Bravi ragazzi azzurri che dopo aver vinto per la prima volta nella storia della nazionale di calcio in Slovenia, concedono il bis nell’amichevole di Kiev al cospetto dell’Ucraina. Notimo con piacere come sia diversa questa squadra da quel gruppo abulico che prese parte all’infausta ultima spedizione mondiale lo scorso giugno. Diversa negli elementi: Astori, Gastaldello, Cassano,Giovinco, Thiago Motta, per citare alcune energie nuove volute da mister Prandelli che ama stupire e ci riesce molto bene. Diversa nell’anima: l’Italia che sta nascendo gioca a viso aperto e crea, non aspetta passiva come andranno le cose e diversa nei risultati: non è per niente semplice riuscire a vincere oggi contro due nazionali toste come Slovenia ed Ucraina. Al mondiale sudafricano in tre partite contro Paraguay, Nuova Zelanda e Slovbacchia, avevamo raccimolato la pochezza di due brutti punticini, ora in due partite abbiamo fatto bottino pieno, più di qualcosa sta cambiando e torniamo felici a tifare Italia. Abbiamo aprezzato entrambe le coppie d’attacco mostrate in questi due impegni: sia la Cassano – Pazzini, tandem più mobile e fantasioso che quel GI-RO, Gilardino- Rossi, duo cinico e potente. Il mago di Orzinuovi, Cesrae Prandelli, sta provando vari intrurgli per la nuova pozione azzurra. Una cosa è certa: sono tutte belle trovate.
-
Recent Posts
-
Recent Comments
- vitadasport on MOMENTI BELLI CON PRANDELLI
- Mr WordPress on Hello world!
-
Archives
-
Categories
-
Meta
- Log in
- Entries RSS
- Comments RSS
- WordPress.org







San Nicolò, nel piacentino, nebbia e freddo giorni lunghi e amari, trentasette anni fa nasceva, in piena estate, un bimbo, di nome Filippo, dal cognome fragrante e pungente Inzaghi. Subito s’intuì che la sua vera culla sarebbe stata un pallone e piccolino faceva diventar matti mamma e papà perché si metteva a calciare tutto. Il calcio di vertice lo notò in un batter d’occhio e le reti di attapirati cortei di difese furono immediatamente riempite di gol: Piacenza,Leffe,Verona,ancora Piacenza e poi Parma, Atalanta, Juve e Milan, la sua seconda vita, la sua grande dimora: due coppe dei campioni, mica noccioline, Manchester ed Atene come notti della vita per innalzare su terrazze europee il suo incandescente numero nove. Quando c’è lui, in campo succede sempre qualcosa: “Super Pippo”,” Inzaghissimo”,” Oi Oi Oi Pippo Inzaghi segna per noi”, i suoi tifosi, numerosissimi, non sanno più cosa coniare con la voce per sostenere il loro bomber rapace, lui sa ancora cosa inventare. Quarta giornata di Champions League, a San Siro arriva il Real Madrid di Josè Mourinho, uno che nella vigilia della gara d’andata disse di temere un certo Pippo Inzaghi ( ma guarda un po’..). Tra i madrileni spiccano Higuain, Di Maria, Cristiano Ronaldo, gente che al pallone da del tu e Pippo? Inizia in panchina ma con il fuoco sacro dentro come fosse in campo. Mister Allegri lo mette quando il Milan è sotto, quasi a voler dire “ Pippo se vuoi puoi aiutarci” e lui ci sta di buon grado, in fondo non è ancora vecchio per dare al pallone del lei ed ecco allora che cerca confidenza tra la palla, i suoi piedi e la porta di Casillas ( il portiere campione del mondo, mica un portierello preso a caso..) e poi si, prova ancora a dare del tu a quella sfera che corre ingovernabile. Sesantottesimo e Settanttotesimo le mattonelle temporali di una leggenda col corpicino esile di un calciatore: Inzaghi ribalta il risultato, poi pareggerà in extremis il Real, si il calcio a volte è insensibile,non ti lascia nemmeno festeggiare in pace ma, Pippo ha fatto due gol più pesanti di tutto il cemento che regge le gradinate di San Siro: settanta gol in Europa, come lui nessuno mai e poi supera nel conteggio di gol con la maglia rossonera, un certo Marco Van Basten e non ha nessuna intenzione di fermarsi. Quando servono i gol lui è lì, con il fuoco sacro dentro, a trentasette anni, come un bambino.