Edicola:non è un paese per libri

È abbastanza curioso che un genere( o meglio una serie di generi) di narrativa popolare nati come ‘economici’ in vendita nelle edicole accessibili per linguaggio, temi e prezzo a un vasto pubblico siano completamente ignorati da critica e selezione di premi letterari  del nostro paese. Come se i Gialli, i Segretissimo e gli Urania(per non parlare di tutte le collane nate successivamente che hanno permesso un intrecciarsi e confondersi di formati forse a volte sin troppo rigidi)non fossero ‘libri’ ma una pubblicazione da cui guardarsi, da disprezzare, da non curare né nella distribuzione né nella promozione. Un tempo chi voleva leggere  thriller o spy story(e persino fantascienza e horror) poteva rivolgersi solo alle pubblicazioni da edicola. Poi c’è stato uno strano salto di qualità. Con l’inizio degli anni ’90 Interno  Giallo e i Mystbooks si sono divisi ferocemente lo spazio in libreria. Qualcuno dichiarò che il caro vecchio  Giallo settimanale era morto(persone che ci avevano costruito sopra una carriera e che, uscite per motivi personali dalla casa editrice madre, avevano imposto una nuova realtà con gli stessi autori). A quel punto il Giallo e il suo autore avevano dignità solo se pubblicati in libreria a un prezzo molto maggiore ma con identici contenuti. In breve tutti gli editori si sono buttati sul genere. E poi c’è stata l’apertura agli Italiani che per anni erano considerati esclusi dalla narrativa d’intrattenimento. Risultato? Aumento sproporzionato dei costi e diminuzione delle vendite. La qualità? Giudicate voi…. Di fatto oggi le riviste da edicola  -un tempo pubblicate da tutti gli editori- sono rimaste i marchi storici mondadoriani; non troppo sostenuti dalla casa editrice per dirla tutta. Ogni volta che si apre una collana nuova dura poco più di un anno. Probabilmente un maggiore sforzo di investimento per la pubblicità ma soprattutto una diffusione reale sul territorio potrebbero attirare in edicola(dove si vende ormai di tutto) qualche lettore che vuole romanzi di buona qualità a un prezzo equo. Un fatto per tutti. Epix, ultima collana nata e morta nel giro di poco più di un anno  ha proposto titoli buoni e meno buoni, ma forse meritava qualcosa di più. In ogni caso il marketing l’ha chiusa adducendo una resa altissima. Ma se già dai primi numeri bisognava dare la caccia ai giornalai per averne un volume? Il mio giornalaio sottocasa, da quando la collana ha chiuso ha cominciato a esporre regolarmente(vendendoli) i titoli dei mesi passati ritornati in edicola per qualche altro giro di distribuzione. Un mistero che richiederebbe l’arguzia di Sherlock Holmes… qualcosa, decisamente, non quadra. Adesso che anche la barriera che impediva agli italiani di uscire in edicola è caduta(senza che le vendite diminuissero) però i girnalisiti non recensiscono  le pubblicazioni economiche anche se vendono migliaia di copie di più dei testi che appaiono in poche copie in libreria. E i premi? Mai visto un autore italiano, pubblicato in edicola, selezionato per un premio. Anche se di qualità… Mah….

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12 Responses to Edicola:non è un paese per libri

  1. ilprofessionista says:

    Ma chissà perchè con tanti otimi romanzi che escono nel Giallo mondadori e collane affini gli autori non vengono mai neanche presi in considerazione allo Scerbanenco?

  2. Quiller says:

    Gli interrogativi sollevati sono interessanti, ma mi manca la conoscenza dei meccanismi editoriali per formulare anche solo delle ipotesi informate. Per esempio: mi sembra che le copie per recensione vengano inviate ai giornalisti, non mi risulta che se li vadano a comprare in libreria. Siamo sicuri che Mondadori invii ai giornalisti le copie omaggio da recensire? Stessa cosa per i premi: le opere vanno iscritte ai premi o la giuria va in libreria e sceglie?
    Stefano fa notare come non ci sia uno sforzo promozionale per le collane da edicola, ma del resto, per Mondadori è “concorrenza interna” e inoltre, mentre le recensioni (e i premi) delle edizioni da libreria, anche se sono un pò in ritardo, consentono ai lettori di comprare il libro, con le edicole c’e’ la forte probabilità che si crei interesse verso un prodotto che il lettore magari non riesce nemmeno a trovare.

