E’ lunedì mattina. E la sveglia suona. Anzi gracchia.
E’ lì, sul comodino, carica di impegni e priva di compassione.
Ci giriamo dall’altra parte, la più lontana al rumore, coscienti dell’inutilità del nostro gesto.
Rassegnati ci sediamo sul letto e la spegniamo .
Il sapore che ci attornia assomiglia allo zolfo non all’oro. I conti non tornano: il mattino non può avere l’oro in bocca prima delle nove, più o meno, questo significa che a seconda della fascia oraria si alternano i vari tipi di metalli. Borbottiamo ipotizzando i diversi possibili panieri di combinazioni – platino alle undici, argento alle otto, bronzo alle sette e trenta – in un asse cartesiano mentale, mentre ci vestiamo velocemente, beviamo un caffè in piedi e chiudiamo la porta alle nostre spalle, inciampando nello zerbino per la fretta.
Stop!Torniamo indietro con le lancette.
Scatta la sveglia, apriamo gli occhi sorridendo alla melodia di una sonata di Corelli. Serenamente ci avviamo verso la cucina ansiose di gustare la ghiotta e sana colazione, ricordandoci con compiacimento che la realizzazione sta nei piccoli dettagli della vita quotidiana.
Nella tazza, sulla tovaglia giallo zafferano, di fianco ai biscottini al cacao e al caffè messicano c’è una tazza fumante di latte. E’ un latte che ci darà un raggio dorato ad ogni cucchiaiata. Si, è così buono che per gustarlo più intensamente avremo voglia di usare il cucchiaio. Non è un latte normale, è il “Latte alla Lorena”, ecco la ricetta:
- latte di farro (o riso o soya)
- 1 cucchiaio di malto
- 1 cucchiaio di crema di nocciole naturale bio
Mentre si scalda il latte si aggiunge il malto e la crema di nocciole, utilizzando l’apposito pentolino dotato del meccanismo per montarlo e fare la schiumetta.
Il segreto è semplice: basta uno schiocco di magia per trasformare ogni cosa in qualcosa d’altro.
molto simpatico!
grazie