Guerra al terrorismo da al Qaeda a Qods

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La guerra del terrore continua. Si trasforma, cambia pelle ma prosegue da anni, da decenni forse. Con l’eliminazione di Osama, al Qaeda ha perso un simbolo ma resta attiva in tutto il Medio Oriente. Attentati, alleanze coni pirati somali e i gruppi islamisti del sudest asiatico. Un terrorismo di ispirazione sunnita e wahabbita che, malgrado reiterate minacce, non è mai riuscito a replicare il colpo dell’11 settembre. Forse non ha neanche trovato una figura carismatica simile a Osama. Magari il declino, ‘percepito’ se non reale, è dovuto a lotte intestine mentre in Siria e in Nord Africa qualcosa sta cambiando, ancora non sappiamo verso quale direzione. Il terrorismo però si alimenta con il denaro. La pista dei soldi resta sempre quella fondamentale perché è con i soldi che si possono finanziare reti logistiche attentati spettacolari. E la pista dei soldi porta ai conti nei paradisi fiscali, ai campi petroliferi nel deserto saudita. Nella stessa direzione di quei principi che fanno affari con l’occidente. Ma se al Qaeda resta ancora una minaccia per quanto non più potente come veniva ‘percepita’ (ripeto il termine non per caso) un tempo, esistono altre forze in espansione. Qods è un’organizzazione iraniana, quindi sciita, in apparenza rivale dei gruppi sunniti che dominano il mondo islamico. Ma le alleanze contro il Grande Satana a volte stringono legami improbabili. Qods nasce durante il conflitto Iran-Iraq negli anni ’80 ma, con il passare del tempo e l’inasprirsi della crisi sul programma nucleare iraniano ha allargato il suo raggio d’azione e i suoi obiettivi. Il presidente Barack Obama dalla Casa Bianca dice: ‘trattiamo ma non respingiamo nessuna opzione’, il che significa che l’uso della forza letale non è considerato improbabile. Questo già la dice lunga su come la minaccia di Qods è classificata dall’anti terrorismo occidentale. Fondamentalmente oggi Qods fa capo all’ayatollah Kahmenei ma è guidata da Qassem Soleimani, che si occupa di operazioni clandestine in tutto il mondo. A quanto pare, secondo i risultati di un’indagine condotta dall’intelligence di Riyadh, in Saudi Arabia, paese i cui principi si sentono direttamente minacciati anche dai recenti attentati in Yemen, Qods sarebbe pronta a esportare violenza in Europa. La UE , malgrado i problemi economici, è considerata un’unità sufficientemente forte da poter costituire una minaccia per il mondo islamico più estremista. Soprattutto per le sanzioni applicate all’Iran in materia nucleare. Ma un altro bersaglio è l’Indonesia e l’Indocina in cui Qods ha stretto legami con cellule islamiste. Benché in passato pare che Qods abbia detenuto e trattenuto in ostaggio (in cambio di cosa non si sa ma la pratica di tenere ostaggi durante le fasi di trattativa ha origini medioevali che andrebbero indagate) persino il figlio di Osama, oggi alcuni rapporti nel mare arabico e nell’oceano indiano indicano collaborazione tra gli Shabab quaedisti e Qods in tema di pirateria. Non viene esclusa però una rete più capillare che da una parte favorisce i vari gruppi di Hezbollah in Libano schierati principalmente contro Israele ma anche con altri gruppi islamici nel cuore dell’Europa. Sempre secondo il rapporto degli analisti Sauditi potrebbero esserci basi anche a Milano. Il sistema di Qods prevede piccole cellule composte da non più di tre-cinque persone che agiscono autonomamente con un controllore che fornisce denaro e apporto logistico in vista di futuri attentati o anche di semplice ricerca di informazioni. Secondo le fonti dell’intelligence l’organizzazione agirebbe sì con il sistema del cut-out ma avrebbe per ogni settore un capo missione. Per l’Europa è individuato con Hassan Boromand. In questo caso siamo ancora in una fase di infiltrazione e preparazione, quindi più che altro nello spionaggio tradizionale cui potrebbe seguire una fase attiva. Il vecchio Gioco delle Spie. Reclutamento di simpatizzanti, raccolta di fondi, perlustrazioni di possibili obiettivi. In Africa il comando sarebbe affidato a Majid Alvi. In questo teatro si va dai rapporti stretti con gruppi armati già attivi, all’inserimento in attività criminali volte direttamente allo scontro come il traffico d’armi provenienti dall’ex blocco sovietico verso il Sudan e tutte le altre zone di combattimento. Sarebbero poi attive singole cellule infiltrate dall’India alla Tailandia sia nei gruppi islamici che in quelli prettamente criminali come i pirati dell’oceano indiano che ancora agiscono fondamentalmente a scopo privato e non ideologico. Ma il passo è breve e l’obiettivo comune. Destabilizzare e colpire l’occidente, la sua economia. Infiltrare e dirottare le attività dei governi asiatici. A questo punto mi domando se il caso dei marò italiani fermati ‘illegalmente’ in India non abbia un collegamento. Le lungaggini burocratiche, i pasticci politici interni indiani,la pretesa di giudicare un ‘ presunto’ atto di violenza contro inermi pescatori avvenuto comunque fuori dalle acque internazionali e a quanto pare perpetrato con armi non ancora in dotazione dei nostri soldati non sia collegato a un quadro più ampio. Non illudiamoci, siamo sempre e ancora in guerra. Contro i fanatici. Contro i ladri. Contro i corrotti. Dentro e fuori. Parola del Professionista.

