Scontro a tre

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La particolare legge elettorale vigente nel Nostro Paese, quest’ultima volta ha provocato un singolare scontro a tre con un quarto alla finestra. Al di là delle maggioranze possibili, torna il problema della necessità di garantire un governo e, particolarmente, un governo stabile che possa operare con efficienza ed efficacia. Se si guardasse solo agli schieramenti, si dovrebbe concludere che abbiamo di fronte una Destra, una Sinistra, un Partito dell’Oligarchia Plutocratica ed uno della Rivoluzione Popolare. In realtà le cose non sono così semplici. La Destra che si può ravvisare non ha più i connotati della Destra Reazionaria, Aristocratica, Borghese, Conservatrice, Capitalista e Plutocratica così come la Sinistra non è più l’insieme di Ideali e Difese del Proletariato e, più in generale, dei Lavoratori. Infatti, la vera ala conservatrice, quella che tende a privilegiare i ricchi a danno dei poveri, i padroni a danno dei lavoratori appare sempre più quella del Partito dell’Oligarchia Plutocratica che sta con le Banche e con un’Europa che è sempre più, e solo, tagliata su misura della Germania e dei suoi problemi: non più l’Europa di Schumann, Adenauer e De Gasperi, ma un’Europa dei Krupp, dei Rothschild e, sempre più vicina alle necessità dei Paesi del Nord rispetto a quelli dell’Area Mediterranea. La difesa dell’Europa, in Italia, è divenuta la difesa dei privilegi di casta a danno della collettività. Infatti, come non accorgersi del progressivo smantellamento dell’industria pesante italiana a vantaggio dei colossi del tipo di Thyssen-Krupp. In fondo se l’Ilva dovesse andare in fumo, il Nostro Paese perderebbe ulteriormente terreno nel settore siderurgico e metallurgico. Per non parlare della PAC (Politica Agricola Comunitaria) dove il Nostro Paese è stato sempre ed essenzialmente un perdente. Se l’Europa fosse una Lega dell’Antica Grecia come si potrebbe non identificare la Germania con Sparta? Ma l’Italia non sarebbe comunque Atene poiché non potrebbe porsi a capo di una Lega Attica per il smeplice fatto che la sua capacità egemone è viziata dalla inconsistenza della propria classe politica, alla quale torniamo subito dopo la digressio. Dicevamo che Destra e Sinistra, o Centro hanno perso i loro connotati ideali di riferimento. Infatti, né PDL e né PD sono più in sintonia con gli ambiti tradizionali e rispettivi. L’aristocrazia senatoriale, capitalistica e per dirla in breve degli “agrari affamatori” è ormai trincerata altrove e, a ben vedere, sta dietro quella compagine che segue le ispirazioni del potere economico, finanziario e bancario al di qua ed al di là delle Alpi. Cicerone, il pater patriae, è di fatto ed in sostanza identificabile con l’attuale Capo del Governo: ma ha davvero difeso la Repubblica da Catilina? Oppure, alla maniera di Silla ha restaurato il potere di chi ha sempre contato in forza del controllo dei capitali? E il Capo del PD è davvero il Cesare della situazione oppure non è uno dei tanti Claudii e Fabii che han militato nell’area progressista ma che sono pur sempre uomini della Lega Senatoriale (alias Confindustria)? Ed il Capo del PDL, siamo sicuri che sia uomo del Popolo e non piuttosto una forma diversa di quello stesso potere capitalistico al quale si è fatto cenno? Allora il Capo delel Cinque Stelle cosa diverrebbe? E’ un Catilina come lo vorrebbe Cicerone insieme a Claudio Fabio e a Cornelio, oppure è il vero Cesare o il Mario che guida il partito dei populares verso la riconquista del potere democratico da parte del Popolo? Nella Nostra Repubblica non ci sono consoli ma un console e il vero censore è il Capo dello Stato. Per far pulizia a Palazzo Chigi chiamò, a far da Cincinnato, un Cicerone che però alla fine mostrò il suo reale volto e, con la scusa di risanare e pareggiare i conti con la Lega Europea, ha usato le classi con meno risorse per risanare il bilancio dello Stato… Ora cosa farà il Censore? Intanto ha tollerato lo schiamazzo contro la Magistratura che comunque, sine peccato non è  e che viene usata per mandare in esilio Cornelio. Ma una volta esiliato Cornelio Claudio ed i Fabii di cosa parleranno? Chi accuseranno di colpe ascrivibili solo a loro? Chi chiameranno come responsabile dei loro fiaschi?. Facciamo un’ipotesi: supponiamo che dei Quattro, Tre facciano un Triumvirato, sapete chi resterebbe fuori? ma ovviamente Cicerone…

E quindi lo scontro sarebbe solo a Tre: prima il Triumvirato ed il governo dello Stato, poi la spartizione silenziosa e fittizia dove Cesare avrà la Gallia, Crasso l’Oriente e Pompeo resterà a Roma insieme a Cicerone e dopo un po’ di tempo, dopo che Crasso avrà trovato rovina a Carre inseguendo folli sogni di gloria, Cesare e Pompeo si massacreranno per trovare la loro giusta sede e il Popolo a reggere sia l’uno che l’altro poiché “…col vincitor si mesce il vinto nemico, col novo signore rimane l’antico e l’un e l’altro sul collo vi sta…” e il popolo resta sui campi cruenti e nome non ha!

About storia

Ingegnere meccanico, dottore di ricerca in energetica, professore a contratto alla Facoltà di Ingegneria e alla I Facoltà di Architettura "L. Quaroni" dell'Università degli Studi di Roma "La Sapienza", si occupa di studi di impatto ambientale, paesaggistici e urbanistici. Si interessa di letteratura, storia, disegno e fotografia.
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