Diabolici intrighi di sesso e morte

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Torniamo in sala. Negli anni ’60 di cinema se ne produce in quantità, non solo in italia, e le influenze, le mode dilagano. Difficile tracciare linee nette tra ispirazione e plagio. D’altronde nessuno ha il copyright sulle idee, e alla fine tutte le storie sono già state raccontate. Ciò che conta è il come. E di sicuro, anche in Italia, il filone giallo piace. Si cominciano però a delineare, pur nell’aderenza a modelli stranieri, caratteristiche se non prettamente nostrane almeno europee. Persiste (e in letteratura sarà un bastione ben più arduo da abbattere) il pregiudizio che scenari e personaggi italiaci non si adattino a vicende di  suspense. Anche il  western  ce lo insegna. Attori stranieri reclutati per vendere il prodotto sul mercato estero, sceneggiatori e registi italianissimi camuffati per illudere il pubblico di trovarsi di fronte a opere d’oltreoceano. E così ambientazioni e, a volte anche temi, vengono presi a prestito. Di sicuro lo sguardo europeo è più disincantato rispetto a quello americano. la sessualità e le sue devianze diventano più esplicite. Certo,  si tratta sempre di prodotti di expliotation, perciò nudi, situazioni perverse, intrecci torbidi hanno una maggiore rilevanza che all’estero. Intanto in Frencia si sviluppa , grazie a film come  La piscina di Deray o il già citato I Diabolici di Cluzot, un filone in cui il thriller psicologico si contamina con la vicenda erotica, non di rado venata di critica sociale. Siamo vicini al ’68, alla contestazione giovanile, ai movimenti di liberazione della donna, alla cultura  hippy. I Diabolici , ispirato al romanzo omonimo di Boileau e Narcejac, merita  attenzione non solo perchè capofila di una serie di thrilling erotici molto fortunati nel nostro paese.  Ripescando una vecchia edizione del romanzo non si può non notare la notevole differenza tra il testo di base e il film. E’ interessante trovare, in una ristampa dei Calssici del Giallo datata 1981, un’introduzione degli autori che pur rilevando la discrepanza non si sentono traditi da Clouzot; sottolieneano invece con  competenza la diferenza di linguaggio tra cinema e narrativa.” Gli autori hanno immaginato un romanzo giallo classico ma , anzichè partire dal delitto, sono partiti dalla macchinazione che conduce a esso. Il racconto è   interamente scritto dal punto di vista della vittima. L’angoscia nasce dalal solitudine che il romanzo cerca di rendere con una tecnica complessa negli effetti ma semplice nella natura, poichè utilizza solo le parole. Il regista invece lavora sulle immagini e l’immagine è molto più ribelle della parola.  L’immagine è il mondo reale, quello delle cose e dei volti. Ma l’ambiguità del romanzo corrisponde a quella del film. E’ vero che  Cluzot si è deliberatamente sganciato dal nostro romanzo. ha preso il buono come tutti i grandi creatori. Ma è altrettanto vero che non ci ha traditi poichè ciò che noi tentavamo di apportare, Clouzot lo ha approfondito, illustrato con quella forza, quell’incisività che caratterizzano il suo stile.‘ In effetti il film ha una carica di sessualità perversa non così evidente nel romanzo dove è solo suggerita. Si tratta quindi della forma più fine di adattamento, l’interpretazione creativa e rispettosa del modello. Ed è proprio in Italia che il thrilling, che per molti continua a essere una evoluzione del gotico inglese, assume una caratteristica diversa. Nasce il thrilling erotico. Storie dove la suspense, la paura e talvolta il paranormale si intrecciano con trame nelòe quali sotto accusa è la società borghese. Triangoli amocrosi, vacuità dei valori tradizionali, male di vivere si fondono in un sottogenere particolarissimo che ha radici francesi(e spesso dalla Francia importa anche gli interpreti) ma calca la mano sui risvolti morbosi. Esattamente come l’omicidio, dopo Sei donne per l’assassino, acquista caratteristiche rituali nella sua efferratezza, il sesso diventa moneta comune nei rapporti tra i personaggi. Siamo sempre al centro di intrighi privati in cui la polizia è, al massimo, testimone. Ricordi negati, vizi, passioni e avidità costituiscono, abbinati ai tipici elementi del thrilling, la base per alcuni dei migliori gialli del periodo preargentiano.

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