Tra gli incontri più interessanti avvenuti quest’anno a Lucca comics c’è stato quello con il talentuoso Paolo Barbieri, autentica star dell’illustrazione nostrana e senza dubbio tra i disegnatori che più hanno contribuito a rendere «visiva» la narrativa fantastica in Italia. Sue alcune tra le più evocative copertine di romanzi fantasy, con cui ha dato un volto ai personaggi d’inchiostro immaginati da scrittori del calibro di George R. R. Martin, Licia Troisi, Cecilia Randall, Francesco Falconi, Herbie Brennan, Francesco Dimitri, Ursula K. Le Guin, Cornelia Funke, Sergej Luk’janenko, Marion Zimmer Bradley e tanti altri. L’occasione dell’uscita per Mondadori del suo Favole degli dei, il suo primo libro di cui abbia curato sia i testi che le illustrazioni, ha fornito lo spunto per questa chiacchierata.
Ciao Paolo, per prima cosa grazie per aver accettato questa intervista e benvenuto nelle «Scritture barbariche».”Favole degli Dei” è un’opera che unisce testo e immagini basati sull’antica mitologia greca. Perché questa scelta? Una passione personale, o credi che gli archetipi dell’Olimpo siano gli elementi primari del fantastico ancora oggi?
La scelta è stata originata da coincidenze del tutto inaspettate. Certo, ho sempre avuto la passione per i personaggi della mitologia greca, ma non avevo mai realmente pensato a interpretarli in un mio progetto. Da piccolo rimasi affascinato da Scontro di Titani (regia di Desmond Davis, 1981), l’ultimo film del grande mago della stop motion Ray Harryhausen: l’impatto è stato così forte che per anni ho cercato di inventare le mie creature mitologiche, dai draghi a mostri di ogni genere. Avevo già fatto dei libri illustrati (Creature del Mondo Emerso-2008, e Guerre del Mondo Emerso-guerrieri e Creature-2010), ma non avevo ancora ben chiaro come affrontare un mio personale progetto. Alla fine tutto è nato per caso.
Attraverso un guerriero che stavo disegnando, cercavo un’evoluzione dello stile dettata da sperimentazioni fatte su alcune copertine, e mentre l’immagine prendeva forma, mi resi conto che quel personaggio si stava “trasformando” in Ares, il dio della guerra della mitologia greca. O meglio, questa mi sembrava la giusta interpretazione di quel “nuovo nato”. Così provai questo stile con altre due illustrazioni, Afrodite e Medusa. Il trittico mi piaceva, per cui, dopo mesi di piccole correzioni, decisi di proporre il tutto alla casa editrice. L’idea piaque moltissimo, e iniziai a disegnare Dei, ninfe, e creature mitologiche. Dopo un anno e mezzo è nato “Favole degli Dei”.
Ritornando alla seconda parte della domanda, credo proprio che gli archetipi dell’Olimpo siano alla base, o meglio nel dna della nostra civiltà. Chiunque da piccolo o da adulto, ha visto o letto qualcosa realativo a Zeus, Apollo, Medusa, l’Idra, Atlante, e tutte le altre creature; quelle influenze sono rimaste sempre dentro di noi andando a formare la nostra cultura più o meno influenzata dall’immaginifico greco. Forse è proprio per questo, che quei personaggi continuano oggi a risultare affascinanti e attuali: in fondo la loro “esistenza” è alla base della nostra conoscenza, e perchè no, soprattutto della nostra fantasia.
Sei un affermato illustratore, collabori come copertinista coi più grandi scrittori internazionali e i maggiori editori, non solo in Italia. Però tutti i testi di Favole degli dei sono scritti da te. Raccontaci il motivo di questa scelta, e come è stato il tuo approccio a questa sfida.
In realtà, una volta disegnati i primi personaggi, decisi di scrivere alcuni racconti da presentare nel pdf di prova. Con quei racconti volevo “gettare le basi” a qualsiasi scrittore mi avesse affiancato nel progetto, per far comprendere la direzione che avrei desiderato seguire attraverso la narrazione. Dopo un paio di settimane, Mondadori mi affidò l’incarico di scrivere i testi di mio pugno: i miei racconti erano piaciuti moltissimo, per cui iniziai a scrivere tutti gli altri.
L’intenzione era quella di raccontare in parte la mitologia conosciuta, con la nascita e le vicende più conosciute di tutte le creature del phanteon olimpico che avevo scelto, prendendomi però molte “licenze artistiche”, e inserendo particolari completamente inventati per avvicinare quel mondo alla mia fantasia. Inoltre la mia intenzione era di catturare l’anima dei personaggi, attraverso le loro emozioni, le loro paure, e tutta la furia che molti di essi nascondevano nel profondo dell’animo. Spiegare Dei e Creature non solo come esseri dai poteri immensi, ma anche come anime divise tra luce e buio, riportandoli in un certo senso a quella che era la loro epica originale.
Puoi svelare qualche segreto della tua personale tecnica di illustrazione?
Il mio “segreto” è non avere troppe regole. A volte inizio con lo schizzo a matita, altre volte parto rirettamente dal digitale. Può capitare che trovo una figura interessante attraverso la stesura casuale del colore, e che da questa “improvvisazione” nasca a poco a poco un’immagine particolareggiata e definita. Altre volte disegno con toni di grigio per poi passare successivamente alla colorazione, oppure, partendo da un semplice schizzo, uso subito i colori per definire l’illustrazione.
Diciamo che la mia tecnica non segue passi precisi, e per quanto riguarda la colorazione digitale(che utilizzo per tutti i disegni), utilizzo pennellate ”virtuali” che stendo sullo schermo attraverso l’utilizzo di una tavoletta grafica. Una parte significativa del mio stile è rappresentata proprio dalle pennellate “visibili”, che ho cercato di mantenere con il passaggio dall’acrilico al computer di qualche anno fa, sfruttando anche tutti i “bonus” che l’utilizzo del digitale ha poi consentito.
Per concludere, una domanda di rito: progetti per il prossimo futuro?
Si, tanti e confusi. Come al solito non rivelo nulla, ma ho svariate idee per cercare nuove direzioni alle mie sperimentazioni, sia visive che narrate. Diciamo che tengo la bocca cucita fino al prossimo progetto!
Per saperne di più: http://www.paolobarbieriart.com Non poteva mancare nei titoli di coda la foto ricordo scattata a Lucca 2011:
Per chi è di Mantova o dintorni, ricordo che lunedì 12 dicembre presenterò Favole degli dei insieme al libro per ragazzi del duo Azzolini-Falconi Evelyn starr (Piemme) alla libreria Mel bookstore. La splendida locandina dell’evento (realizzata per l’occasione da Paolo):
Complimenti per l’intervista, sono d’accordo che l’immaginario mitologico (il più grande patrimonio d’immagini dell’umanità) sia ormai un archetipo che le epoca reimmaginano e reinventano. A questo proposito aggiungerei al contributo dell’immaginario mitologico contemporaneo anche la saga videogame GOD OF WAR. Secondo me è la più straordinaria reimmaginazione grafica della mitologia. Non credo per esempio di aver mai visto una reinvenzione così possente del Titano Crono. Guardate qua che roba!: http://www.youtube.com/watch?v=7Uea2WhDV8E
oltre al maestro Harryhausen
Grazie Simone, davvero stupendo il video! I videogiochi sono senza ombra di dubbio una forma di espressione artistica, oltre che intrattenimento.
Bella intervista 🙂
Grazie mille carissimo!