Come era stato annunciato tempo fa proprio da Franco Forte, direttore delle collane da edicola Mondadori, Segretissimo e le altre serie economiche da edicola hanno ripreso recentemente slancio, confermando quella che è una mia idea, supportata anche da precedenti storici. In momenti di incertezza economica, la Narrativa Popolare è una valida alternativa alla libreria o quantomeno a volumi costosi, seriosi e forse più difficilmente vendibili. Non sto facendo questioni di qualità, solo di convenienza, sottolineando che una buona storia ritmata, ben scritta e a un prezzo accessibile, d’estate soprattutto, risulta un buon compagno per le vacanze. In tale contesto Segretissimo e collane correlate questa estate propongono davvero una immersione nell’universo del Professionista giunto al suo 22° anno. Lo dico con orgoglio e con piacere perché io per primo mi diverto moltissimo a raccontare le avventure di Chance Renard, tanto che a oggi, ho già praticamente scritto tutti i volumi anche del prossimo anno. Tra ristampe, romanzi lunghi e racconti l’estate sarà piena di emozioni spionistiche. “Diverse” ci terrei a dire, anche per rispondere ad alcuni che (a volte in modo surrettizio con post vari ma che non passano inosservati) pensano che io sforni le cose un tanto al chilo, così… Prima di tutto non mi risulta che Mondadori ti pubblichi se non vendi, giusto per chiarire. Se siamo arrivati a 7 Prof tra ristampe (che hanno sempre un inedito di più di 120 pagine) e romanzi nuovi penso di essermelo guadagnato con la stima di molto lettori che è evidente e che ringrazio. A ME PIACE FARE IL MIO LAVORO. Ritengo di essere anche un conoscitore dell’argomento visto che leggo e vedo quasi tutto quello che esce, spesso in originale perché oggi la spy story internazionale è un genere piuttosto vivo ma con paginazioni spesso non inferiori alle 700 pagine che solo di diritti e traduzione (tralasciando il costo di stampa e carta) non sarebbero possibili non solo su Segretissimo che ha sempre seguito la linea del Pulp, ossia del romanzo rapido e ritmato, ma anche in libreria dove gli autori internazionali, anche i più quotati e a volte proseguiti da altri perché defunti, faticano a raggiungere dati di vendita importanti. Chiarito questo sin dal Principio il Professionista si è caratterizzato per una narrazione rapida ma non sciatta, facile da seguire e ritmata, proprio come era il format della collana. E questo è il principale motivo che ha portato negli anni alla fidelizzazione del pubblico che, però, è stato abituato sin dal principio ad aspettarsi situazioni differenti, ambientazioni curate ma diverse, trame che spaziano dall’avventura classica all’intrigo politico spionistico più aderente alla cronaca. Questo perché nel mio progetto editoriale del Professionista rientrano un po’ tutte i filoni del genere. E ciò che sarà disponibile questa estate lo dimostra. Con il Prof story 17 troviamo un romanzo breve, Masterspy, che è un omaggio a Segretissimo più classico, quello di Sam Durell e Nick Carter per intenderci, che ci porta dal Tangeri sino a una località poco nota della Romania post comunista alla ricerca di un nemico creduto morto e a un intrigo spionistico molto classico. Il grande colpo del Marsigliese è la ristampa di un lungo e complesso romanzo che al tempo stesso aveva qualcosa della verve bondiana cinematografica più tradizionale con tato di attacco a una base segreta ma teneva conto dei fatti politico bellici del 2003.Papua Nuova Guinea, San Francisco, Praga e l’Iran. Non basta c’è il ritorno del Marsigliese l’arcinemico delle prime avventure del Professionista. E, assieme a lui compaiono molti personaggi della serie, compreso quello Sniper, Russell Kane, che per un tragico caso, risulta un omaggio a un collega e amico scomparso. Ma a auglio già incombe Guerra di spie che, già dal titolo, si presenta come una spy story della guerra Fredda, diretto seguito di Sette pistole, ambientato tutto tra la Russia e le Repubbliche baltiche. Qui la trama intreccia una caccia alla talpa nei servizi segreti russi e un attentato da sventare contro Putin. Azione ma anche il caro vecchio tradecraft delle spie di un tempo. Azione e detection, trappole e sesso. Il vecchio e il nuovo, dell’universo della Russia e delle repubbliche a lei vicine. Proprio come penso debba essere la spy story. Il mese successivo si conclude (per ora) il trittico dedicato a Skorpia con una vicenda autoconclusiva dove ai grandi servizi si sostituiscono le grandi organizzazioni criminali, la Yakuza descritta con cognizione di causa e di luoghi. Un’avventura che porterà in scena anche qualche personaggio che non vedevamo da un po’, e che ci presenta un Oriente realistico ma fotografato con originalità sia nell’aspetto estetico che della sua cultura. E, alla fine, propone un gran fine di guerriglia nella giungla che accontenterà anche gli appassionati di combat. Per finire, nell’antologia Gli uomini della Legione, Sangue nel ghiaccio vede Chance correre in aiuto della Bimba, una delle comprimarie più amate della serie, intrappolata in una stazione artica assieme a tre colleghi, uno dei quali potrebbe non essere quello che dice e aveva intenti molto, molto letali. Come vedete ce n’è per tutti i gusti in fatto di intrecci e ambientazioni anche se il Prof rimane se stesso e la serie mantiene i suoi ritmi, il suo linguaggio, quegli elementi che il pubblico ha dimostrato di apprezzare. È stato difficile raccontare tutto ciò, passando da una situazione all’altra? Sì, perché anche se il lavoro piace è sempre impegnativo e richiede ricerche, invenzioni, dedizione quotidiana, capacità di cogliere spunti diversi e integrarli in uno stesso universo creativo. Il lavoro più bello che c’è.
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