“La biblioteca dei libri proibiti”, John Harding

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Quando ho visto questo volume sul banco della libreria, la prima cosa che mi ha colpito è stata la copertina. Subito dopo, queste parole:

Sono solo una bambina.
Qui non potrei entrare.

Per questo devo dire le bugie.

Per questo mi restano solo i libri.

Mettere insieme una biblioteca e dei misteri è come darmi una fetta di pane con la Nutella, per cui mi sono lanciata con entusiasmo.

Florence è una ragazzina da tempo abituata a doversela cavare da sola: uno zio totalmente assente e privo di interessi nei confronti suoi e del fratellino, una governante che esegue le volontà del lontano parente, una cuoca ed un tuttofare sono tutto ciò che la circonda. Fino a quando non scopre i libri. Ma leggere le è proibito, ed il suo amore verso la carta stampata rende assai pericolosa la sua vita notturna, quando nel silenzio di Blithe House raggiunge la biblioteca e si dedica alle parole di grandi poeti e scrittori. E l’arrivo di una nuova istitutrice non fa che complicare le cose…

E’ un libro grazioso, senza troppe pretese, ben scritto e con un punto di forza ben preciso: Florence ed i suoi neologismi. L’intero volume è scritto in prima persona, dal punto di vista della giovane ragazzina che ha imparato a leggere da sola e che trova in Shakesperare l’assoluta perfezione, al punto da dichiarare che quando diventerà scrittrice vorrà scespirizzare anch’ella, maneggiando le parole con la stessa libertà.

Tutto il racconto è infarcito dai termini che si inventa sul momento, o adatta alle sue necessità, cosicché è spesso molto divertente.
L’unica pecca è che un’idea potenzialmente esplosiva sia stata stesa in maniera un po’ banale. Anche se il termine corretto sarebbe forse: superficiale.

Ho trovato comunque affascinante, a suo modo, il fatto che non tutto viene spiegato. A tal punto viene rispettata la prima persona da non forzare nulla che Florence non avrebbe potuto davvero sapere. Il risultato è che tanto è intuibile, molto spiegato, ma altrettanto resta nel mistero.

Una piacevole lettura, da affrontare senza troppe aspettative e con una buona dose di leggerezza.

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