La necessità dell’autopromozione in rete

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C’era un’ epoca in cui il narratore se ne stava solo in casa, sperando che qualcuno leggesse le sue cose. L’unico segnale era la voce dell’editore che di tanto in tanto diceva ‘ vai bene, vai male’. Qualche missiva di un lettore particolarmente affezionato in redazione. Si viveva un po’ nel nulla. Ovviamente non parlo di quegli autori promossi e pompati dalle case editrici che potevano permettersi tour promozionali, interviste. La condizione della maggior parte degli professionisti del Pulp era destinata al silenzio. Poi ti dicevano ‘non vendi’. Per forza, nessuno mi conosce. Con l’era di Internet le cose sono cambiate. Non tutti se ne rendono conto ma fare il narratore è un mestiere a tempo pieno e non può ridursi alla scrittura. Il contatto con il pubblico è, oltre che gratificante,anche parte del nostro lavoro, così come le presentazioni, gli articoli, insomma tutta quell’attività che ha come indotto una circolazione del nome e quindi (si spera un riscontro alle vendite). Devo anche dire che a me piace. Mi piace andare alle presentazioni, agli incontri, parlare delle cose che mi interessano e che non sono necessariamente le mie(ma testimoniano i miei interessi e la mia competenza). Ho imparato quest’arte da Cappi e da Pinketts che, a modo loro, la svolgono con modalità differenti ma hanno un’esperienza più che ventennale nel campo. Perciò partecipo sempre con grande piacere alle serate di Borderfiction o al Seminario per Giallo e Bar. Mi diverto. Lo ripeto, il lavoro di pubbliche relazioni è necessario ma richiede sacrifici. Viene svolto sempre o quasi gratuitamente perciò uno si deve sentire un po’ a suo agio sul palco. E avere quella presenza di spirito che gli permetta di presentare senza leggere le domande e rispondere con la fermezza e la disinvoltura necessari quando si presentano critiche. Perché se ci si espone può succedere di tutto. Lo sapete che, da sempre, sono convinto che sia necessario proiettare l’immagine migliore di sé anche se ciò non vuol dire che sempre tutto vada per il verso giusto. Nascondersi, rifuggire la promozione diventa imperdonabile. Soprattutto se, magari, si è costretti a pubblicare con pseudonimo. Forse può essere una strategia di vendita, ma al contatto con il pubblico non dovete rinunciare. Anche perché, purtroppo non si può pretendere che la casa editrice faccia più di tanto. La mia esperienza con gli uffici stampa è piuttosto negativa. Si curano(svogliatamente) degli autori grossi, per quelli di nicchia, finisce che nutrono un supremo disprezzo. Su questo posso testimoniare con riscontri precisi. Ma non importa. Oggi abbiamo opportunità che una volta erano negate. Oltre la singola comparsata a una manifestazione la rete è per questo uno strumento ‘democratico’ nel senso che permette a ciascuno una sua visibilità. Forse non universale ma sicuramente la permette. Non solo con la promozione dei propri lavori. Anche con la possibilità di mostrare quello che si sa, quello che si apprezza. Sinceramente non so se mi avrebbero chiamato per curare alcune importanti collane di VHS e DVD nel passato e oggi (fonte di buon guadagno, ammettiamolo) o a scrivere i Gialli per ‘Confidenze’ o ricevere una telefonata direttamente da Dino de Laurentiis (grande uomo, onestissimo..qualcosa abbiamo fatto poi se n’è andato, ma lo ricordo con piacere) se non avessi scritto decine di articoli sull’azione, sulle arti marziali… Per ciò chi lavora in questo settore deve dedicare parte del suo tempo a tutta una serie di attività che al momento sembrano non fruttare nulla. Per cui forse è un bene che svolgere questa attività promozionale gli piaccia. E anche presentare altri, magari meno conosciuti ma meritevoli. Una cosa ho imparato negli anni. Promuovere solo le cose in cui si crede. Se avvallo un autore che non credo essere valido tradisco quelli che mi seguono che subodorano la fregatura. Invece con il pubblico va coltivato un rapporto di fiducia reciproca. Perché è il pubblico che ti sostiene nel momento difficile. E se un professionista , soprattutto di questi tempi, NON può accettare esclusive non pagate è anche opportuno che coltivi continuamente la sua attività. Ovviamente c’è ambito e ambito. Il tono del blog ufficiale di una rivista per cui scrivi richiede una certa accortezza nelle opinioni, il social network è più libero. Se a volte si mette ‘il paginone centrale’ con la bella ragazza discinta c’è un motivo (oltre quello evidente…ehm) e la segnalazione di un film o di un libro non sono mai casuali. Finiscono sempre per creare la vostra immagine professionale. E voi potete farlo meglio e con più passione di chiunque altro, credetemi.
Un ultima cosa. È certamente utile mostrarsi espansivi e, circondati da belle ragazze essere solari anche in questo. La vita è bella. Ringraziamo chi ci fa da testimonial. Non implica null’altro che una complice simpatia. Però la vostra ‘vita privata’ resta solo vostra. Non è il Grande Fratello. Le persone che contano veramente sentitele in privato… non date spazio al pettegolezzo che potrebbe farvi male. A meno che non sia una strategia anche questa. Ma non la mia.
Parola del Professionista!

