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Capodanno a Milano, anni Sessanta

Pubblicato il 30/12/2011 | 185 letture Condividi su Facebook Condividi su Twitter

I turni erano massacranti: ventiquattro e quarantotto ore, cioè si lavorava un giorno di fi la e poi si aveva diritto a due giorni di riposo.
Difficile rimanere lucidi per una giornata intera in quelle situazioni. Senza contare che non esistevano sabati, domeniche, Natale e Capodanno. Antonio, però, adorava quel modo di vivere così intenso: Milano era una città che non dormiva mai, e facendo lo sbirro gli pareva di coglierne l’essenza. Gli piaceva al punto che spesso tornava al lavoro anche quand’era di riposo: voleva vedere cosa facevano gli altri. Imparare, migliorare.

da Paolo RoversiMilano Criminale – Rizzoli, pg.90

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