Street food in salsa palermitana

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Street food, ovvero del mangiare in piedi, camminando, appollaiati su un muretto o mentre si fa la fila alle poste. Di ritorno dalla spesa, sacchetti pieni di ortaggi frutta detersivi biscottini alla crema poggiati sul marciapiede, una manciata di monete in mano, un fazzolettino di carta spiegazzato pronto in tasca. Ben bilanciati sulle gambe, allora, borsa stretta tra le caviglie, busto appena inclinato in avanti per non rischiare di macchiarsi, sguardo strategico alla ricerca di una fontana per sciacquare le dita: ecco a voi la posizione da mangiatore-di-cibo-da-strada. Una filosofia, quasi, quella dello street food, un pranzo in tre bocconi, una cena al volo prima del cinema, un pasto da mandar giù rapidamente ma non un fast-food, per carità.

Ogni città democratica deve avere il suo cibo da strada-feticcio, che sia un würstel ricoperto da una cruenta salsa a base di pomodoro e spezie o un croccante e gustoso falafel, caldo scotta-lingua e speziato e saporito, imperlato di salsa allo yogurt soffice e delicata. Uno spuntino dal sapore deciso, niente panini plasticosi molli dolciastri con la polpetta e palettate di maionese in scatola come quelli che vendono in quella catena americana con il pagliaccio giallorosso dal sorriso inquietante, grazie. Un pasto completo in pochi morsi deve avere grassi a sufficienza per sedare la fame, carboidrati per reggersi in piedi senza rischio di rovinosi svenimenti, scomodi durante un’arringa in tribunale o sulle gradinate dello stadio, una manciata di proteine, e poi gusto e fragranza, maneggevolezza e piacere, docilità nell’andar giù unita a quel po’ di ostico nell’addentare che è parte stessa del godimento.

Ci sono città che del cibo da strada hanno fatto una bandiera, un vezzo, una carta d’identità, un contapassi personale per ciascun residente; Palermo è una di queste. Tra arancine e pani c’ ‘a meusa, cazzilli e frittola, rascatura e stigghiola, sicuramente il panino con la panelle brilla per versatilità. Una calda, aromatica squisitezza, una mafaldina ricoperta di sesamo spaccata a metà e riempita di piccole frittelle di farina di ceci. Potete farle anche a casa, le panelle, è semplice e d’effetto. Basta stemperare la farina di ceci con l’acqua tiepida, trasferire sul fuoco e far cuocere rimestando. Quando il composto sobbolle, spianarlo su un tagliere, lasciarlo freddare, tagliare dei quadrati spessi 2-3 millimetri e larghi circa 7 centimetri e friggerli in olio bollente. Sbruciacchiatevi la lingua, le panelle si mangiano bollenti!

Una scrupolosa disamina dei panellari di Palermo la fa Santo Piazzese nel suo La doppia vita di M. Laurent. Un giallo interessante e ben scritto e soprattutto una impagabile visita guidata della città; tra il Mercato delle Pulci, scenario dello strano, inquietante omicidio, ed i viali di Mondello, tra le stradine a ridosso della Cattedrale e via Libertà, Lorenzo La Marca, docente universitario e detective suo malgrado, e Michelle, medico legale e sua quasi-fidanzata, ci condurranno tra i profumi e le abbanniate della vera, autentica Palermo.

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6 Responses to Street food in salsa palermitana

  1. annamaria says:

    grazie maria!
    questa di piazzese (solo sentito nominare da un’altra appassionata) é una dritta clamorosa!
    palermo, cibo, giallo con delitto: italo (mio marito) ne sarà felicissimo!!

    • annamaria says:

      piazzese messo in lista d’acquisto da italo.
      anche questo dice che si é scritto un buon pezzo….o no?

    • maria says:

      L’ho sentito dal vivo, Piazzese, e mi sono anche fatta autografare un libro. Lo ha guardato e mi ha chiesto candidamente se lo avessi sottratto a una biblioteca. Quando ho risposto che no, era solo mio, ha detto che era contento che qualcuno leggesse davvero i suoi libri. Solo per dire che mi piace molto, davvero. Spero che piaccia anche a tuo marito :)

  2. annamaria says:

    epporcamiseria!!
    farina di cecei non se ne trova fino a ottobre (troppo delicata: non regge il caldo-umido della pianura padana).
    le mafaldine più simile a quelle della foto sono i tristissimi panini da hot-dog…
    il mio pane e panelle é rinviato all’autunno, ma almeno ho ordinato piazzese :-( /:-)

    • maria says:

      qua la farina di ceci c’è sempre, ma soprattutto ci sono i panellari, sempre e ovunque, fuori dalle scuole, nelle piazze, negli androni degli ospedali. quale hai ordinato, di piazzese? sabato lo prossimo lo vedrò dal vivo per la seconda volta, gli scroccherò un’altra dedica. praticamente sono la sua stalker

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