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32 Responses to La necessità dell’autopromozione in rete

  1. Andrea Carlo Cappi says:

    In effetti i social network permettono di scoprire che i lettori esistono, tengono a quello che si scrive… si emozionano pure. Tempo fa un lettore dei miei due romanzi per “giovani adulti” (due storie di spie in cui si raccontavano i 16-17 anni del “Cacciatore di Libri”) mi scrisse che erano stati fondamentali per lui, quando aveva quell’età. Il che dimostra che in ciò che scriviamo c’è anche qualcosa che va oltre la trama e l’intrattenimento. Per quanto i media più “importanti” fingano di non tenerne conto e, appena possibile, rimuovano i nostri nomi dai comunicati stampa, le rare volte che li pubblicano. Ma noi, appunto, ci promuoviamo da soli, alla faccia loro.

    • ilprofessionista says:

      Andrea con grande piacere vedo il tuo commento come primo. Tu lo sai e l o capisci di cosa parlo oltre le semplici righe. letteratura di guerriglia…lo sapevi che c’è una manifestazione a Milano sul nero con i soliti noti? noi nulla ovviamente.però sono sicuro che abbiamo più lettore(e lettrici che cazz..) affezionati.
      Appuntamento a Borderfiction..quella vera naturalmente.

  2. Francesco Perizzolo says:

    Grande.
    E te lo dice un fan che ti rompe le pa**e quasi tutti i giorni!

    • ilprofessionista says:

      e continua a farlo a oltranza :-)

      • Francesco Perizzolo says:

        Chi è fan come me e ha la possibilità di parlarti direttamente ha fame di qualsiasi particolare, news, indiscrezione, anticipazione, nota storica ecc ecc
        Tu ad esempio sei una persona disponibilissima: forse è più di quanto hai scritto sopra, perché ci vuole una passione smodata verso ciò che fai per non tirare una scarpa ad uno che passa con sorriso a 50mila denti facnedoti vedere la copia appena presa della Vendetta del Fantasma mentre parli di fronte a della gente :D ahahah (io mi sarei tirato una scarpa da solo, ad esempio, e credo che la mia donnola volesse percuotermi la nuca visto che non ce la faceva più ahahah)

  3. Francesco Perizzolo says:

    Quando scoprii il Professionista, scoprii che era il necessario completamento di quel che rappresenta per me SAS. Senza Linge e Renard mancherebbe qualcosa. Ha ragione Cappi: ci si emoziona ed è un piacere poterlo dire all’autore.

