Inizio con questo post una parentesi dedicata a quanto di più difficile una persona che voglia recensire libri possa trovarsi di fronte: le saghe.
Una piccola premessa: è diventato oggigiorno sempre più difficile trovare dei veri libri, e con questo termine intendo un volume che contenga una storia che inizia e finisce all’interno delle sue pagine. Ben che vada, qualunque libro esca ormai fa parte di una trilogia; può andare anche peggio, può far parte di una non meglio precisata serie di volumi.
La frustrazione è piuttosto ovvia: sicuramente almeno qualcuno di voi si è trovato nella situazione di comprare un libro attratto dalla trama di copertina per arrivare alla fine e scoprire che…non c’era una fine.
Ebbene, tra queste serie ce ne sono alcune che per me rimangono dei capolavori, terminate o no che siano. Possono essere lunghe più o meno di dieci volumi, ma terranno viva l’attenzione e la smania di procedere nella storia con maniacale decisione.
Tra esse, la prima che vi presento è “La Ruota del Tempo”, di Robert Jordan. L’autore è purtroppo mancato nel 2007, lasciando l’opera incompiuta: tuttavia, poiché il decesso non è giunto inaspettato, ha avuto tempo di lasciare minuziose istruzioni su come la storia dovesse terminare alla moglie e ad un amico, uno scrittore conosciuto Oltreoceano di nome Brandon Sanderson.
Ogni singolo volume de “La Ruota del Tempo” comincia con il vento. Un vento che soffia tra le Ere che finiscono, vengono dimenticate e si ripresentano allorché la memoria le ha cancellate, in un unico cerchio, in una Ruota mossa dall’Unico Potere presente nel suo lato maschile – saidin – e quello femminile – saidar. Ed il vento non è mai quindi l’inizio, ma è comunque un inizio.
Conosciamo il piccolo villaggio di Edmond’s Field, che dà i natali alla maggior parte dei protagonisti dell’intricata trama del Tempo, nell’eterno suo svolgersi verso l’Ultima Battaglia contro il Tenebroso. Ed assistiamo quindi al venire alla luce del Drago Rinato, colui che avrà il compito di essere vessillo del mondo; reincarnazione di quel Lews Therin Telamon che nelle Ere fu Drago Rinato e fu causa della Frattura; uomo in grado di incanalare saidin corrotto dal Tenebroso, sfidandone la pazzia che porta.
Vediamo la Torre Bianca, sede delle Aes Sedai, incanalatrici di saidar, desiderose di mettere al guinzaglio il Drago Rinato ed al tempo stesso devastate dai sospetti al loro interno.
Ed assistiamo allo svolgersi degli eventi che avvicinano sempre di più il Tenebroso al mondo.
Mi rendo conto che con così pochi elementi possa sembrare una storia letta e riletta: non è così. A partire da Rand al’Thor, il Drago Rinato, che non è eroe ed è anzi soggetto a tutte le debolezze umane ed alla corruzione del Potere. La complessità del mondo creato da Jordan e l’incredibile mole di rapporti tra i personaggi possono rendere difficoltosa una lettura inframmezzata da altri libri, ma essa è tanto affascinante quanto complicata.
E’ noto che i libri della saga dovevano essere dodici, e dunque solo l’ultimo sarebbe uscito postumo; tuttavia, il risvolto di copertina dell’undicesimo volume – ultimo uscito in italiano da poche settimane – parla di quindici volumi. Mi viene ovvio supporre che vogliano sfruttare in qualche modo l’onda di empatia causata dalla morte dello scrittore e la “fame” di conoscenza della fine di un’opera davvero maestosa (ogni volume è composto da circa 800 pagine) prolungando in qualche modo il finale: voglio solo sperare che questa scelta non vada a minare l’incredibile struttura costruita negli anni da Robert Jordan, sminuendo uno dei pochi veri capolavori fantasy che si possono trovare in commercio.
E’ corretto tuttavia specificare che la versione ufficiale della presenza di tre nuovi volumi è l’eccessiva mole di dati e scritti lasciati da Robert Jordan, che avrebbe reso quello che doveva essere l’ultimo libro un tomo di oltre duemila pagine.
Attualmente è disponibile in Italia in lingua originale il dodicesimo volume, “The Gathering Storm”.
Mi riservo la possibilità di scrivere altri post sull’argomento, essendo la saga vastissima e piena di spunti, oltre che tuttora incompleta.