Un gregge ed un Pastore: è il messaggio di Gesù che si preoccupava delle masse che gli apparivano come “…pecore senza pastore…” e che dunque esortava a pregare “…il Padrone della messe perché mandasse operai per la messe…” Il “Pastore ama le pecore e si preoccupa per esse…” ed è parte con esse ed è quello che ha detto ieri il nuovo Papa ed ha chiesto che la Chiesa di Roma, di cui innanzitutto sarà pastore, preghi per lui e gli sia vicina e che insieme si vada per il cammino che Dio vorrà… Mi ha colpito quel suo dire sincero e sommesso: “Fratelli e sorelle: buonasera… I miei confratelli ne hanno scelto uno che viene dalla fine del mondo… ma siamo qui!” C’è tanta umiltà, tanto senso di servizio e forse un bel pizzico di quel che la Chiesa era un tempo… Ho ripensato ai pontefici che mi hanno colpito di più per qualche cosa che li ha contraddistinti di più ai miei occhi: Leone XIII e la sua “Rerum novarum”; Benedetto XV che si oppose alla I Guerra Mondiale; Pio XII che il giorno del bombardamento di Roma operato sul quartiere di San Lorenzo uscì dal Vaticano per recarsi fra la gente colpita (forse fu tiepido con le leggi razziali, ma fece dar rifugio a tantissimi di ogni parte proprio in Vaticano o presso diverse istituzioni religiose ed ecclesiali); Giovanni XXIII per l’azione all’epoca della crisi di Cuba, per il Concilio e per la “Pacem in terris” e per quel suo dire “…tornate a casa stasera e date ai vostri bambini una carezza e dite questa è una carezza del papa…”; Paolo VI che fu il primo papa che ho avuto modo di veder da vicino e di ascoltare in San Pietro (in occasione di un anno santo) e di cui vissi, ancora bambino, la decisione di rivedere la liturgia della S. Messa (ricordo le critiche di tanti alle quali risposi, non so ancora come, che “se lo ha stabilito il papa così deve essere…”, quasi avessi assimilato il dogma dell’infallibilità ex-cathedra, anche se oggi credo che mi fosse stato suggerito da come la cosa fu proposta…), di lui ricordo anche il suo inginocchiarsi dinanzi agli “…uomini delle Brigate Rosse perché sia salva la vita di Aldo Moro, uomo buono…”, ricordo la sua voce sommessa e quasi rotta dalla commozione nel proferire le parole dalla loggia del palazzo apostolico; Giovanni Paolo II che è stato il papa col quale ho vissuto buona parte della mia vita da dopo i diciotto anni, quello che ho seguito alle s. messe per gli universitari romani, quello della “Laborem exercens”, quello che ho visto da vicino nella mia Città e che rividi poi alla stessa maniera una mattina del 2005 in San Pietro avvolto ormai nel silenzio, a lui affidai quel giorno un pensiero particolare…; Benedetto XVI per una cosa in particolare ma soprattutto perché mi ha indicato il senso del cammino… Ora Francesco: anche lui viene di lontano o forse è uno che è sempre stato vicino… Basta pensare alla fotografia che circola e che lo vede in metropolitana seduto vicino ad una signora… magari lo abbiamo incontrato per Roma e non lo ricordiamo. Silenzioso s’è affacciato alla finestra su Roma e sul mondo ed ha detto di voler camminare insieme al suo gregge… Mi accorgo che al solito ho scritto molto, troppo forse! Ma credo pure che una riflessione che scaturisce da qualcosa che uno si porta dentro possa godere di una certa licenza poetica…
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