  4. James says:

    C’è molto cuore in questo post, Prof, della la serie: sotto la dura scorza….
    E poi sai cosa ti dico, caro Prof, che se da un certo punto di vista è condivisibile la critica per cui i social network sono luoghi di rapporti puramente virtuali tra le persone a scapito della socialità, è pur vero per contro che è meglio un rapporto virtuale di valore di mille contatti sì reali ma inutili, finti e tristi cui spesso siamo quotidianamente costretti. Non solo, ma tra persone intelligenti i rapporti peraltro non sono mai “puramente virtuali”.

  5. marco Timossi says:

    Sono d’accordo con tutti voi.
    Poter dialogare con i tuoi scrittori preferiti e parlare con loro di personaggi a cui sei affezzionato e che consideri ormai degli amici è importantissimo.

    • ilprofessionista says:

      benvenuto anche su questo blog Marco.spero ci troverai cose interessanti per tutti le tue passioni che so essere molte.
      stammi bene
      s

  6. Ariete'70 says:

    Sei veramente un grande Prof! Come ti ho scritto sul Blog di Segretissimo,fanno bene a paragonarti a Salgari.Però tu hai in più la fortuna di sentire(in tempo reale) il polso dei tuoi lettori e immagino sia una grande spinta a fare sempre meglio.Continua così!

    • ilprofessionista says:

      ti rignrazio Ariete 70…il paragone con Salgari mi lusinga ma è un po’ il destino comune di moltissimi autori pulp come McBain che scrisse tantissimo e con vari nomi.
      poù ‘sentiamo, i lettori, più siamo stimolati a scrivere…

  7. Ariete'70 says:

    Grande Prof! Tu sei un Salgari vincente e che non si arrende!Keep the Faith!

  8. andrea-tortellino says:

    Nel mio lavoro è difficile – ma non impossibile- avere un riscontro con i clienti, ovvero con coloro che beneficiano dei risultati del lavoro, quando questo succede e ricevo i ringraziamenti perchè mi sono profuso per loro, perchè sono stato cortese e disponibile al telefono, ebbene questo per me ha un valore, è gratificante. Ci sono state persone che mi hanno invitato ad andare a trovarle e che mi avrebbero anche ospitato…. bellissimo, no? Lasciamo perdere invece il discorso che sarebbe meglio ancora se parimenti ci fosse un aumento dello stipendio…eheheh
    Quando ho scoperto che sul blog di segretissimo c’era un autore che rispondeva ai lettori ci rimasi di sasso, in un mio post Prof. scrissi proprio questo. Poi sono entrato nel tuo mondo leggendo una tua storia, e poi ho avuto la fortuna di potertene parlare scrivendoti, e poi… grazie Stefano !
    Andrea

    • ilprofessionista says:

      grazie a te Andrea e a tutti gl ialtri che comunicano. Io ritengo sia fondamentale anche e sopprattutto nelal narrativa popolare che un narratore mantenga il contatto con il suo pubblico. e sfatiamo il mitoche uno scriva di queste paicevolissime avvenutre solo per soldi…chi lo fa schifando un po’il genere(dai gialli su Confidenze ai Segretissimi)tradisce subito una mancanza di cuore hce poi nei libri si vede. Poi magari sono gl istessi che quando scrivono qualcosa che ritengono di letterari diaprono a pavone..ionon son od’accordo. praticamente tutto quell oche scirvoè fatto peril picere diraccontare…se poi riesco a viverci, meglio ancora…

  9. ilprofessionista says:

    be’ quasi trecento visualizzazioni in tre giorni significa che l’argomento è interessante. ne riparleremo.Intanto visto che sull’Ultimo segretisismo manca la pubblicità dei prossimi vi ricordo che da Maggio parte il restilyng della collana e comincia IL PROFESSIONISTA STORY 01, una nuova collana con ristampe riviste del 1995 e INEDITI. anche di questo riparleremo.

