Eccoci giunti all’ultimo capitolo di questa saga di umani e vampiri. Capitolo di cui peraltro non posso raccontare nulla, in termini di trama, perchè sarebbe tutto un immenso spoiler.
Nell’ultimo post avevo accennato ad un “purtroppo” parlando del finale. Qualora qualcuno avesse pensato che mi riferissi ad una possibile tristezza per la fine della saga, si ricreda: quella semplice parola di significato negativo si riferisce all’evidente colpo in testa che deve aver preso Stephenie Meyer tra la stesura di Eclipse e quella di Breaking Dawn.
Una trama che fino al terzo libro aveva camminato sul sottile filo del ridicolo senza precipitare (ed a titolo di cronaca ricordo di aver detto dall’inizio che a me i libri sono piaciuti), facendo storcere probabilmente il naso ai più che sono giunti a leggerli ma tuttavia ancora sufficientemente accettabili, diventa di colpo surreale. Va oltre l’inutile, oltre l’insensato, oltre il ridicolo, appunto. Non c’è personaggio che venga risparmiato da quella che potrei definire solo una centrifuga di avvenimenti assurdi. Qualcosa che suoni tipo:
“hai presente quello che hai letto finora, quello che sei convinto di sapere, le idee che hai su Bella, Edward, Jacob, i Cullen, i Volturi, gli animali della foresta, i vicini di casa? Ecco, dimentica tutto che ricominciamo.”
Per chi conosce di cosa parlo, è un po’ come a metà de “I Cieli di Escaflowne”, come le puntate finali di “Neo Genesis Evangelion”…arrivi li e non puoi che domandarti cos’abbia colpito in testa il creatore, lo scrittore, chiunque sia impazzito di colpo ed abbia messo in onda (o in questo caso scritto) qualcosa di così palesemente fuori da quanto visto (letto) fino a quel momento da farti spegnere la televisione.
O, come nel mio caso, gettare da parte il libro.