Quando il romanzo finisce

Condividi su facebook Condividi su Twitter

Quasi cinque mesi di lavoro.
Intendiamoci, io un lavoro ufficiale lo faccio tutti i giorni, chi mi conosce lo sa che per vivere indosso una divisa e se non facessi il mio meraviglioso lavoro al servizio della comunità (sviolinata sincera) non potrei permettermi il lusso, nel mio tempo libero, di scrivere romanzi, racconti, articoli, post e sciocchezze varie.
Non rubo tempo al mio lavoro ufficiale,  ho molto tempo libero.
Torniamo al dunque.
Quasi cinque mesi di lavoro.
Da svegliarsi la notte e pensare ai personaggi, alle scene da creare, alla trama, allo sviluppo della situazione.
Poi tutto finisce.
Nella migliore delle ipotesi piacerà ai miei pochi amici, un editore deciderà di pubblicarlo, magari ne faranno un film un giorno, più facilmente finirà in uno dei miei cassetti e buona notte.
Il succo è un altro.
E adesso?
Mi manca quella storia, i personaggi, la trama, il lavoro quotidiano, come un gioco di ruolo, uno di quelli intriganti che non vorresti finire mai.
La cosa magica è che il gioco l’ho inventato io e forse piacerà solo a me, ma alla fine qual’è l’obiettivo?
In questo momento mi interessa il giusto, so solo che mi manca la costruzione quotidiana di una storia,   commuovendomi insieme ai personaggi o stupirmi trovandoli diversi da come li avevo immaginati, con una vita loro indipendente dalla mia volontà.
La magia è tutta lì alla fine.
Perché anche se vi diranno che siete bravi, anche se vi diranno che fate schifo come scrittori, quel tempo dedicato alla vostra magia, quello è solo vostro, nessuno ve lo potrà mai comprare o togliere.
La scrittura creativa permette di inventare mondi, come un Dio onnipotente determinare le situazioni, piegare gli eventi, condizionare addirittura le condizioni meterologiche.
Nella realtà stasera dovrò montare le catene nella mia macchinetta per andare a lavorare.
Nei miei romanzi posso inventarmi un’estate perfetta,  e fare correre i miei eroi lungo il Navile.
E’ un bel gioco l’invenzione romanzesca, fino a quando dura il romanzo.
Dopo, mi sento sempre un pò triste, svuotato, fino alla prossima idea.
Forse il gioco è tutto lì, nel viaggio, non nel traguardo.
This entry was posted in vita di città and tagged . Bookmark the permalink.

2 Responses to Quando il romanzo finisce

  1. Davide Piazzi says:

    Caro Massimo,
    mi riconosco appieno nelle tue parole. Quando scrivi proietti te stesso nel mondo che stai desccrivendo. Respiri gli stessi odori, e senti sulla tua pelle le stesse sensazioni che i personaggi del libro o racconto vivono.
    Questo è ciò che succede quando si scrive per passione, buttandoci denro l’anima.

    A presto.

  2. max says:

    Ciao Davide, che terra batti?
    stai pubblicando, scrivendo, emigrando?
    fatti vivo, se hai un libro in uscita fammi sapere.

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *

*

You may use these HTML tags and attributes: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <strike> <strong>