Ancora dalla Radio! Su Radio3 Mattina – Prima Pagina di oggi Ugo Tramballi, commentando un intervento di un radioascoltatore, ha detto che “Quando, dopo la caduta dell’URSS e la sua dissoluzione, gli USA son rimasti l’unica vera superpotenza, al momento nel quale sono stati attaccati, han reagito spropositatamente…”
Sinceramente, resto perplesso perché l’attacco alle Torri del WTC non si può definire certamente un tiro di biglie con la fionda!
Si può essere, invece, d’accordo sul fatto che l’assenza di un equilibrio fra diverse potenze possa garantire una certa qual stabilità al pianeta.
Un altro ascoltatore ha ipotizzato che l’assenza della realizzazione degli Stati Uniti d’Europa possa aver contribuito ad impedire che, ad esempio, nella crisi siriana intervenisse una stabilizzazione efficace…
In realtà credo che la cosa sia un po’ più complessa!
Se da una parte è vero che se la UE avesse una maggiore coesione e possibilità di azione congiunta diplomatica e di altro genere, essendo una entità forte nel Bacino del Mediterraneo avrebbe un minimo di potere contrattuale e di dissuasione, invece, dall’altra è vero che essa è composta da soggetti che trattano le questioni comunitarie come fossero cose del giardino di casa propria (leggasi azione della Germania e della Francia), mentre le questioni esterne come se fossero solo loro a decidere!
Questo atteggiamento determina un peso irrisorio alle azioni congiunte ed un maggior peso a quelle individuali.
Il regime di Assad è probabilmente responsabile di buona parte della crisi siriana ma, ab origine, c’è una serie di colpe che risalgono ai primi anni del ‘900.
All’epoca, nel Medio Oriente imperava la Sublime Porta di Costantinopoli, ovvero la Turchia, la quale estendeva il proprio dominio sull’Arabia e fino al Mar Rosso dove c’era la roccaforte di Aqaba con i suoi cannoni puntati contro la riva Egiziana, dove imperava la Gran Bretagna o Regno Unito.
Dopo la sconfitta turca nella guerra italo-libica, allo scoppiare della Grande Guerra, poiché la Turchia era alleata con gli Imperi Centrali, la Gran Bretagna con poco sforzo, data l’insofferenza araba di Feisal contro il giogo turco, invia il tenente Lawrence a fomentare la rivolta contro i turchi.
Questi con un’azione degna di Cesare o Alessandro, attraversando il Nefud con una schiera di bedù assai composita, arrivò alle spalle di Aqaba e la conquistò e poi, come maggiore Lawrence, arrivò fino a Damasco.
Con questa azione la Gran Bretagna prendeva possesso della Siria e della Palestina e completava il suo sogno di dominio dell’area fondando uno stato, quello siriano cosa che fu fatta di concerto con i francesi che furono in Siria dal 1920 al 1946.
Durante la Seconda Guerra Mondiale, più volte, la Germania hitleriana cercò di intrufolarsi nell’area cercando di fomentare disordini senza riuscirci mai.
L’interesse per l’area è rimasto a Francesi e Tedeschi così come i problemi legati all’assemblaggio degli stati, fatto a tavolino, con popolazioni di etnie, tradizioni e fedi diverse costituisce sempre una pericolosa manovra alchemica.
Anche se la Siria ha una prevalenza di fede sunnita, esistono ampie fasce di altre impostazioni nell’ambito della stessa professione islamica e, come ha insegnato la caduta di Saddam in Iraq, hanno una certa tendenza combattersi vicendevolmente alla ricerca di quel califfo o anche di un mahdi che riconduca le bandiere verdi o nere a Costantinopoli, perché il Mahdi del Sudan disse a Gordon Pashà: “Il Profeta mi ha indicato che debbo pregare nelle moschee del Cairo, di Damasco e di Costantinopoli…”
Chissà se gli storici tedeschi, sull’onda delle impostazioni hegeliane, hanno mai visto le cose sotto questo punto di vista, ovvero: non è che per caso i califfi vogliono andare anche sotto le mura di Vienna?
Stavolta mancherebbe Giovanni III Sobieski o Eugenio di Savoia a fermarli…
Forse ho perduto il primo post! Però è molto interessante questa ricostruzione e questa riflessione.