Dal primo luglio scorso, il direttore del quotidiano L’unità non è più Concita De Gregorio. Non vorrei soffermarmi più di tanto sul dibattito pro o contro la direzione della giornalista, anche perché coloro che la criticano iniziarono a farlo appena si insediò nel 2008 attaccando la campagna pubblicitaria con la foto di un sedere in minigonna, poi continuarono definendo moralista la presa di posizione del quotidiano sulla questione Berlusconi e le donne rinfacciando ancora quello spot, come se portare una minigonna e prostituirsi fossero la stessa cosa. Ma al di la di tutto, dal problema dei contratti non rinnovati ai giornalisti e i gravi problemi delle redazioni locali, l’Unità veniva da una situazione poco brillante causata da alcune delle precedenti direzioni. Pensare che la De Gregorio potesse risollevare la storica testata fondata da Antonio Gramsci nel 1924 è una cosa, chiederle i miracoli è un’altra, d’altra parte si tratta di una giornalista e non della Madonna.
Ma allora perchè quello che potrebbe sembrare un normale avvicendamento, in realtà è un piccolo giallo? Già i primi di giugno il tg 1 di Minzolini aveva mandato in onda un servizio dove anticipava il cambio di direzione concludendo con la frase “Chi rimetterà i pantaloni a l’Unità?” Servizio poco elegante e rapidamente smentito dalla stessa De Gregorio, poi a metà giugno anche Dagospia anticipava l’addio di Concita, che ancora una volta smentì. Il giorno seguente però la direttrice annunciava ufficialmente il suo addio. Allora cosa c’è dietro? Una voce che dava fastidio a qualcuno è stata spenta? Come facevano a sapere Minzolini e Dagospia? Certo dopo tutto quello che è venuto fuori in Rai c’è da aspettarsi di tutto nel mondo dell’informazione, dalle telefonate tra Masi e Bisignani, al licenziamento di Santoro e tutto ciò che c’era dietro ai telegiornali per oscurare i risultati elettorali del 2005 che videro Berlusconi a KO alle regionali con un sonoro 11 a 2, anche se di questo troppo poco si parla. Sicuramente dirigere un giornale importante è difficile, ma farlo da donna lo è ancora di più.
Intanto Claudio Sardo è stato nominato nuovo direttore de l’Unità.