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17 Responses to Guerra al terrorismo da al Qaeda a Qods

  1. Lucius Etruscus says:

    Stupenda analisi e disamina di una situazione degna della miglior spy story e che invece, ahimè, è il mondo “reale”. Mentre tutti i giornalisti sono occupati con la Padania, solo il Prof ci porta in giro per il mondo ;-)

    • ilprofessionista says:

      considerato che la possibilità di cellule in Italia è tutt’altro che remota Gangland resta un punto di partenza o di arrivo importante…;-)

  2. Francesco Perizzolo says:

    Grazie Prof!
    Splendido articolo!
    Ed è anche molto utile.

  3. AgenteD says:

    …Articolo bellissimo…ma francamente non credo che l’abbia scritto tu. Quelli che scrivono spy-story sono scrittori di scarsa cultura, buoni per romanzetti da treno, gente di scarsa preparazione, che di affari internazionali sa qualcosa dai titoli dei giornali… La cultura, lo sappiamo sta altrove. Io penso che l’ha scritto Citati…

    • ilprofessionista says:

      Ahahahaah grande Agente D… la cosa sconcertante è che come sempre questiarticoli non nascono da fonti privilegiate ma da un’attenta osservazione della stampa e della rete..solo che se inquesti giorni tutti preferiscono guardare alle magagne di Bossi(che pure hanno una loro rilevanza)….certe cose possono sfuggire…

  4. Shinobi says:

    Articolo molto bello e per niente prolisso. Sei grande.
    Ovviamente, per il principio “divide et impera”, l’incidente dei marò può essere stato architettato e provocato ad arte in modo da far litigare Italia e India e creare così tensioni nel blocco Occidente-Asia evoluta. Un’operazione, per ricollegarsi ai tuoi romanzi, che potrebbe venir condotta dalle menti del Progetto Loki, non credi?

    Per quanto riguarda Qods e la strategia delle cellule dormienti, questa è una strategia tra le più efficaci. Ma proprio per questo, come la possono utilizzare i Qods, così la possono utilizzare molti altri gruppi di varia natura. Intendi?

    • ilprofessionista says:

      Sì a volte sembra proprio che la teoria del complotto trovi conferma da sola..l’idea del Progetto Loki per dirla tutta nasce da una osservazione di molti fatti che presi da soli sembrano solo fuochi dispersi ma che visti globalmente…
      infine sì, il progetto delle cellule dormienti era già alla base della strategia KillAmericadell’URSS, vecchia leggenda dello spionaggio mai sfatata e utilizzata in moltisismi romanzi da Telephon di Wager (poi anche un film) sino al recente SALT…

  5. andrea-tortellino says:

    Eheheh AgenteD vedo che Citati è ancora bene impresso nella nostra memoria, eh? Io me lo ricorderò a lungo quell’articolo…
    da parte mia Stefano ti faccio i complimenti per quanto hai riportato, sicuramente hai aggiunto un altro elemento di riflessione nel discorso marò, tutto questo nel giornale non ne ho trovato traccia, magari potrebbero trarne ispirazione, no?

    • ilprofessionista says:

      come dicevo(alla faccia di Citati ma anche di tanti altri esponenti della Kultura nostrana)non sono notizie ricavate da fonti privilegiate. la base basta avere la voglia e l’interesse di cercarla..poi si uniscono i puntini e si può trarre qualche riflessione. Non è illavoro di un buon analista dell’intelligence? o magari anche di un narratore che poi ci aggiunge un po’ di action e di sesso..giusto per il piacere suo e vostro… :-)

  6. Shinobi says:

    A questo proposito Prof mi fai pensare a un romanzo di casa nostra uscito l’anno scorso, AGENTE SACRIFICABILE di Filippo Colizza (deve aver lavorato nell’intelligence della Marina Italiana o qualcosa del genere): è ambientato negli anni ’70 e parla di un piano per dominare il Nordafrica sfruttando la copertura delle rivolte popolari contro i feroci dittatori… una trama che può stimolare molte idee, non ti pare?

