisce i visitatori nella sua imponenza fatta di semplicità. Lei, che si fregia del titolo di Duomo di Padova, è una cattedrale in pieno stile romanico.
I portici di piazza del Duomo portano l’inconfondibile impronta veneta, ho l’impressione di passeggiare sotto i portici di piazza San Marco a Venezia in miniatura! Circumnavighiamo il Battistero del Duomo, a cui diamo le spalle per avere una visuale completa della piazza.
La ragazza più precisa del gruppo ci guida fino a piazza del Santo, dove si trova la cattedrale più importante della città: la Basilica di Sant’Antonio. Un’armonia di facciata in stile romanico con contrafforti, cupole e campanili di tradizione bizantina ci accoglie. Bisognerebbe togliersi il cappello in segno di rispetto per la cattedrale pontificia di Padova! Il sole ci invita a goderci la pace nel chiostro. Un giardino ben curato è circondato da una serie di portici che si susseguono fino a formare un quadrilatero, inconfondibili sono le arcate di forma bizantina. Le aiuole sono separate da piccole siepi potate perfettamente e intervallate da decine di margherite.
Cosa ci fa la foto di un’Angelina Jolie con caschetto biondo all’entrata di una loggia in marmo bianco a destra della Basilica? Il potere del contemporaneo ha portato i “Portraits” di Douglas Kirkland nel luogo più insospettabile per una mostra fotografica di star del cinema!
Mezzogiorno in Università. L’avvicinarsi dell’ora di pranzo risveglia l’appetito affievolito solo dal pranzo e cena del matrimonio del giorno prima. Abbiamo già saltato la colazione, andremo almeno a sederci dentro a uno di quegli invitanti baretti del centro?
Gli occhi dolci e supplicanti di noi ragazze convincono i maschietti più austeri ad accondiscendere alle nostre richieste.
Torniamo in zona universitaria. Le strade antiche, fiancheggiate da portici e loggiati, rendono la passeggiata un atto poetico. Sia di giorno che di sera ogni angolo è popolato da centinaia di studenti.
Ci sediamo all’interno di un bar elegante, uno dei tanti sotto agli antichi portici. Poltrone di pelle rossa, torte che sembrano uscite da una scuola d’arte invece che dalla pasticceria, tutto richiama eleganza, tutto è curato fino al minimo dettaglio. Dovremo solo stare attenti a non soggiornare troppo …
Primo pomeriggio. Sulla via del ritorno. Sono le tre, il ragazzo più metodico del gruppo impone di raggiungere l’auto entro le quattro, non vuole assolutamente imbattersi nel traffico di rientro per la Lombardia. Sono quasi tentata di aspettare la tarda sera per prendere il treno, ma le amiche mi fanno riflettere sui sicuri ritardi delle corse di fascia oraria dopo le 21 di sera. A malincuore, torniamo verso la macchina.
Per fortuna chi vuole tornare non si ricorda di preciso dove ha parcheggiato! Sarà stato troppo rabosello a cena, irresistibile vino del vicentino, o la stanchezza della sveglia all’alba per una tirata senza sosta, il risultato è quello di ritrovarsi a passeggiare senza meta precisa per le vie di Padova. Scopriamo così una città dalla forte impronta fascista, gli edifici sono imponenti, bianchi, perentori. La mappatura è quasi geometrica, le strade sono perfettamente perpendicolari le une alle altre. Mi stupisce l’attitudine padovana al pollice verde. Quasi ovunque si ritrovano giardini ben curati, qualche dettaglio floreale che assume il ruolo di particolare di riconoscimento.
Mentre sono assorta ad ammirare le meraviglie architettoniche, naso all’insù verso il cielo, chi ci porta a casa ha anche trovato la macchina. È l’unico ad essere contento di ripartire.
La piccola Padova ha stupito. In poche ore ha fatto sognare un gruppo di ventenni, riportandoli indietro all’epoca bizantina, alle prime civiltà cristiane, facendo un salto temporale di quasi duemila anni per catapultarli nella grandiosità dell’architettura fascista E dobbiamo ancora vedere l’Abbazia di Santa Giustina, la Cappella degli Scrovegni.
Tolgo la guida turistica dalle mani della ragazza più precisa del gruppo. La soluzione è solo una: tornare presto nella storicissima città veneta.