Qualcosa di simile

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“Il filo spinato non era stato messo per proteggere la torta da me. Ma viceversa”.
Mi conoscete. Sapete ciò che leggo – di solito – e ciò che scrivo. Ma credo sappiate anche che da anni predico la ricerca del nuovo di ciò che solo in apparenza può sembrare lontano e in vece (permettetemi il gioco di parole) mi suggerisce qualcosa di simile, a me. E tra le pagine di questo delizioso libro diviso in racconti solo numerati perché anche se autoconclusivi, seguono un filo, ho trovato più d’un motivo d’interesse. Francesca Scotti. Che altro dire? Mi regala il suo libro di fronte a un piatto di sushi, muovendo occhi e dita con una grazia tutta giapponese che non è casuale. Musicista, esperta di vita e cultura giapponese, una passione per la preparazione del cibo. Ora, spesso mi capita di leggere testi femminili. Non ho niente contro le donne, ci mancherebbe. Ma la narrativa ‘ femminista’ per partito preso, quella che s’avventa sul maschio, piena di rancore, sconforto e tutta una serie di passioni più o meno autodistruttive non mi piace. E invece qui no. Fate uno sforzo, miei cari amici, per una volta regalatevi un libro dove non ci sono botti e spari. Un libro ‘ deliziosamente’ femminile, carico di quel “wa” che in giapponese significa armonia e ti apre un orizzonte. La scrittura è piena, fluisce senza difficoltà, né pretese letterarie. Non ha bisogno di pretese, Francesca, perché la sua pagina semplicemente ‘è’. Racconti brevi, a volte malinconici, curati nel dettaglio, ricchi di sfaccettature psicologiche che, improvvisamente, possono rivelare terrificanti crudeltà. Mi vengono alla memoria i romanzi di Murakami Ryo (Tokyo Soup, Audition), i film di Miike ma anche qualcosa di Kim Ki Duk (Bad Guy e L’Isola) mescolati assieme a uno straordinario arazzo di suggestioni questa volta occidentali. Passione per la musica, il pattinaggio, e, lo ripeto, la cucina praticata come un’arte mortale. Non racconti di genere, ma che flirtano con il mio mondo immaginario. Io non sono un critico ‘letterario’, non faccio parte del ‘salotto buono’. Ma la mia strada non è fatta solo di polvere e deserti. O forse sì. Ma tra le mesas, a volte, crescono piccoli fiori. Sono bellissimi.
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6 Responses to Qualcosa di simile

  1. stefano gerosa says:

    Brava Francesca, e bravo Prof !! Fa piacere condividere anche momenti delicati in un mondo che sembra sempre più votato all’autodistruzione…un po’ di filosofia orientale non guasta mai per dare un equilibrio alle nostre vite….

    • ilprofessionista says:

      e non è solo l’Oriente che si respira nelle pagine di Francesca, ma un sentire ‘personale’ unico che la distacca da molte altre vocidella narrativa emminile

  2. Fabio Lotti says:

    Il libro andrebbe preso anche solo per la presentazione.

    • ilprofessionista says:

      Grazie, Fabio… come dicevo non è un giallo o un noir in senso stretto ma è proprio leggendo libri anche al di fuori delle nostre passioni che apprezziamo le opere che, nel nostro campo più specifico sono di maggior valore. E lode a Francesca di non aver voluto spacciare la sua narrativa per qualcosa che non è solo, perchè , si dice, che il nero vende….

  3. Hot says:

    Mi hai incuriosito Prof…
    A proposito, attento quando parli di narrativa femminile… una comune conoscente potrebbe arrabbiarsi e rovinarci la serata :D

    • ilprofessionista says:

      più d’una, Giuseppe. Sai una cosa’? in realtà non esiste narrativa femminile o maschile. ci sono libri buoni e libri brutti.
      Quello di Francesca è una boccata d’aria…

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