  10. Barbara says:

    Intervengo con un po’ di ritardo, pur avendo letto il post al momento della pubblicazione per sottolineare quanto io condivida il tuo pensiero in merito alla questione “autopromozione”, Stefano, dato che da molti nell’ambiente è vituperata o osteggiata. Ho cominciato il mio percorso nella scrittura e nella rete in contemporanea, aprendo per il mio primo romanzo una pagina promozionale e personale su Myspace, un social network dedicato soprattutto alle band musicali emergenti. Dalle band ho mutuato la volontà di stare vicino a coloro che apprezzano il tuo lavoro, e sono loro poi che si fanno vedere agli eventi, mostrano supporto e coi quali si finisce spesso per instaurare rapporti di autentica amicizia. Negli anni, ho potuto contare sul supporto di grandi autori che credevano nel mio lavoro. Grandi autori come Stefano di Marino e Andrea Pinketts, Andrea Carlo Cappi come performer di gran classe e aplomb (chi se lo ricorda alla “prima” milanese della Ragazza dalle ali di serpente?). Un’occasione in più per dire grazie a coloro che in maniera del tutto disinteressata hanno offerto supporto e vicinanza e, anche, amicizia. Nel mio piccolo, offro il mio supporto agli autori che mi piacciono, laddove altri grandi “autori” del salottino buono si limitano a marchette, col risultato di screditare il duro lavoro di chi ci crede davvero.

    • ilprofessionista says:

      Garazie Barbara, commento sentito e sigillo di un’amicizia personale e professionale che dura da anni. Forza e determinazione anche in un momento in cui siamo bombardati da menagrami che poi altro non vogliono che scoraggiarci per il loro interesse. Continua a scrivere, continua a farci sognare, barbs, siamo con te :-)

    • Francesco Perizzolo says:

      Barbara lascia spesso senza parole :)
      Mi ricordo quando si usava soprattutto myspace – facebook non esisteva o era solo un abbozzo. Mi ricordo che dietro suggerimento di un’amica iniziai a conoscere il lavoro di Barbara e a scambiarci qualche parola: molto simile, per molti versi, al Prof: due persone che si apprezzano leggendone i libri, e che una volta incontrate si fanno apprezzare ancora più del loro lavoro (ed è tutto dire, vista la qualità di ciò che scrivono). Del Prof e di Barbara mi hanno stupito la semplicità – nel senso buono – la passione, la cordialità e la tenacia.
      Barbara si ricorderà di quando allo Zoe le diedi una copia del nostro penultimo cd: lei non lo sa, ma nel ricevere una misera copia di un cd disse grazie con gli occhi in un modo talmente sincero da rimanere impresso a vita. Se poi paragoniamo tutto ciò al nostro mondo fatto dai “Lei non sa chi sono io”…
      Grazie a tutti voi!

      • ilprofessionista says:

        bellissimo questo post ,Francesco.in realtà ciò che colpisce in barbara (oltre alla bravura e agli occhi…ovviamente) è sempre la capacitàdi ‘non tirarsela’ ed essere sempre disponibile…un po’ il segreto del suo successo è anche questo….

      • Barbara says:

        Ciao Francesco, che bella serata quella! Di quelle che ti piacerebbe ripetere più spesso. Penso che quelli che se la tirano, quelli del “salottino buono”, quelli che snobbano, che ti squadrano dall’alto, quelli con la puzza sotto al naso, in fondo, siano soltanto persone tristi che vivono vite tristi prive di emozioni.

        • Francesco Perizzolo says:

          Quanto hai ragione, Barbara.
          Tristezza e Miseria.
          Ma come dico spesso…se a loro piace così, vivano pure male. Io non mi schiodo.

          Quella serata mi è molto piaciuta (al di là di alcune note tecniche, tipo il palco profondo 15 metri che non permette di vedere le proiezioni…) e sarò felicissimo se ci vedremo di nuovo!

  11. Barbara says:

    Teniamo botta, sempre. Alla faccia dei menagrami ;)

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