Dopo la parentesi saghe, accantonata ma non abbandonata, torno alle origini.
Ciò che mi ha convinto a comprare immediatamente questo libro ed i suoi due seguiti è stata la copertina: non sempre vi viene dedicata molta cura, così quei tre volumi colorati e decorati armoniosamente hanno catturato la mia attenzione.
Ho avuto fortuna: è anche una delle più belle trilogie che abbia letto.
Nella Torre di Isse, una delle Stazioni di Collegamento dei Cavalieri Alati, la servitù che lavora incesantemente per soddisfare i nobili è solita trascorrere i momenti di libertà raccontandosi storie sulle temibili forme di vita leggendarie che si possono trovare nell’Impero di Erith. Ad ascoltare quei racconti vi è anche una creatura dal volto orrendamente sfregiato, di cui nessuno sa nulla: lei stessa non ricorda alcunché di chi sia o da dove venga, neppure il suo nome. Perfino gli altri servi la evitano, disprezzando l’aspetto orrendo. Così non le resta che una via: la fuga dalla Torre e dalla sua relativa sicurezza, incontro a quelle creature tanto temute e ad altre ancora peggiori, con il solo scopo di ricostruire un passato cancellato dalla memoria.
Non c’è alcuna banalità nella storia che Cecilia Dart-Thornton ha scritto, né nei personaggi o nelle altre apparizioni. Naturalmente sono presenti alcuni canoni frequentemente riscontrabili in altre opere di autori che l’hanno preceduta, ma l’autrice è riuscita a ritagliarsi una nicchia di originalità: l’Impero di Erith è un misto di fantasia e futurismo, così come le creature che lo abitano sono a volte liberamente ispirate dalle tradizioni celtiche o assolute invenzioni; i Casati e la nobiltà sono ben descritti e contribuiscono a creare una panoramica del mondo decisamente originale.
L’interazione tra i personaggi è semplice e lineare, gli apparenti buchi narrativi vengono completati con lo svolgersi degli avvenimenti senza alcuna fatica o contraddizione.
Ed il finale stesso è tutt’altro che scontato, anche e soprattutto nel modo in cui viene presentato.
A “la Ragazza della Torre” fanno seguito “la Dama delle Isole” e “la Signora di Erith”.
“Non rammentato, ieri è ormai sparito.
Senza ieri, oggi non ha senso.
Chi sei tu, se sei dimenticato? Chi sei tu, se non la somma dei tuoi ricordi?”
(canto ertish)
Mi hai decisamente incuriosita con questo.
Aggiungo alla lista e ti saprò dire !