    • ilprofessionista says:

      Le tue osservazioni sono esatte.Di fatto l’invio stampa a volte anche per gli autori da libereria avviene sol oper alcuni, senza scordarsi che molti recensori su testate importanti buttano letteralmente via un sacco di testi.
      però so per certe che alcune riviste anche non troppo vendute ma uatorevoli che dovrebbero occuparsi di pUlp NON recensiscono per principio i giallio altre pubblicazioni. Così capita che io abbia ricevuto ottime recensione per Pietrafredda che è poco più di un racconto(buono sinchè volete non sono io a smentiarlo) molto mal distribuito ma neanche una riga per la trilogia di Montecristo.
      é vero ai premi deve essere la casa editrice a iscriverti ma la maggior parte dei premi riguardanti il thriller…non prendono in considerazione la produzione da edicola. c’è quindi un atteggiamento mancante sia da parte dell’editore che di chi organizza premi ogestisce gl ispazi di rcensione. diciamo la verità i premi e le recensioni salvo casi rari si ottengono per amicizia o spinta.se manca quelal passi inosservato.

  3. David O'Rich says:

    Sempre molto attenta l’analisi di Stefano. Se n’era parlato ancora in quel di Jesolo: un sacco di gente pensa alle pubblicazioni da edicola come libri di serie B, senza parlare della fatica che a volte fa un lettore per reperire i titoli; ricordo che per Bad Prisma (uscito in agosto quando le edicole chiudevano e dopo aver riaperto non si rimettevano in pari) setacciai edicola per edicola della mia città, e non solo, ricevendo occhiatacce dagli edicolanti quando nominavo quella strana parola “Epix”

  4. ilprofessionista says:

    In quel periodo poi aveva ancora la vechcia grafica e lo mettevano tra i romanzi d’amore…

  5. Slum says:

    Il problema è la disinformazione. Se si riuscisse a far capire al pubblico che certi libri che escono nelle collane da edicola sono superiori a molta sporcizia che impesta le librerie sarebbe il massimo. Forse creare delle collane di appoggio in libreria, con ristampe delle storie migliori e appetibili, con qualche pagina pubblicitaria a rappresentare al meglio i mensili da edicola, potrebbe essere una soluzione.

    Però quando vedo cose come Epix, concepite in modo totalmente folle e anti-mercato capisco che c’è qualcosa che non va non solo nei lettori ma anche livello produttivo.
    Epix, contenitore di Horror, Fantasy e New Weird che negli ultimi anni sono diventati di moda, non aveva copertine che potevano richiamare i moderni successi(per esempio Rizzoli HD è paracula in modo molto intelligente sulle copertine), non miscelava proposte commerciali per attirare nuovi lettori con i classici per i lettori più scafati(anzi gli unici 2 pubblicati erano incompleti, attirando le ire dei compratori), non sfruttava le mode o l’onda del cinema(il libro di Beowulf sarebbe stato perfetto per accompagnare l’uscita del film al cinema, ma dopo? E se fosse durata altri 2 numeri avrebbe avuto un numero su Solomon Kane?).
    Certo mezzucci, che non hanno nulla a che vedere con la letteratura, ma i libri vanno venduti prima di tutto. E se vendere, anche in modo così gretto, permette un rientro di pubblico e visibilità ai meritevoli, specie se italiani, ben venga.

    Ma poi mi giro intorno e guardo tutta la robaccia che pubblicano sugli Oscar e non ristampano Montecristo allora mi sale la tristezza e depongo le armi. :-)

    • ilprofessionista says:

      in effetti mi sembra che tu abbia centrato un po’ tutti i colpi nel bersaglio.
      su Epix( che era un esempio) sono d’accordo con te. Il problema era creare una collana di fantastico che esulasse da quanto proposto su Urania che- mi sembra di capire quando leggo il blog- ha un’utenza di lettori che non ammette che si esca da un certo format. La collana contenitore da edicola soffre più che in libreria di una visione d’insieme. per farmi capire HD che citi ha titoli di buon livello e tavanate pazzesche che sono chiaramente fondi di barile però(credo9 ogni titolo viene valutato dai singoli risultati. Epix, invece temo abbiafinito per essere giudicata dal suo insieme mentre probabilmente c’erano gli amanti di un filone che prendevano solo quello e non gli altri ma, alla fine, i conti sono stati fatti sulla collana in sè. se un numero non vendeva bene penso che ilgiornalaio richiedesse meno copie del successivo che, magari, aveva maggiore appeal sul pubblico.
      nel complesso però condivido il tuo intervento

  6. Hot says:

    Ma siamo sicuri che le case editrici ( e ce le metto tutte, anche quelle che storicamente sono diventate grandi con le edicole) vogliano ancora davvero vendere dei libri a meno di 5 € in grandi tirature? O sarà invece che preferiscono vendere a trentacinque Euro qualche boiata in tirature medie (o minime), spinta dal giornalista amico che fa una marchetta sul giornale di famiglia?
    Non si spiega diversamente come si mortifichi un canale distributivo efficace, su cui non c’è nulla da inventare, e si promuova invece quello delle librerie dando evidentemente da mangiare a un sacco di figure intermedie…
    Non è che qualcuno, che magari ha la responsabilità della distribuzione, ha i suoi interessi a far sì che le cose vadano in tal senso?