    • ilprofessionista says:

      sì conosco quel romanzo. l’ho comprato e purtroppo non ho ancora avuto il tempo di leggerlo ma mi pareva interessante. temo però che sia stato8come a me è capitato più di una volta9 buttato via dalla casa editrice. una di quelle che si definiscono ‘ uscite disicurezza’ giusto per occupare spazio sui bancali ma non supportato in alcun modo… lo leggerò comunque

  7. Hot says:

    Sulla presunta “intelligence” di Riyadh non scommetterei neanche un bottone usato.
    Il comportamento poco limpido dei sauditi negli ultimi lustri depone pochissimo a favore della loro capacità di giudizio obiettivo.
    Per il resto, per quanto complottista nato, nel caso dei marò ci vedo soltanto un’enorme dose di pressapochismo e di mancanza di professionalità. E quel che è grave: negli italiani quasi più che negli indiani.

    • ilprofessionista says:

      ti dirò che la mia impressione è che le notizie su QODS siano in parte vere, fatte filtrare, soprattutto quelle su minacce dirette in occidente perchè Ryadh ha un estremo bisogno di alleati contro le fazioni sciite mentre,sottobanco, continua a fininziare i movimenti sunniiti e wahahbbiti che osn ostrettamente legati al potereSaudi Arabia. In quest’ultimo anno la guerra in medio Oriente sta prendendo strade non sempre chiarissime per noi ma la mia impressione( come ho già esposto in unarticolo l’anno passato)è che sia in atto una guerra interna tra gruppi silamici. oltrealla tradizionale opposizione tra sciiti e sunniti credo ci sia pure un contrasto tra sislamisti e arabi che voglionoriprendere a fare dollaroni.
      sulla vicenda indian sicuramenteil pressapochismosi mescola alla furbizia. di fatto seuna vicenda come quella dei nostri marò si protrare con queste conseguenze diventa un deterrente per gli stati occidentali ad armare per difesa le loro navi. e quindi chi ci guadagnerà? in effetti la situazione indina meriterebbe di essere studiata molto attentamente cercando di vederla prima stratta dal contesto afghano, mediorientale e poi reinserita in quello scachciere. di fatto inquesti giorni sto studiandomi un po’ l’offensiva di primavera in afghanistanche gl ialti ocmandi ritenevano impossibile. ma perchè?in questo momento l’occidente è debole, il governo di karzai quantomai incapace perchè i talebani non dovrebbero attaccare per riprendersi quello che ritengono loro? Non è che li hanno lasciati fare(un’altra volta) per poi dirci che è necessario restare in afghanistan e spendere tutti quei soldi per approvvigionare e armare le truppe dlela libertà(che paghiamo noi). come diceva il colonnello Duvall ‘nuke them all to the stone age..soluzione semplice anche se drastica…

  8. Hot says:

    Intendiamoci, non nego che i sauditi possano (sì, forse può esistere anche qualcosa del genere) far filtrare notizie che contengano parti di verità. Sottolineavo che il livello di obiettività fosse al livello del Mar Morto.
    In relazione ai marò: preciso che il dovere dello stato italiano è quello di difenderli nel migliore dei modi (e allora perchè la situazione è stata gestita sin dall’inizio da quella nullità di Frattini?). Certo che nemmeno si può pensare che i marinai indiani si siano suicidati, sparandosi con le uniche armi presenti nel raggio di centinaia di miglia (che guarda caso erano a bordo della nave italiana).

    • ilprofessionista says:

      sull’affidabilità dei servizi di Ryadh e sulle strategie per cui vengono filtrate alcune notizie e altre no mi pare che concordiamo.Sulla questione dei Marò fatto salvo che, l’incidente se è avvenuto con il coinvolgimento della nave italiana(mi pare che gli esami balistici abbiano evidenziato unadiscrepanza sull’altezza del tiro che renderebbe impossibileche i colpisian ostati esplosi dalla nostra nave) si è verificato oltre le acue territoriali indiane quindivada giudicato in Italia visto che una nave è comunque territorio della nazione proprietaria…

  9. ilprofessionista says:

    la questione è sicuramentestata gestita male. perchè esattamente la nostra nave è attraccata inun porto indian oe ha consegnatoi due marò. uso della forza? quanto giustiicato? si era parlato di un altro incidente in quelle acque poi non si è più detto niente. di certo son oacque pericolose dove circolano parechie armi e insieme ai pescatori ci son osicuramenteanche pirati. tutto questo andrebbegiudicato ma con una certa rigorosità che mi pare fuori dalla linea attuale del governo indiano. ricordate la morte della Sgrrena e dell’agente dei serizi italiani in afghenistan? col cavolo che gli americani hanno lasciato il soldato americano che sparò la raffica contro lal oroauto nelle mani della giustizia italiana…

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