Il rosso segno della follia

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Nel corso del decennio 60-70  il thrilling avrà modo di svilupparsi, pur contaminato da numerose  influenze straniere, dai classici anglosassoni, ai noir psicologici francesi (uno su tutti Les diaboliques di Clouzot), per avvicinarsi sempre più all’ambientazione italiana. La sfiora comunque a ogni occasione e sviluppa una “scuola della suspense” dove gli elementi sopraccitati verranno enfatizzati a turno. Bava flirterà con il genere in diverse altre occasioni che meritano di essere ricordate perché tutte aggiungono qualche tassello alla nostra ricerca sugli stilemi del genere. Se Il rosso segno della follia (1969) è quasi una vicenda di fantasmi, non tralascia un solido impianto giallo basato… sulla follia. L’io narrante ci confessa sin dalle prime battute di essere un maniaco omicida. John Arrington, avvenente e tenebroso proprietario di una casa di mode (ancora!), specializzata in abiti da sposa, conserva dentro di sé il ricordo traumatico dell’omicidio della madre e del suo secondo marito. Comprensibilmente, visto che il delitto fu consumato la prima notte di nozze. Per poter ricordare John non può far altro che ricreare quel pathos seducendo (solo a parole perché, in realtà, è incapace di atti sessuali completi) le sue indossatrici per poi seviziarle con una mannaia in un’orribile danse macabre fatta di manichini, carillon, visioni e veli da sposa. Anche in questo caso l’ambientazione resta indefinita ma giardini e magioni nostrane incombono.

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2 Responses to Il rosso segno della follia

  1. fdenard says:

    splendidi questi film… ho visto ieri su youtube the killing fish di Antonio Margheriti in inglese con sottotitoli in vietnamita o qualcosa del genere…

    • ilprofessionista says:

      un sano tuffo nella nostra tradizione cinematografica di ogni filone non può farci che bene. Se non altro aiuta a capire che con il poco sapevamo (e sappiamo) fare il tutto.
      con il budget di Avatar siam tutti buoni a fare un blockbuster(in effetti non tutti…i soldi che vengono sprecati per certe fesserie… ma è un altro discorso)

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