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Come se non bastasse la commistione fra western e gongfupian, i successi dei film con Bud Spencer e Terence Hill ma anche il personaggio di Provvidenza di Tomas Milian parlano chiaro: anche il western comico piace agli spettatori.
Così nel grande gioco degli spaghetti western si lancia anche un ben noto professionista del western nostrano come Bruno Corbucci: prende uno sconosciuto attore cinese, gli affibbia il nome di Chen Lee (quello di Shanghai Joe) e lo getta nel calderone del film Tutti per uno… botte per tutti. Corbucci vuole tentare il colpo grosso: un western marzial-comico. Dopo aver conquistato dall’ottobre del 1973 le sale della Capitale con una «esplosione di risate» (come recita la locandina dell’epoca), nel gennaio 1974 il film debutta nel nord Italia con una “poesia” come lancio: «Pugni pupe e karatè / Noi del West siamo i re / Siamo i re della “scalogna” / Chi ci tocca cerca rogna!».
«L’arido Far West parodistico nato sui colli laziali spera di rinnovare i propri moduli narrativi facendo il verso ad altri filoni commerciali altrettanto decaduti: dopo il western erotico-medievale, è ora la volta del binomio western-kung fu» questo il giudizio de “l’Unità” (20 ottobre 1973). «Chi alla fine risulta più malconcio è proprio lo spettatore, annientato dall’inesorabile susseguirsi di gag davvero patetiche».
Distribuito all’estero come The Three Musketeers of the West e costretto a subire la concorrenza di mostri sacri come il Bruce Lee de I 3 dell’Operazione Drago, il film rimane molti mesi nelle sale italiane, dimostrando che infinite scene di scazzottate da saloon e “mosse” alla kung fu – inserite in un film per il resto delirante – danno i loro frutti. E dimostrando, se mai ce ne fosse bisogno, che il 1974 è un anno ad alto tasso di marzialità.
(alla prossima puntata)