    I libri son destinati a una collocazione commerciale di alto profilo (in parole povere: a prezzi alti) con autori di alto rango (in parole povere: amici e ruffiani amici degli amici) perchè si deve fare spazio, in basso, agli ebooks!
    Vorrete mica che ce li regalino… e nemmeno ci potranno chiedere di pagarli più di una decina di Euro, se nemmeno ci forniscono un libro reale… di carta.
    Rassegnatevi… le collane da edicola sono “a dead man walking”!

    • ilprofessionista says:

      Mi rattrista doverti dare ragione Hor perchè, come sai, gran parte del mio lavoro per ragioni diverse oggi verte sul romanzo da edicola…il Pulp dei tempi moderni che però non mi pare adeguatamente supportato. pensa che 20 anni fa(quando già la produzione da edicola era in calo preoccupante) Mondadori spendeva circa 150 milioni per il festival di Cattolica(che si teneva in estate e non in una località gelida e poco raggiungibile considerati anche i prezzi degli alberghi e delle strutture logistiche). C’era la campagna pubblicitaria massiccia ben visibile su tutte le spiagge…poicon l’uscita degli allora direttori(che avevano alcune ragioni e qualche torto) sicreò questo spostamento verso la libreria. vennero create due collane concorrenti(i Miystbooks e Interno giallo..che erano sempre Mondadori anche se di branche differenti) e per lanciare quelle si cominciò a dire che il Giallo et simili non andavano più in edicola anche se testi e autori erano gli stessi. la guerra tra le due bande portò alle aste per accaparrarsi i migliori autori,così salirono i prezzi dei singoli volumi…e puoi ben immaginare cosa è capitato. di fatto da quando lavoro per le collane(prima internamente poi esternamente) ogni anno sento recitare il de profundis per l’edicola. fortunatamente nonè ancora accaduto ma sinceramente penso che non si trattinè di direttori editoriali o responsabili, nè di copertine nè di valore dei singoli testi( che sono tutte componenti importanti e non andrebbero tralasciate).Il problemaè che il malatoè in una fase terminale…e in questi casi anche il miglior chirugo del mondo può far poco. mala tempoa currunt. alla fine resta solo da sperare che autori e lettori lavorino gli uni per dare testi di qualità e gli altri per sostenerli. Lo so che è poco, ma al momento fa la differenza.

      • Luca Conti says:

        Stefano, ne abbiamo parlato in tante occasioni e sai come la penso. Il Giallo Mondadori è a mio avviso molto trascurato dalla sua stessa casa editrice, e non è certo stata la nomina di Costanzo a direttore a fornirgli il benché minimo impulso. Purtroppo è ormai diventata, e da tempo, una collana fatta in estrema economia sotto l’insegna del “primo non spendere,” senza minimamente pensare di coltivare, di crescere un pubblico di appassionati che, anche per ragioni generazionali, è molto diverso da quello dell’epoca d’oro della testata (ma anche da quello di una ventina di anni fa). E il ridottissimo prezzo di copertina non giustifica, sempre secondo me, la grande quantità di romanzi di serie C che appaiono sempre più spesso nella collana. Esiste un sacco di roba di qualità, anche non recentissima, che si recupera a pochi soldi; basta avere la voglia di andarla a cercare e di farla tradurre. Evidentemente questa voglia non c’è.

        • ilprofessionista says:

          Luca hai messo il dito sulla piaga. Come sia mi piacerebbe leggere thriller di qualità. da una statistica mia personale devo ammettere che nella mia bibliotecha(che ospita senza differenze di classe e pubblicazioni) volumi economici quanto cartonati che negli ultimi due anni c’è stato un aumento esponenziale di volumi di Stile Libero(anche per colpa tua… come faccio a perdermi un Leonard nella nuova traduzione?) e vecchi gialli ripescati come ieri alla fiera del libro usato(dove tra l’altro ho trovato in condizioni pressochè perfette quindi MAI LETTI)due vecchi Parker, cinque romanzi di Ross macDonald e tutta la collezione dei GIM(Gialli italiani mondadori). Era una collezione che cercavo per motivi storici da molto tempo. datava il 1977. Ebbe come ILGMP vita corta. ma non credo sinceramente che la cosa sia da addebitare alla qualità dei testi. allora come oggi.
          ciao e buon lavoro.

  7. Daniele Rubatti says:

    Stefano la rivista BRIVIDO rcensierà molti periodici Mondadori e non…

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